A Siracusa un dialogo tra Antonello da Messina e l’arte contemporanea
Otto artisti contemporanei reinterpretano a modo proprio l’Annunciazione di Antonello da Messina, suggerendo nuovi spunti riflessivi sull’opera del grande maestro del Rinascimento
Un museo è un racconto del territorio, della sua arte, storia, fede e cultura. Per essere davvero una realtà viva ha però bisogno di accettare nuove sfide, per definire progettualità che diano prospettive storiche, ma anche visioni contemporanee, con slanci innovativi e rimandi alla memoria. Su questa linea si muove l’Assessorato ai Beni Culturali ed all’Identità Siciliana, nel proporre e portare avanti iniziative per valorizzare la cultura artistica del luogo, con contaminazioni che arricchiscono e stabiliscono un nuovo dialogo culturale. Ne è un esempio la mostra ospitata presso la Galleria Regionale di Palazzo Bellomo di Siracusa, curata da Diego Cavallaro, Rita Insolia e Michele Romano. L’Annunciazione di Antonello da Messina e quattro dipinti sullo stesso tema, provenienti dai depositi del museo, sono il punto di partenza di un percorso espositivo originale e ricco di spunti contemporanei.
La mostra di Antonello da Messina a Siracusa
L’Annunciazione di Antonello da Messina (Messina, 1430 – Messina, 1479), un olio su tavola del 1474, dialoga in mostra con la Madonna che allatta il bambino di Domenico Gagini. Nella stessa sala, vengono messi in luce gli sviluppi successivi di una iconografia che, partendo dalla tradizione siciliana del XV secolo, arriva alla seicentesca classicheggiante pittura di Giovanni Ventura e di altri suoi coevi.
Il progetto propone dunque le diverse narrazioni sul concetto dell’annuncio dell’Angelo a Maria, all’interno di un percorso in cui i punti di vista ed i linguaggi stabiliscono corrispondenze e contrapposizioni concettuali e stilistiche.
Gli artisti contemporanei in dialogo con Antonello da Messina a Siracusa
Proseguendo nel percorso, ai maestri antichi si associano opere di artisti contemporanei. La narrazione si sviluppa tra il moderno e l’antico, in un collegamento temporale stimolato da una sensorialità non solo iconica ma anche spaziale.
Tra i protagonisti, si incontra la pittura di Salvatore Alessi, che trae ispirazione dal cinema e dalla fotografia, con un gesto pittorico che cita le opere del passato. La sua Annunciata veste i panni di una ragazza nigeriana salvata dal mare, con indosso una coperta termica dorata che richiama nella posa e nella plasticità il manto delle Madonne.
L’opera di Elisa Anfuso introduce invece un mondo surreale e fiabesco carico di inquietudine, nel quale i collegamenti all’antropologia femminile e popolare si fondono in squisiti simbolismi ancestrali e liberatori. L’artista propone il tema della maternità con una pittura che ha canoni estetici compositivi rinascimentali e teatrali.
Giuseppe Colombo, raffinato pittore e disegnatore, riproduce su tela la sua visione di verità filtrata dalla storia e dal passato. La sua proposta è una versione dell’Annunciazione di Orazio Gentileschi, nella quale isola l’angelo per inserirlo in un contesto astratto e dorato, fuori deal tempo, in uno spazio eterno e metafisico.
Filippo La Vaccara, con il trittico Nunzia e Angelo fa confluire il senso del sacro in una storia soggettiva, che si presta a modello per una visione universale. La testa di Maria senza volto evidenzia l’origine anonima della donna scelta da Dio; quella dell’angelo, tagliata orizzontalmente, evidenzia la bocca: elemento funzionale alla trasmissione del Verbo.
Antonio Gregorio Maria Ricci, artista naïf, neo-pop e outsider, dipinge un’Annunciazione con un approccio laico e ironico, tra citazioni colte e popolari, in una dimensione magica e favolistica. Benedetto Pomasposta la proposta dall’enunciazione del messaggio divino alla crocifissione, per mostrare le tracce del dolore del mondo segnato dai recenti conflitti.
Ancora, Tina Sgrò lavora sull’assenza, e dipinge con colori essenziali ambienti in cui spetta a chi guarda riempire il vuoto, per interrogarsi sugli spazi dell’esistenza umana.
Nell’Annunciazione di Samantha Torrisi, infine, è implicita una metafora esistenziale: un uomo piegato in atto di orazione avvolto da una luce, simbolo di divinità e palesamento di vita.
Il messaggio della mostra di Antonello da Messina a Siracusa
Dall’inizio alla fine, la mostra parla al pubblico di sperimentazione e generazione di nuovi significati; fa riflettere, ponendo interrogativi, che aprono il dialogo sul mondo reale.
Così facendo, l’arte contemporanea, valica e trascende i confini del tempo; essa si fa strumento di conoscenza del nostro patrimonio identitario e culturale, per avvicinare la vita al sacro e alla rivelazione.
Giuseppe Carrubba
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