Futurismo di carta. Forme dell’avanguardia nei manifesti della Collezione Salce a Treviso
La collezione Salce in trent’anni ha raccolto centinaia di manifesti per raccontare gli artisti che si sono accostati o sono diventati convinti futuristi. Ora presenta un articolato excursus in due parti su manifesti, grafica e pubblicità
La proposta espositiva, curata da Elisabetta Pasqualin, direttrice del Museo Nazionale Collezione Salce con la collaborazione di Sabina Collodel, si articola in due successivi momenti con le relative mostre. La prima, “Forme dell’avanguardia nei manifesti della Collezione Salce” è al San Gaetano fino al 25 febbraio 2024. A seguire, dal primo marzo al 30 giugno 2024, la seconda parte, contraddistinta dal sottotitolo “Immaginare l’universo con l’arte della pubblicità”. Unico il catalogo, edito da Gangemi Editore, che contiene le immagini e le considerazioni critiche su tutto il percorso espositivo.
Il futurismo di Depero
Ne il Futurismo e l’arte pubblicitaria del 1931 Fortunato Depero è convinto che l’arte dell’avvenire sarà potentemente pubblicitaria. Anche se la collezione Salce in trent’anni ha raccolto centinaia di manifesti per raccontare gli artisti che si sono accostati o sono diventati convinti futuristi, il settore grafico/pubblicitario dell’arte futurista rimane un ambito di nicchia. Rispetto ai quadri e alle sculture molto più noti al grande pubblico. Anche se si conoscono le opere dello stesso Depero che ha ideato le iconiche immagini dell’aperitivo Bitter Campari. E le raffigurazioni delle corse automobilistiche di Federico Senna, dove la velocità sembra concretizzarsi sotto i nostri occhi incidendo le strade con tracce deformanti e di colore.
L’espressione pubblicitaria si pone con una valenza democratica e anti-elitaria. Vuole raggiungere una vasta platea riferendosi al reale e al quotidiano. Facendo leva sull’intenso impatto emotivo. I colori dei futuristi sono infiammati, accostano i contrasti, eliminano le scenografie naturalistiche e favoriscono uno sfondo a tinta unita. Nei manifesti della collezione Salce traspare tutto questo. Ma per capire meglio ciò che è avvenuto, la mostra presenta, come accennato sopra, due momenti che si susseguono nel tempo. Un primo appuntamento “Forme di avanguardia nei manifesti della collezione Salce” espone i manifesti concepiti dal 1915 al 1930: la prima fase del movimento che vede nella macchina, nell’ideologia industriale, nella velocità il rinnovamento della cultura e della società.
Il futurismo di Luigi Venna
Nel secondo, “Immaginare l’universo con l’arte della pubblicità” il focus è nelle opere create dal 1930 al 1940 quando il Futurismo raggiunto la vetta dello sviluppo, sceglie l’aeropittura, che tradotta graficamente racconta l’esaltazione del volo e della vista dall’alto, con rimandi al Surrealismo. All’interno di ognuno di questi momenti tre macroaree tematiche marcano le opere e gli spazi del museo.
La prima sala è dedicata alla figura umana, alla sua trasformazione e reinterpretazione come nel bicchiere dell’Aperitivo bitter Campari di Depero. Con l’omino che sembra saltar fuori. Un altro umanoide lo suggerisce Mario Sironi per il giornale l’Ambrosiano dove una figura di uomo dalle gambe e dalle braccia gigantesche cariche di giornali vola verso di noi.
Una seconda macroarea è dedicata alla velocità e al movimento. Con la figura che prende forma mentre si proietta nello spazio.
Nella terza sala i manifesti si attestano sull’oggetto e sul quotidiano. In quello di Luigi Venna, Invicta, la dattilografa stilizzata si trasforma in una scrivania. Le sue mani analoghi ad artigli sembrano marcare il ritmo della battitura.
Fausto Politino
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