Quanto rende felici andare al museo? C’è uno strumento che cerca di dircelo

Si chiama RADAR ed è un toolkit utilizzabile in ambito culturale per misurare l’impatto sul benessere di una qualsiasi esperienza artistica. Semplice, rapido, e accessibile a tutti. Ma come funziona?

Questo misuratore di benessere e felicità è il frutto degli studi di Sara Uboldi e Alessandra Marasco, nell’ambito del progetto Inclusive Arts and Culture (ICA) promosso dall’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale. Basato su pratiche internazionali ormai sperimentate da più di un decennio, RADAR è uno strumento di per sé molto semplice e accessibile. Tutti – ragazzi inclusi – lo possono utilizzare per misurare l’impatto che le esperienze culturali possono avere su di sé. Dai musei, agli spettacoli, alle attività laboratoriali a sfondo artistico. Sono tanti i contesti in cui questo toolkit di auto-analisi può essere utile. Utile a se stessi, ma ancora di più a chi sta dall’altra parte: ai musei, agli educatori, a tutti gli organizzatori di attività culturali. Solo conoscendo l’impatto di quello che si sta facendo, infatti, si può sapere come migliorare i servizi e le proprie offerte. Ma come funziona? Ve lo spieghiamo qui.

Toolkit RADAR per misurare gli effetti sul benessere delle esperienze culturali. Photo via Unsplash by Kyle Gregory Devaras
Toolkit RADAR per misurare gli effetti sul benessere delle esperienze culturali. Photo via Unsplash by Kyle Gregory Devaras

Come funziona RADAR il toolkit per misurare la felicità che nasce dall’arte

Il toolkit di RADAR è composto da tre strumenti: due per auto-valutare le proprie emozioni, e uno dedicato alla “connessione con l’arte e il patrimonio culturale” che si percepisce. Li si compila prima e dopo l’esperienza artistica in esame, e si confrontano i risultati. Così, ciascuno, anche solo guardando le proprie risposte, può rendersi conto delle differenze, riflettendo sull’effetto che l’arte abbia prodotto su di sé. Raccogliendo i dati su larga scala, poi, questi possono essere analizzati, ricavando utilissime informazioni statistiche sulle variazioni e sugli impatti. Una base fondamentale per studiare il fenomeno e indirizzare le azioni future delle progettualità culturali. 

Il toolkit RADAR: uno strumento accessibile per tutti

RADAR è pensato per essere utilizzabile da chiunque, grazie a un design semplice, intuitivo e accessibile. Lo si compila sul posto, rapidamente, senza bisogno di particolari assistenze. È pensato per diversi contesti culturali: musei, biblioteche, gallerie, teatri e festival. Ma anche per ambiti educativi, o luoghi di cura e assistenza. Si adatta a tutte le fasce di età… persino ai più giovani, per i quali è spesso difficile capire quello che provano davvero. Per spiegare a bambini e ragazzi come e perché usarlo, le ricercatrici hanno messo a punto una storia a fumetti che vede protagonisti due loro coetanei: Francesco e Sofia.

Toolkit RADAR per misurare gli effetti sul benessere delle esperienze culturali. Photo via Unsplash by Tim Mossholder
Toolkit RADAR per misurare gli effetti sul benessere delle esperienze culturali. Photo via Unsplash by Tim Mossholder

Al via la sperimentazione del toolkit RADAR con i ragazzi di Recanati

Proprio in queste settimane, è in corso il progetto pilota che coinvolge 250 studenti tra i 12 e i 14 anni. La sperimentazione ha luogo nel Comune di Recanati, dove i giovani partecipanti sono invitati a utilizzare il toolkit per testare gli effetti positivi prodotti da laboratori di musica, fumetti e video. Accanto alle misurazioni, una serie di focus group arricchisce l’indagine, cogliendo questa preziosa occasione per aiutare gli adolescenti a esprimere le proprie emozioni. Il target di età è stato scelto proprio per le difficoltà che incontrano spesso nel relazionarsi con i coetanei e con gli adulti e comunicare i propri pensieri. Grazie a questo progetto, i ragazzi coinvolti possono sperimentare nuove attività creative e stimolanti, e acquisire maggiore consapevolezza di sé, e di ciò che l’arte e la cultura possono fare per loro. Dall’altra parte, i risultati sono una risorsa preziosa per raccogliere evidenze sul ruolo del patrimonio culturale per il benessere della società.

Emma Sedini

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Emma Sedini

Emma Sedini

Etrusca e milanese d'origine in parti uguali, vive e lavora tra Milano e Perugia. È laureata in economia e management per arte, cultura e comunicazione all'Università Bocconi, e lì frequenta tutt'ora il MS in Art Management. Nel frattempo, lavora in…

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