Il Realismo Magico di Felice Casorati in mostra ad Aosta
Un’importante retrospettiva quella che il Museo Archeologico Regionale di Aosta dedica al pittore novarese e alle generazioni di artisti e artiste che ha formato
Mi piace sempre ricordare che uno dei primi testi scritti sul lavoro di Casorati si deve a Piero Gobetti che ne scrisse, ragazzo, su un giornale di guerra, durante il primo conflitto mondiale. Un testo che divenne un motivo di unione tra il maturo artista e il giovane geniale studente. Felice Casorati. Pittura che nasce dall’interno è il titolo della bella mostra ospitata dal Museo Archeologico Regionale di Aosta, con oltre cento opere di uno degli artisti italiani più affascinanti della prima parte del Novecento.
Felice Casorati e la sua eredità
Felice Casorati (Novara, 1883 – Torino, 1963) è stato un pittore intelligente, autonomo, che è riuscito a operare liberamente in un tempo storico assai difficile. La mostra attraversa tutto il percorso del pittore di Novara, che ha vissuto a Torino per buona parte della sua esistenza. Nel capoluogo Piemontese, per molti anni, è stato il maestro più influente dell’Accademia di Belle Arti, ma ha avuto anche una sua scuola privata in cui sono cresciute delle interessanti figure tra le quali la moglie Dafne Maugham e parecchie altre artiste – in aperta controtendenza con un’Italia profondamente maschilista – come la scrittrice Lalla Romano, Marisa Mori, Nella Marchesini e altre ancora. Una piccola scelta delle opere delle sue adepte è proposta alla fine del percorso.
La mostra di Felice Casorati ad Aosta
Le opere in mostra, che coprono cronologicamente tutto il cammino dell’artista, arrivano da collezioni pubbliche e private, come Le Sorelle o le Ereditiere (VAF Stiftung MART, Rovereto) del 1908 in cui si coglie la capacità straordinaria del pittore nell’utilizzo del nero. Ne Le due sorelle (Libro aperto e libro chiuso) è possibile cogliere il legame profondo dell’artista con la pittura antica, quella di Piero della Francesca in particolare, che Roberto Longhi aveva riletto nel suo primo saggio a lui dedicato di sette anni prima. Interessanti i ritratti, alcuni rari da vedere esposti, perché appartenenti a collezioni private. Ma anche le opere di paesaggio degli Anni Dieci – come la bianca e nera Città turrita del 1913, una tempera su cartone che arriva da una collezione privata – sono una scoperta. Parecchie le sculture in mostra, alcune note come Maschera rossa e Maschera nera del 1914, altre meno come L’attesa o il Viso di donna, rispettivamente terra cotta e terra cruda, realizzate una prima volta alla fine degli Anni Dieci. Sempre interessanti i bozzetti per il Teatro alla Scala che ci presentano un Casorati più gioioso.
Angela Madesani
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