Le donne “fiorite” di Juul Kraier a Milano
Continuando una ricerca cominciata sedici anni fa, l’artista torna a Milano con una delicata e seducente serie di corpi e ritratti femminili ibridati con piante e animali
Sono donne fiorite e germogliate, oppure alberi animati con connotati antropomorfi? Davanti alle opere di Juul Kraier, in mostra alla galleria milanese Monica De Cardenas, è difficile distinguere dove finisce l’umano e dove comincia il vegetale.
Intrecci umani e vegetali da Monica De Cardenas a Milano
Corpi femminili si intrecciano al fogliame: le presenze metamorfiche infondono nel complesso un sapore classico, sia per la tecnica scelta del disegno a carboncino e pastello, sia per i soggetti che rimandano alle storie epiche e letterarie di Apuleio, Ovidio, e Dante. “Ancora prega, che un torpore profondo pervade le sue membra, il petto morbido si fascia di fibre sottili, i capelli si allungano in fronde, le braccia in rami; i piedi, così veloci un tempo, s’inchiodano in pigre radici, il volto svanisce in una chioma: solo il suo splendore conserva”, così è descritta la Dafne ovidiana.
La mostra di Juul Kraier a Milano
Juul Kraier (Assen, 1979) mancava da 16 anni alla Galleria Monica De Cardenas. Ma non ha mai smesso di indagare questo rapporto donna-vegetale, presente sin da allora, anticipando i tempi sulle attuali discussioni intorno agli impatti degli uomini sul pianeta e alla particolare attenzione all’espressività delle artiste. Compostezza, grazia, armonia, anche nell’orrore di serpi che avvolgono la testa; girini occhiuti che scivolano come gocce sul collo. Una certa sacralità emanata dalle posture e gli sguardi dei soggetti, che rivelano l’attenzione anche alle estetiche orientali. Nella mostra sono presenti anche alcuni esemplari della nuova serie dei collage surreali, che attingono alle riviste francesi del XIX secolo (così come faceva Max Ernst), e che pongono al centro dell’indagine ancora la figura femminile, che si ibrida con la natura – sia essa vegetale o animale – entro paesaggi fantastici.
Una mostra delicata ed elegante, che dimostra la forza della tecnica del disegno su supporto cartaceo, tanto negletta nel collezionismo patrio.
Neve Mazzoleni
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