Le 13 migliori copertine di dischi realizzate da artisti

Ecco una selezione di 13 copertine leggendarie, che tra commissioni e omaggi hanno messo al centro un'opera d'arte. Da Delacroix e Dalì, fino a Koons e Banksy

Non serve certo spiegare come la musica e l’arte rappresentino due discipline affini e intimamente comunicanti. Non tutti, però, sanno che molte band e cantautori ci hanno tenuto a omaggiare (o coinvolgere direttamente) dei famosi artisti per le copertine delle loro produzioni. Ecco una selezione dei 13 dischi le cui copertine sono diventate leggenda.

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I Coldplay e Delacroix

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I Guns N’ Roses e Raffaello, grazie a Mark Kostabi

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I Beach Boys e Fraser

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I Fleet Foxes e Bruegel

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I Red Hot Chili Peppers e Hirst

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Jackie Gleason e Dalì

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I Clash e Lichtenstein

8 / 13

Robert Rauschenberg per i Talking Heads

9 / 13

Haring e David Bowie (ma non solo)

10 / 13

I Velvet Underground e Andy Warhol

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I Blur e Banksy

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Mapplethorpe per Patti Smith

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Lady Gaga e Jeff Koons

Copertina del celebre disco dei Coldplay Viva La Vida or Death and All His Friends è il celebre quadro La Libertà che guida il popolo che Eugène Delacroix dipinse nel 1830 festeggiando l’abdicazione di Carlo X. E questa non è l’unica citazione del gruppo: anche lo stesso titolo dell’album del 2008, e del relativo singolo di grandissimo successo, è una citazione artistica da un’opera (omonima) di Frida Kahlo.

Viva la Vida, Coldplay
Viva la Vida, Coldplay

Sono due gli album dei Guns N’ Roses che riportano un diretto omaggio a Raffaello Sanzio attraverso la rielaborazione dell’artista Mark Kostabi. Per le copertine di Use Your Illusion I e Use Your Illusion II, uscite nel 1991, l’artista ha infatti riadattato due personaggi della Scuola di Atene. Su entrambi gli LP, in due tonalità cromatiche diverse, vediamo in primo piano lo scrittore che nell’opera originale è poggiato alla base di una colonna (sulla destra), e al suo fianco un uomo che medita.

I Guns N' Roses e Raffaello
I Guns N’ Roses e Raffaello

Il diciassettesimo album dei Beach Boys, pubblicato nel 1971 e intitolato Surf’s Up, riporta un chiaro omaggio alla scultura End of the Trail dell’artista americano James Earle Fraser. Presentata all’Esposizione internazionale Panama-Pacifico del 1915 a San Francisco, è tra i suoi lavori più famosi. Non molti sanno, tra l’altro, che l’esemplare in bronzo esposto nel Wisconsin, a Waupun, è una copia: l’originale, restaurato e oggi conservato a Oklahoma City, era stato realizzato in gesso per una carenza di bronzo dovuta alla prima guerra mondiale.

I Beach Boys e Fraser
I Beach Boys e Fraser

L’album di debutto della band americana Fleet Foxes, pubblicato nel 2008 e nominato come lo stesso gruppo, mostra sulla copertina il famosissimo dipinto Proverbi olandesi di Pieter Bruegel il Vecchio, completato nel 1559, con circa 120 ammonimenti e modi di dire della saggezza popolare mimetizzati nello scorcio di un villaggio del tempo.

I Fleet Foxes e Bruegel
I Fleet Foxes e Bruegel

Le frequenti collaborazioni tra l’artistar Damien Hirst e i Red Hot Chili Peppers (anche a scopo benefico) sono iniziate proprio con la copertina del disco I’m with you, uscito nel 2011. Soggetto unico della cover è una mosca appoggiata su una capsula medica, con sopra il nome dell’album. “È un’immagine. È arte. È iconica. Non gli abbiamo dato un significato univoco perché è chiaramente aperta alle interpretazioni”, aveva commentato al tempo il frontman della band, Anthony Kiedis.

Damien Hirst per i RHCP
Damien Hirst per i RHCP

Un po’ più di nicchia oggi, ma un grande successo ai suoi tempi, è l’album di “musica d’atmosfera” Lonesome Echo del personaggio televisivo americano del secolo scorso Jackie Gleason. Pubblicato nel 1955, l’album aveva una copertina realizzata ad hoc dall’immortale Salvador Dalí. Che, amico di Gleason, descrisse l’opera così: “Il primo effetto è quello dell’angoscia, dello spazio e della solitudine. In secondo luogo, la fragilità delle ali di una farfalla, proiettando le lunghe ombre del tardo pomeriggio, risuona nel paesaggio come un’eco. L’elemento femminile, distante e isolato, forma un triangolo perfetto con gli strumenti musicali e il suo altro eco, la conchiglia”.

Lonesome echo - LP, cover by Salvador Dali
Lonesome echo – LP, cover by Salvador Dali

Particolare l’album dei Clash (White Man) In Hammersmith Palais del 1978: quella che a prima vista appare essere la copertina, con un’opera nientemeno che di Roy Lichtenstein, è in realtà il vinile stesso, che su fronte e retro mostra rispettivamente una pistola fumante e una sagoma nel mirino.

La copertina di White Man in Hammersmith Palais
La copertina di White Man in Hammersmith Palais

La copertina dell’album dei Talking Heads Speaking in Tongues del 1983 nasce da una richiesta diretta del frontman della band, David Byrne, all’artista Robert Rauschenberg, di cui il cantautore aveva visto le opere alla Leo Castelli Gallery. Rauschenberg accettò, e creò un’immagine destinata a entrare nella storia, oltre che a vincere un Grammy: si trattava di una scatola di plastica trasparente stampata su tre collage, uno per colore primario, che si può vedere a intermittenza ruotando il disco.

Robert Rauschenberg per i Talking Heads
Robert Rauschenberg per i Talking Heads

Il singolo Without You, scritto e registrato da David Bowie nel 1983 per il suo quindicesimo album in studio Let’s Dance, ha una bellissima copertina di Keith Haring con due due dei suoi “omini radioattivi”. Un excursus musicale non insolito per il graffitista: due anni dopo, i suoi piccoli uomini compariranno anche sulla cover del disco Someone Like You di Sylvester. Haring era molto vicino all’ambiente musicale del tempo: frequentando discoteche e sale da concerto, l’artista era solito lasciare le proprie tracce su flyer e volantini.

Haring per Bowie
Haring per Bowie

È una copertina speciale quella dell’album dei Velvet Underground, The Velvet Underground & Nico del 1967. Non solo perché la banana che vi campeggia è opera del celebre pop artist Andy Warhol, ma anche perché le prime copie avevano una linguetta removibile che svelava una nuova banana, stavolta rosa.

Andy Warhol, Album cover The Velvet Underground & Nico for The Velvet Underground via Pinterest
Andy Warhol, Album cover The Velvet Underground & Nico for The Velvet Underground via Pinterest

Sul disco dei Blur Think Tank, pubblicato nel 2003, c’è un inconfondibile lavoro dello street artist più famoso del mondo, il misterioso Banksy. Che, aveva elegantemente detto all’epoca, aveva fatto la copertina “solo per soldi”.

La copertina di Think Tank
La copertina di Think Tank

Il bellissimo ritratto di Patti Smith sulla copertina del suo album del 1975 Horses è nientemeno che una Polaroid del fotografo Robert Mapplethorpe, con cui per diverso tempo la “sacerdotessa del punk” fu famosamente in una relazione. Si dice si conobbero quando Smith, una decina d’anni prima, era entrata per sbaglio nell’appartamento di Mapplethorpe.

Patti Smith, Horses. Con foto di Mapplethorpe
Patti Smith, Horses. Con foto di Mapplethorpe

Celebre infine la copertina del disco di Lady Gaga Artpop, del 2013, realizzata dall’artistar Jeff Koons. Circondata da frammenti della Venere di Botticelli, la cantautrice sembra partorire una luccicante sfera blu: una posa che poi l’artista replicò in forma di scultura per il lancio dello stesso disco. Koons è addirittura citato in una delle tracce dell’album, Applause: “One second I’m a Koons, then suddenly the Koons is me”.

Artpop
Artpop
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I Coldplay e Delacroix

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I Guns N’ Roses e Raffaello, grazie a Mark Kostabi

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I Beach Boys e Fraser

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I Fleet Foxes e Bruegel

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I Red Hot Chili Peppers e Hirst

6 / 13

Jackie Gleason e Dalì

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I Clash e Lichtenstein

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Robert Rauschenberg per i Talking Heads

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Haring e David Bowie (ma non solo)

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I Velvet Underground e Andy Warhol

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I Blur e Banksy

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Mapplethorpe per Patti Smith

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Lady Gaga e Jeff Koons

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Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

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