La libreria Brac di Firenze festeggia 15 anni con un libro di ricette interpretate dagli artisti
Cosa mangiano gli artisti italiani? Un libro di ricette coinvolge 78 artisti contemporanei. A realizzarlo una libreria insieme a un grande editore per festeggiare 15 anni di vita e attività
15 anni di attività e 1800 eventi realizzati da festeggiare con un libro di 80 ricette interpretate da 78 artisti italiani, da Bianco-Valente a Marta dell’Angelo, da Iginio De Luca a Luigi Presicce, da Virginia Zanetti a Eva Sauer, da Francesco Lauretta a Chiara Mu, Flavio Favelli, Maria Crispal, Tiziana e Isabella Pers e Virgilio Sieni per citarne alcuni tra i tanti che hanno risposto all’invito della Libreria Brac.
Le ricette del libro di Brac a Firenze
Tutte rigorosamente vegetariane, come la cucina della Libreria Brac, le ricette ideate da Brac raccontano – con le regole per preparare al meglio i piatti e le immagini – la relazione col cibo degli artisti italiani. Claudia Passeri interpreta e una insalata mediterranea, Davide Dormino un piatto a base di barbabietole rosse, Aryan Ozmaei una insalata di pesche, Stefania Galegati una caponata. Pietanze che svelano mondi, viaggi e cromie, storie personali, a volte la relazione con le opere.
La libreria Brac di Firenze
Fondata a Firenze nel 2009 dallo chef vegetariano Sacha Sandri Olmo e dalla bibliotecaria con passione per le arti visive Melisa Di Nardo, la libreria ospita dal 2011 Scripta l’arte e le parole rassegna ideata dal curatore Pietro Gaglianò che nel tempo ha ospitato critici d’arte, autori e molti degli artisti intervenuti nel libro edito da Corraini, con testi inoltre di Rosaria Lorusso, Sandro Sangiorgi e Stefano Bartezzaghi. Ci hanno raccontato la loro esperienza di libreria con cucina e la pubblicazione in questa intervista.
Intervista a Sacha Sandri Olmo e Melisa Di Nardo
Come e quando è nata la libreria Brac?
S: Cercavamo da tempo uno spazio che permettesse di unire libri e cibo e che fosse commisurato alle nostre forze. Quel luogo era ideale perché ci ha permesso di ospitare le due attività senza che l’una nascondesse l’altra. Per molti anni libreria e sala da pranzo hanno condiviso lo stesso spazio: una specie di sala polivalente, attrezzata di videoproiettore, che durante le ore del giorno si trasformava. Da caffè a sala per le conferenze stampa, e poi luogo di incontri con gli autori, sala da pranzo, sala da the… La scelta dell’indirizzo che abbiamo voluto dare alla Brac è stata frutto delle nostre esperienze di vita. Io sono vegetariano sin dall’età di quattordici anni, è stata una scelta etica adottata per empatia verso altri esseri viventi, e ho iniziato a cucinare per me sperimentando anche ricette più tradizionali e declinandole in senso vegetariano. Poi con il tempo è diventato un lavoro: ho una lunga esperienza professionale in questo settore.
E il contesto intorno a voi come era 15 anni fa?
Firenze era una città che lasciava ben poco spazio ad alternative veg. Diversa la storia di Melisa che si è laureata a Urbino in biblioteconomia e l’amore per i libri lo ha nel DNA, insieme a un innato ottimismo. In questo caso anche gli interessi culturali hanno giocato un ruolo fondamentale: entrambi siamo appassionati di arte contemporanea. Melisa ama anche tante forme espressive della contemporaneità: il teatro, le arti performative in genere, la fotografia ed entrambi condividiamo l’interesse per la musica e l’illustrazione. Anche in questo caso abbiamo fatto i conti con quanto offriva la città: nel 2009 non c’era a Firenze una libreria specializzata nell’arte contemporanea. Restringere il campo sulle nostre passioni ci ha permesso di organizzare al meglio gli spazi ristretti che avevamo a disposizione. In poco tempo il cortile, grazie all’ installazione di strisce di stoffa di De Ferrari+ Modesti (evocata sulla copertina del libro di Corraini), è diventato un tratto distintivo della Brac e dal 2010 sono iniziati incontri strutturati con gli autori: qui sono passati in tanti, in 15 anni di vita abbiamo organizzato 1800 eventi, ma mi piace ricordare la presenza di Makkox e Zerocalcare quando non erano ancora famosissimi.
