I mondi immaginari di Sandy Skoglund in mostra a Senigallia
“Sandy Skoglund. I mondi immaginari della fotografia. 1974 – 2023” è il titolo della mostra dedicata all’artista statunitense. Dai primi lavori degli Anni ’70 alle opere più celebri degli Anni ’90
Le visioni surreali di Sandy Skoglund sono in mostra al Palazzo del Duca di Senigallia (nelle Marche, in provincia di Ancona) fino al 2 giugno 2024. L’esposizione, a cura di Mario Trevisan e la galleria Paci Contemporary, ne ripercorre l’intera carriera sin dagli anni Settanta: Sandy Skoglund. I mondi immaginari della fotografia. 1974 – 2023 presenta le varie fasi dell’attività dell’artista statunitense, dai primi lavori da autodidatta al successo raggiunto negli anni Ottanta con le opere Radioactive cats e Revenge of the goldfish e ai celebri lavori degli anni Novanta come Atomic Love e The cocktail party. Risale invece al 2018 Winter, l’ultimo lavoro di Skoglund a cui ha lavorato per circa dieci anni, dopo numerose prove e tentativi sperimentando nuove tecniche e processi digitali: “un ibrido di tecniche e concetti che sono stati immortalati insieme dalla macchina fotografica il 22 dicembre 2018. In opposizione alla rapida istantanea, Winter è uno studio sulla perseveranza e la persistenza, un paesaggio artificiale che celebra le belle e spaventose qualità della stagione più fredda”, racconta la fotografa e installation artist. Per l’occasione, a Palazzo del Duca è stato ricreato il setting di realizzazione di Winter, con gli sfondi e alcune delle sculture originali.
L’arte di Sandy Skoglund
Scene surreali caratterizzate da forti contrasti cromatici costituiscono il mondo dell’artista e fotografa Sandy Skoglund, che crea particolari installazioni ambientali composte da oggetti quotidiani e sculture di piccolo e medio formato da lei stessa realizzate: “senza la fotografia, l’arte concettuale si cancellerebbe dalla memoria degli uomini. In questa forma la mia arte può essere recepita come un dipinto, come una finestra aperta su un altro mondo. È questa d’altro canto la ragione per cui lavoro con la macchina fotografica. Il grande formato si adatta bene all’aspetto burlesco del mio lavoro”, racconta l’artista.
Caterina Angelucci
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