La Certosa di Trisulti. Storia dell’antico monastero certosino in Ciociaria che ospita anche mostre d’arte contemporanea

A Collepardo, un piccolo borgo laziale, prende forma il duecentesco complesso monastico della Certosa di Trisulti. Ad animarne gli spazi saranno le installazioni site specific realizzate da uno scultore romano

Il paese di Collepardo nasce su un rilievo dei Monti Ernici, nel Basso Lazio, in un’area storicamente importante per la presenza del fiume Cosa (conosciuto anche come Acquosa). Questo ha portato alla fondazione precoce dei primi insediamenti, testimoniati da resti di tracciati, mura e necropoli rinvenuti nel 1960.

A partire dal XIII Secolo, però, la fama di Collepardo si lega alla presenza della Certosa di Trisulti, assegnata all’ordine dei Certosini da papa Innocenzo III. Il monastero, che ha visto un susseguirsi di modifiche e ammodernamenti col passare dei secoli, è tornato ad essere patrimonio pubblico nel 2021 e ospita progetti espositivi come Elementa, la mostra antologica dello scultore Riccardo Monachesi(Roma, 1954) a cura di Simona Ciofetta, che ne animerà gli spazi interni ed esterni a partire dal 28 giugno 2024.

Certosa di Trisulti, Pescheria
Certosa di Trisulti, Pescheria

La storia della Certosa di Trisulti a Collepardo 

La Certosa di Trisulti fu edificata in località Selva d’Eco, nei pressi di Collepardo, agli inizi del Duecento. Della fase medievale restano il leone proveniente dall’arredo dell’antica chiesa abbaziale (più volte rimaneggiata sino all’impianto decorativo barocco ancora visibile oggi) e gli ambienti del cosiddetto palazzo di Innocenzo III, che ospitano la Biblioteca nazionale della Certosa con circa 36mila volumi rari.

Nel corso dei secoli la Certosa si è trasformata in un poderoso complesso monumentale di circa 80mila metri quadrati, nei quali si trovano, oltre alla sala capitolare, alle celle, al refettorio e al cimitero dei monaci, anche la pescheria, il chiostro, il giardino, gli orti e la splendida Farmacia settecentesca, che testimonia l’attività dei monaci, proseguita fino in epoca moderna.

La mostra “Elementa” alla Certosa di Trisulti a Collepardo

La mostra di Monachesisi fonda sul dialogo tra le opere dello scultore e gli spazi architettonici della Certosa, rispettandone la storia e l’identità. L’intero percorso espositivo si snoda tra la chiesa, i giardini, gli orti, la farmacia, ed è puntellato da 26 installazioni site specific, composte da oltre 400 pezzi in ceramica realizzati dal 1990 a oggi. 
Si passa dalle forme organiche intitolate Pneuma alle memorie morandiane, dalle Ali alle Semilune, segno architettonico in contraddizione con l’architettura reale che si trasforma in un corpo celeste. In un climax ascendente, le opere accompagnano il pubblico nella sfera religiosa, reinterpretando la Via Crucis e San Sebastiano.

Certosa di Trisulti (vista interna)
Certosa di Trisulti (vista interna)

Parola alla curatrice della mostra Simona Ciofetta

La sensibilità di Riccardo Monachesi per lo spazio architettonico, uno spazio interno o esterno, nudo o arredato, ma quasi sempre uno spazio vissuto e carico di memoria, trova nella Certosa di Trisulti una sede ideale per una esposizione antologica delle sue installazioni, con ceramiche realizzate dal 1990 fino ai pezzi prodotti appositamente per questa circostanza.Il suo lavoro, seriale o concentrato in rari pezzi ‘unici’, si attua attraverso un continuo passaggio tra progettazione e caso, nel quale si spiega la scelta del suo mezzo espressivo d’elezione: la creta, una materia duttile, capace di apparire spoglia o sontuosa, di dare leggerezza alla profondità concettuale“.

Valentina Muzi 

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Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

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