L’arte della calligrafia di ieri e di oggi in mostra a Venezia
Pratica dalle origini antichissime, la calligrafia è molto più di semplice scrittura: è un’arte. Grafica, pittorica e persino performativa. Lo racconta questa mostra a Palazzo Correr a Venezia
Se il segno della scrittura manuale della scrittura manuale viene tracciato sapientemente – e sulla carta risulta elegante e gradevole – costituisce una vera e propria arte che prende il nome di Calligrafia (dal greco καλός (calòs) ‘bello’ e γραφία (graphìa) ‘scrittura’) ovvero bella scrittura. Nata in Oriente oltre 3000 anni fa, ancora oggi gode di un’attenzione particolare: basti pensare che nel 2021 l’Unesco ha inscritto la calligrafia araba nella lista del suo Patrimonio immateriale.
A tal riguardo il Museo Correr di Venezia propone la mostra La via della Scrittura, che comprende manoscritti e documenti antichi conservati nella sua Biblioteca, uniti alle opere di sei artisti contemporanei: Gayane Yerkanyan, Sarko Meené, Golnaz Fathi, Hassan Massoudy, Mingjun Luo e Monica Dengo. Tutti accomunati dalla volontà di esplorare ciò che le forme scritte veicolano.
I progetti su Marco Polo al Museo Correr di Venezia
La mostra a cura di Monica Viero e s’inscrive in una serie di progetti ad ampio respiro che quest’anno sono dedicati alla celebrazione dei 700 anni dalla morte di Marco Polo e alle realtà culturali che il viaggiatore veneziano ha incontrato durante il suo viaggio in Oriente. La Via della Seta traccia dunque la Via della Scrittura consentendo di scoprire le diverse interpretazioni artistiche, storiche e culturali della calligrafia.
A completare questo percorso, quattro giornate di workshop previste a ottobre, per toccare con mano tutto il potenziale espressivo della scrittura attraverso la cultura orientale e occidentale.
La calligrafia tra passato e futuro in mostra al Museo Correr di Venezia
La calligrafia è storicamente regolamentata da norme che consacrano la scrittura alla misura e alla proporzione. Nella modernità si sono sviluppate correnti quali la “falsa calligrafia” o “modern calligraphy” che prendono le distanze dalle regole sopracitate, ma che hanno guadagnato totale autonomia estetica, non di rado attraverso contaminazioni con altri ambiti. Questo è il caso di Pokras Lampas – il fondatore del “Calligrafuturism” – movimento artistico che fonde elementi di street art con tecniche, supporti e stili urban e all’avanguardia.
D’altro canto, oggi la scrittura non è più solo un mezzo universale di comunicazione, ma si è spinta verso nuovi confini e percorre sempre nuovi livelli di espressione e creatività. Se è vero – come affermò il compositore e calligrafo Chou Wen-Chung – che “ogni cosa in questo mondo può trasformarsi in figura”, allora è anche vero che può raggiungere diversi livelli di astrazione fino a conquistare lo statuto di scrittura asemica, senza più una relazione tra segno e significato.
La performance della calligrafia diventa arte al Museo Correr
Alle volte, è addirittura la performance del calligrafo, a farsi arte. Questo è il caso di Ai Kishimoto, che rivisita lo Shodo – l’antica arte giapponese della calligrafia – come un tramite per lasciare spazio alle emozioni e all’espressione interiore e ponendo l’accento sul momento creativo dove, attraverso il gesto, avviene l’incontro tra mente e corpo.
La calligrafia, sia che rafforzi il binomio segno-significato, sia che si elevi a forma artistica tout court declinata in astrazioni, performance o installazioni, dimostra che le parole possono essere tanto potenti visivamente quanto lo sono nel loro significato e costruisce, intanto, un ponte tra passato e futuro.
Alice Marchesini
SCOPRI QUI la mostra al MUVE
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati