Il rapporto con il paesaggio nella storia e nell’arte: una mostra a Lugano
Alla Fondazione Bally, una grande mostra che racconta il paesaggio attraverso le opere di artisti passati e contemporanei. Da Schifano, agli acquerelli di Herman Hesse, fino alle cianotipie di Lisa Lurati
In botanica, un rizoma è un fusto radicale che si estende orizzontalmente nel terreno. A differenza delle piante, strutture verticali che ricevono nutrimento da foglie e radici, il rizoma si espande nel suolo e immagazzina tutte le sostanze nutritive. Gilles Deleuze e Felix Guattari hanno usato il termine rhizowma in senso filosofico nel loro libro Mille Plateaux (1987). Si tratta di un modo di pensare che crea nuove conoscenze, diffondendosi liberamente, senza seguire gerarchie o dualismi. È questo uno tra i vari temi che traspare nel progetto espositivo ARCADIA, a cura di Vittoria Mattarese, inaugurato presso Villa Heleneum a Lugano, sede della Fondazione Bally.
La palma al centro della mostra ARCADIA alla Fondazione Bally di Lugano
L’albero della palma è al centro del progetto, e viene rappresentato in molte opere in mostra. Queste imponenti piante (che possono raggiungere fino a 60 metri di altezza), sono presentate non solo per la loro statura e la loro bellezza, ma anche come veicoli di riflessione sulla natura, la cultura e persino l’economia.
La palma è un albero antichissimo, che si suddivide in più di 2.500 varietà. Si appoggia su numerose radici, relativamente corte e robuste, che si sviluppano nel terreno a forma di rizoma a raggiera.
Dai dipinti di Mario Schifano, alle installazioni foto-sensibili di Gabriel Moraes Aquino, questa serie di immagini si trasforma progressivamente in un’esplorazione di narrazioni, invitando a riflettere sulla presenza delle palme in un contesto così lontano dal loro ambiente naturale.
La Riviera Svizzera nella mostra a Lugano
Punto di partenza è la raccolta di cartoline e depliant pubblicitari prevenienti dall’Archivio Storico della Città di Lugano (collezione iconografica 1900-1976). Nelle immagini si descrivono il Ticino e il Lago di Lugano come destinazioni turistiche esotiche, evidenziando gli elementi caratteristici dei climi più caldi. In particolare, le passeggiate sul lungo lago e i viali di palme realizzati agli inizi del’900, comunicano una trasformazione significativa, passando da un tradizionale paesaggio montuoso a un paesaggio quasi tropicale. Il cambiamento avviene talvolta anche attraverso fotomontaggi, dove le palme sono aggiunte per creare un’atmosfera di Riviera Svizzera.
La mostra prosegue con una serie di acquerelli dipinti dallo scrittore Herman Hesse.
Affascinato dai paesaggi ticinesi, che percepiva come l’incarnazione di un Sud idilliaco, dal clima temperato e dalla magia dei colori, Hesse descrive in particolare il suo amato giardino esotico della casa a Montagnola, frequentato da amici artisti e letterati.
L’arte contemporanea nella mostra alla Fondazione Bally di Lugano
La mostra collettiva ARCADIA interroga poi diversi artisti contemporanei sul rapporto tra natura e artificio, sul confine tra realtà, immaginario ed ecosistemi emotivi. Tra questi l’artista di Tangeri Yto Barrada, influenzata dalla botanica, da tempo raccoglie disegni, testi e fotografie come un inventario delle varietà di palme presenti sul territorio marocchino. Palm Sign è una scultura che rappresenta una palma monumentale in metallo, dipinta usando i colori dei taxi di Tangeri, a ricordo dell’immaginario pittoresco del suo Paese.
Julius von Bismarck realizza opere che esplorano la complessità della percezione umana e la nostra relazione con la natura. La serie di opere I like flowers consiste in una collezione di piante essiccate, come nella pratica che si usa per creare erbari, per classificare e archiviare la vegetazione. Le sue imponenti sculture sono composte da piante schiacciate su un foglio di metallo, fino a far perdere la loro terza dimensione.
L’artista francese Raphaël Emine, ispirato dalle ricerche del paesaggista francese Gilles Clément, nella sua pratica scultorea utilizza la ceramica, sia in modo tradizionale sia con tecnologie contemporanee come la stampa 3D.
Il duo Ittah Yoda (composto da Virgile Ittah e Kai Yoda), affascinati sia dai mondi naturali che digitali, lavora sull’idea di un mondo post-antropocentrico. L’installazione realizzata per la mostra è creata dopo un periodo di residenza presso la Fondazione Bally, durante il quale hanno mappato il territorio e raccolto elementi come minerali, licheni e polvere.
Gli altri artisti contemporanei in mostra a Lugano
Lungo il percorso si incontra poi il lavoro di Lisa Lurati, un’artista che utilizza la fotografia con la particolare tecnica di stampa della cianotipia. Ispirandosi al lavoro della botanica inglese
Anna Atkins – nota per le sue fotografie di alghe – Lisa utilizza il cianotipo in un approccio pittorico, per creare grandi tele misteriose. L’opera in mostra raffigura piante, foglie e animali dell’era mesozoica, narrati come in una sorta di paradiso dimenticato. L’artista svizzera Batia
Suter realizza installazioni monumentali di immagini tratte da vecchi libri, che esplorano le varie risonanze delle forme e dei paesaggi geologici. Il legame con il Ticino è rafforzato nella visione di questa regione come una zona misteriosa dove si intrecciano diversi ecosistemi.
Tutto il concept della mostra abbraccia dunque il concetto di migrazione e mescolanza, quali agenti di un sistema di processi cognitivi in costante movimento, per garantire una biodiversità culturale, vegetale e sociale.
Claudia Zanfi
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