Artisti settecenteschi e contemporanei faccia a faccia in una mostra a Macerata
Il ritratto è sempre contemporaneo. Lo spiega una mostra nelle Marche che ha messo al confronto artisti del presente con opere provenienti dalle collezioni locali tra Settecento e Ottocento
Andare a Macerata, nelle Marche, per scoprire il collezionismo Sette-Ottocentesco delle famiglie nobili locali e ritrovarsi all’improvviso in un mondo lontano e completamente diverso. Opere di autori contemporanei installate vicino a dipinti del passato che si scontrano per le divergenze di “vedute”. La mostra Vis-à-Vis è una mostra che intende portare l’attenzione sulla ritrattistica, confrontando linguaggi apparentemente diversi che dialogano però tra loro sul ruolo cruciale dello sguardo nella conversazione.
La mostra Vis-à-Vis a Macerata
La fisicità dello sguardo e la materialità dei gesti dei personaggi ritratti sono determinati nella composizione pittorica o fotografica. Sia nella pittura del Settecento, sia nella pittura del Novecento il tema della fisicità assume un significato particolare perché il corpo diventa il mezzo per entrare in contatto con l’osservatore. Il titolodella mostra allude appunto allo sguardo reciproco tra opera e osservatore più che allo sguardo reciproco tra due esseri umani che si trovano a viso a viso. Per rappresentare il progetto espositivo, i curatori hanno scelto un’opera di Fabrizio Cotognini, Attempt to create the smallest painting exhibition in the world (2021-2024). Il personaggio, che nasconde il suo volto dietro una fitta intelaiatura bianca, dialoga con gli ambienti del palazzo e i visitatori solo attraverso gli occhi con il mondo esterno. L’esposizione a cura di Elsa Barbieri, Massimo Francucci e Giuliana Pascucci è stata allestita presso i Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi di Macerata rimarrà visitabile fino al 12 dicembre 2025.
Le opere della mostra Vis-à-Vis
Nelle opere esposte i curatori hanno tentato di definire le caratteristiche del ritratto del presente e del passato. Infatti, sono impliciti i riferimenti al tema del “dialogo fatto di sguardi” già nella prima sala dove sono stati accostati un ritratto di Carlo Maratti in veste da camera, un dipinto di piccolo formato di Enzo Cucchi e una grande quadro dove emerge chiaramente il tema della violenza fisica che Eduardo Arroyo descrive nel dipinto “Muyer martinez” Costantina detta Tina rapata dalla polizia (1968).
Il dipinto Autoritratto 1774 di Cav. Pier Leone Ghezzi mostra un personaggio sicuro che dirige il suo sguardo verso lo spettatore. Alla caratterizzazione dei volti perpetuata da Pier Leone Ghezzi fanno da contro il dittico Mutation (1970) di Klaus Rinke nel quale ci accorgiamo dell’instabilità psicologica del personaggio. L’uomo ritratto si copre il volto, cercando per l’appunto di coprirsi gli occhi. Accanto al fotografo tedesco, è esposto Opalka (1965) di Roman Opalka in cui si vede l’ineluttabilità dei cambiamenti prodotti sul viso dell’artista dallo scorrere del tempo. Prima di incominciare e al termine di un’opera, l’artista si scattava una fotografia per riconoscere sul suo volto il trascorrere del tempo dall’inizio alla fine dell’opera.
Le installazioni nella mostra Vis-à-Vis
L’installazione di Mark Manders Isolated bathroom/Composition with four colors (Collezione Maramotti) ha una forza espressiva tale da immobilizzare lo spettatore davanti agli oggetti che formano l’opera. Due elementi essenziali: il personaggio seduto sulla sdraia e la vasca bianca su cui è stata appoggiato un panno giallo per dare un tocco di colore all’ambiente. La base su cui appoggiano gli oggetti è scura così il contrasto è forte. Luci chiare e scure che formano danno risalto agli elementi essenziali.
Nelle sale del piano nobile, che ospitano la Pinacoteca d’Arte Antica, si propone il ri-conoscimento di sé e dell’altro attraverso un cortocircuito tra i dipinti di Sebastiano Ceccarini (Fano, 17 maggio 1703 – 26 agosto 1783) e alcuni tra i più noti artisti viventi. I lineamenti forti nei carboncini e appena accennati sulla superficie del vetro di Leiko Ikemura sono avvicinati al viso Rosa Fiorenzi Ciccolini (XVIII sec.) di Ceccarini. Inoltre, questa parte della mostra ospita opere di Kiki Smith, l’essere alchemico di Evgeny Antufiev, i volti delle miniature di Fabrizio Cotognini, le interazioni tra uomini e donne di David Reimondo.
La parola alla curatrice Elsa Barbieri
“Un ritratto non è semplicemente un’immagine”, ha detto Elsa Barbieri, curatrice della parte contemporanea della mostra, “come tante e infinite dominano il nostro mondo, ma è un soggetto, attivo e influente che rivolge lo sguardo su di noi, è un volto tra i volti, è un corpo tra i corpi, che diventa tale guardando e venendo guardato (…). Attraverso i lavori di tanti artisti, che ringrazio … chiedersi se esista un rapporto tra il ritratto e l’individuo che rappresenta o tra il ritratto e lo sguardo che incontra permette di rispondere affermativamente: un rapporto c’è perché il ritratto è, anzitutto e alla fine, un incontro”.
Andrea Carnevali
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