Dalla Venere di Willendorf al design di Formafantasma. Le mostre da ICA a Milano
Erika Verzutti, con le sue sculture arcaico-contemporanee, e gli arredi anti-modernisti di Formafantasma. Sono queste le nuove proposte di Fondazione ICA
È la poesia – rintracciabile in entrambi i progetti degli artisti – a fare da filo rosso alle due proposte espositive di Fondazione ICA. Una poesia del contemporaneo, che costruisce microcosmi quasi fiabeschi, pur dal sottile fondo di critica sociale. Da un lato, Erika Verzutti (San Paolo, 1971) popola il pianterreno dello spazio milanese con le sue sculture ispirate ai frutti tropicali. Forme arcaiche sono ricomposte con semi, uova, carambole polpose. Dall’altro il duo dei Formafantasma arreda le stanze al piano superiore con mobili nostalgici dal sapore vezzoso. Dietro i decori e la gioia della natura fruttifera, però, si celano altrettanti significati più profondi. Letture poetiche, ma altrettanto impegnative.
La mostra di Erika Verzutti alla Fondazione ICA di Milano
Il primo evento espositivo che si incontra lungo il percorso è Notizia. Una ricca rassegna che intreccia diversi ambiti di indagine dell’artista brasiliana: informazione, natura e suggestioni per l’antico. Come si intende dal titolo, un ruolo centrale è riservato al medium di comunicazione e diffusione di idee per eccellenza: il giornale. Il Giornale dell’arte, in questo caso, che campeggia come componente di alcune opere. Lo si vede imbalsamato – quasi l’artista volesse così fissarne in eterno gli eventi che riporta – all’interno di un blocco trasparente. Blocco che fa da supporto a una delle sculture.
E sono ancora i quotidiani cartacei ad essere rievocati nei lavori parietali, dove dialogano con le impronte lasciate da ipotetiche uova. Ritrovarsi, oggi, ad avere tra le mani la carta stampata è un’esperienza sempre più rara. Il giornale inchiostrato è la Preistoria dell’informazione. L’associazione fatta da Verzutti con le forme della statuaria arcaica sembra proprio dire questo: un inno a un passato in cui le notizie si apprendevano sfogliando, e le sculture femminili erano un omaggio alla generosità della terra.
La Venere di Willendorf e le altre sculture di Erika Verzutti
Co-protagoniste dei quotidiani sono la Venus Revolved – una Venere di Willendorf reinterpretata assemblando frutti polposi – e Tower of eggs with news. Quest’ultima si compone di due serie totemiche: una nera e una bronzea. Il rimando è alle uova (un altro elemento della natura ricorrente nella poetica di Verzutti) ed è curioso vedere entrambe le torri coricate, come se stessero riposando poggiate sui loro cuscini di giornali. Tutte composizioni dal gusto ancestrale, mistico, che mescolano catene di corpi organici a citazioni di grandi nomi dell’arte contemporanea. Brancusi prima di tutti.
La mostra di Formafantasma alla Fondazione Ica di Milano
Come sottolinea il curatore Alberto Salvadori, si tratta di un progetto espositivo molto importante per Simone e Andrea, noti con il nome di Formafantasma. La casa dentro: un viaggio introspettivo, che li ha indotti a richiamare alla memoria la quotidianità domestica e familiare della loro infanzia. Tempi d’oro ormai perduti, che rivivono negli arredi sviluppati per questa mostra. Lampadari, poltrone, tavoli che sanno inequivocabilmente di casa. In linea con tutta la loro filosofia progettuale, ciascun pezzo deriva da suggestioni personali, ma al contempo si rifà a immaginari collettivi. Così facendo, anche l’utente ha modo di connettersi con e fare suo l’arredamento.
Il modernismo decorativo nel design di Formafantasma
Sapore di casa è per i Formafantasma un gusto per la decorazione e l’ornamento. Se si ripensa ai salotti di qualche decennio fa, infatti, l’immaginario è pieno di fiocchi, bottoni, pattern floreali. Elementi superflui in termini di utilità, ma dal fondamentale apporto emotivo. L’ideale modernista inorridirebbe davanti a queste linee così poco essenziali, così femminee. Ed è proprio al Modernismo, che questa mostra lancia una critica sottile, ma potente. Lo fa con mobili che associano strutture metalliche tubolari – emblemi modernisti appunto – a patter a fiori, dai colori pastello. O ancora, con luci al neon inutilmente decorate: impacchettate e infiocchettate di stoffa. Vestite in uno stile a metà tra il vintage e il ricercato.
Emma Sedini
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