Perché festeggiare 15 anni di vita con un libro d’artisti?
Era da qualche anno che pensavamo a un libro, forse lo abbiamo iniziato a pensare in occasione della festa dei dieci anni di attività nel 2019, ma così come lo avevamo in mente, come lo sognavamo, non era di rapida realizzazione. Quello che era certo è che volevo un libro di ricette in cui i piatti non fossero fotografati come nei ricettari tradizionali. Io sono abituato a lavorare nel backstage e mi piace stare dietro le quinte: affidare agli artisti il compito di interpretare i piatti della Brac, sono 80 ricette, è stato un modo per neutralizzare il rischio che emergesse l’ego dello chef.
Inoltre, non siete nuovi a questo genere di esperienze…
Beh, ad esempio nel 2019 avevamo avviato da otto anni la rassegna scripta, a cura di Pietro Gaglianò, che poi ha cambiato pelle e luoghi: da rassegna mensile in libreria a festival in luoghi istituzionali nel 2017, e poi manifestazione nei circoli ARCI dal 2020. Questa felice collaborazione, che abbiamo sempre sostenuto, ha fatto sì che la Brac diventasse un crocevia di artisti: ospiti di scripta, o spettatori delle varie iniziative, o semplici utenti o amici e amici degli amici. Alcuni alla Brac sono intervenuti lasciando opere permanenti: Luca Pancrazzi, Daniela Comani, Francesco Lauretta, Marta Dell’Angelo, Vittorio Corsini, Margherita Moscardini e Lori Lako. L’esperienza e il rigore curatoriale di Gaglianò sono stati determinanti nel coinvolgere 78 artisti nella realizzazione del libro. La genesi del volume è stata piuttosto lunga ma siamo felici del risultato e del bel progetto grafico dell’editore.
Un bilancio di questi 15 anni?
M: La Brac è cresciuta in questi anni nei numeri e, dal 2021, anche negli spazi, e senza le ricette di Sacha e il suo duro lavoro in cucina tutto questo non esisterebbe, ecco perché questo libro è importante. Dopo il lockdown abbiamo trovato uno spazio attiguo ai locali originari e ciò ci ha permesso di raddoppiare le superfici e di ampliare la libreria. La vecchia sala “polivalente” è dedicata esclusivamente alla ristorazione, mentre nei nuovi locali trovano posto i libri, la caffetteria e uno spazio per gli incontri.
Cosa vedete nel futuro della Brac?
L’assortimento librario si è ampliato con uno sguardo verso altre forme di espressività. Dal 2021 con la “poeta” e performer Rosaria Lo Russo, quest’anno tra i candidati al Premio Strega Poesia, ha preso avvio la rassegna S/P/Read dedicata alla traduzione del testo poetico. Inoltre con Vaia Balekis abbiamo allargato lo sguardo sui libri illustrati con la rassegna Radiosa, dedicata a quei volumi “illuminati” dalle figure che non sono necessariamente indirizzati all’infanzia. Infine abbiamo prodotto una serie di video, mini-docu-interviste, dal titolo Feat, coinvolgendo importanti nomi della scena musicale italiana: un progetto dedicato alla musica e alle abilità necessarie perché il suono delle parole e delle note diventino opera e capolavoro, un momento d’incontro con autori, compositori e artisti. La musica richiede prodezza, perseveranza e disciplina, tecnica e ascolto. L’augurio in questo anniversario, in cui la seconda generazione è già attiva in cucina, è riuscire a trasmettere ai nostri figli un’idea diversa di commercio in una città travolta dall’overtourism.
Santa Nastro
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