Il Santa Maria della Scala di Siena cambia tutto: ammodernamenti, mostre, performance
Oltre a conservare il patrimonio storico artistico, tra gli obiettivi del rilancio dell'antico Spedale c'è la volontà di trasformarlo in un polo culturale. Per approfondire gli interventi e le future attività abbiamo rivolto qualche domanda al neo presidente Cristiano Leone
“Da Presidente, ambisco ad apportare la mia doppia competenza, manageriale e artistica, che ho esplorato nel mio insegnamento universitario ma che ho potuto soprattutto applicare attraverso progetti sia sperimentali che rivolti al grande pubblico, per preservare e valorizzare il patrimonio storico, culturale e artistico del Santa Maria della Scala”. Così spiegava le sue intenzioni ad Artribune Cristiano Leone, subentrando a Lucia Cresti nella presidenza della Fondazione. Intenti che oggi trovano concretezza nel nuovo piano di rilancio del complesso museale senese, con interventi di tipo amministrativo e creativo: passando dalla struttura manageriale, alla nuova identità grafica, dalla ridefinizione degli spazi dell’antico Spedale ai palinsesti espositivi e performativi. Per scoprire le dinamiche e i protagonisti di questa importante trasformazione abbiamo rivolto qualche domanda al neo presidente.
Intervista a Cristiano Leone, presidente della Fondazione Santa Maria della Scala di Siena
Tra i primi interventi per il rilancio del Santa Maria della Scala si è parlato di un Masterplan architettonico, urbanistico e museografico per ripensare gli spazi dell’antico Spedale. Come si svolgerà?
Abbiamo individuato quattro studi di architettura riconosciuti sul piano internazionale che hanno accolto l’invito della Fondazione per iniziare un cammino in tre tappe: la prima, avverrà proprio questo 17 giugno, con un primo sopralluogo. Seguirà poi una restituzione in occasione del Convegno ISOCARP, che si terrà presso il Santa Maria della Scala (9 – 12 ottobre). Si aprirà quindi un concorso di idee, che consentirà a una giuria internazionale di selezionare un vincitore tra i quattro studi invitati, al quale sarà affidata la realizzazione di un masterplan generale che trasformerà il Santa Maria della Scala rendendolo un luogo aperto alla città, attraverso un nuovo percorso museografico che includerà, tra le varie novità, anche una sala dedicata alla storia dell’Ospedale.
Come si svilupperà il concorso e quali costi dovrà sostenere la Fondazione?
Per la fase legata al concorso abbiamo stipulato una somma totale di 60mila euro, che saranno distribuiti tra i partecipanti e il vincitore. Seguirà poi l’affidamento al vincitore della realizzazione del Masterplan, il cui ammontare dipenderà proprio dai bisogni e dalle priorità che saranno individuati. Siamo pertanto lieti di annunciare che gli studi di architettura selezionati sono: Barozzi Veiga, Odile Decq, Studio LAN e Hannes Peer.
Il palinsesto espositivo e performativo del Santa Maria della Scala di Siena
Quale linea seguirà la programmazione espositiva e quando debutterà?
Il programma di mostre per il triennio a venire intende gettare un ponte tra generazioni, culture, epoche e luoghi diversi. La prima mostra si aprirà il 19 giugno con SOTTO/SOPRA Arte Urbana: dalla strada al museo, andata e ritorno, curata da Patrizia Cattaneo Moresi e Michelina Simona Eremita, che racconta attraverso le opere di oltre 30 artisti, nazionali e internazionali, l’evoluzione dell’arte urbana e inaugura i nuovi spazi espositivi nella strada interna al museo (recentemente recuperati). Non solo, i visitatori avranno l’opportunità di vedere gli artisti all’opera in interventi site specific.
Cosa ci sarà in mostra durante il Palio di Luglio?
Il 26 giugno sarà inaugurata la mostra dedicata al celebre fotografo Nino Migliori che esporrà una serie di fotografie dedicate al capolavoro scultoreo di Jacopo della Quercia, le cui opere sono conservate ed esposte proprio al Santa Maria. La mostra, a cura di Lucia Simona Pacchierò.
Qualche anticipazione sulle mostre future?
La prima, intitolata Costellazioni. Arte italiana 1915-1960, aprirà a ottobre ed esporrà per la prima volta insieme alcuni capolavori del Novecento dalle collezioni Monte dei Paschi di Siena e Cesare Brandi, accogliendo altresì un intervento d’arte contemporanea. La mostra è realizzata in collaborazione con Fondazione Monte dei Paschi e la Pinacoteca Nazionale di Siena, con la curatela del prof. Luca Quattrocchi. Nella primavera del 2025, invece, si aprirà poi una grande mostra, la prima mai realizzata, sul pittore, scultore, architetto e orefice Lorenzo di Pietro, noto come Il Vecchietta (Siena, 1410 – 80). Si è ritenuto importante iniziare subito a “raccontare” la storia dell’antico Spedale Santa Maria della Scala attraverso una delle figure artistiche che maggiormente ha plasmato l’identità e la storia di questo luogo, in quanto il Santa Maria accoglie alcuni dei suoi massimi capolavori. La curatela di questa importante mostra è affidata a Giulio Dalvit, curatore della sezione Scultura della Frick Collection di New York, che proprio al Vecchietta aveva dedicato la sua tesi di dottorato, che sarà pubblicata come catalogo e approfondimento della mostra, con un nuovissimo corredo fotografico.
Che ruolo ricoprirà l’arte performativa nel rilancio del complesso museale senese?
Attraverso una serie di performance musicali, di danza e di teatro, concepite appositamente per evocare aspetti della storia identitaria dell’antico Spedale, il Festival Xenos si pone l’obiettivo di riportare la vita, il gesto, la voce e il corpo negli spazi che si sono presi cura proprio dei corpi. La programmazione, che sarà presentata a ottobre, affiancherà artisti italiani e internazionali, in uno scambio reciproco finalizzato a interagire con la storia del luogo, le sue architetture e i suoi capolavori. Il festival si svolgerà il 6, 7 e 8 novembre 2024 e avrà una cadenza annuale.
Valentina Muzi
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