Tutte le mostre da non perdere in Friuli-Venezia Giulia quest’estate 

In attesa di vedere Gorizia Capitale della Cultura 2025, l’estate di preparazione è già ricchissima di eventi, a partire dalla mostra fotografica sull'Amazzonia di Salgado. Ecco la nostra guida di mostre imperdibili

In attesa che Gorizia riceva il testimone di Capitale Europea della Cultura 2025, l’estate in Friuli-Venezia Giulia si presenta ricca di appuntamenti culturali. È dunque un 2024 di preparazione per la regione: occasione da non lasciarsi scappare per visitare le città e le mostre che propongono. I nostri consigli partono con la fotografia del maestro del bianco e nero Gianni Berengo Gardin, per proseguire con i colori sgargianti della foresta pluviale immortalata da Salgado. Qualche tappa di arte del Novecento, e poi vi anticipiamo due progetti paralleli curati da Marco Goldin, in arrivo in autunno, che mettono al centro la figura di Giuseppe Ungaretti. 

Le fotografie di Gianni Berengo Gardin a Udine 

Nei suoi 94 anni di vita, il fotografo originario di Santa Margherita Ligure ha raccontato l’Italia del Dopoguerra, e i cambiamenti che l’hanno attraversata fino a oggi. Un Paese che si ritrovò al centro di una svolta repentina: il boom – economico e non solo – travolse inaspettatamente la società, influenzando profondamente gli Italiani in divenire e loro città. Gianni Berengo Gardin, maestro del bianco e nero più autentico, si fece fin da subito narratore di una storia per immagini che rimane oggi come indelebile documento dell’accaduto.  
I Musei del Castello di Udine celebrano questo grande personaggio ospitando una tappa della sua grande mostra – partita dal MAXXI di Roma due anni fa – per tutta l’estate 2024. Il percorso ripercorre la carriera di Berengo Gardin, offrendo al pubblico l’occasione di ammirarne ben 192 scatti: un’intera collezione proveniente dall’omonimo archivio e dal museo romano. Si tratta di scatti “veri”, artigianali, che sottolineano con orgoglio la distanza dai mezzi analogici. Si parte da Venezia – la prima città in cui si approcciò alla fotografia, entrando in contatto con i circoli locali – per poi percorrere in tappe quasi ogni Regione d’Italia. Un tour del Bel Paese del Secondo Novecento, letto attraverso la lente di questo “artigiano della fotografia”.  

Gianni Berengo Gardin, L’occhio come mestiere 
Castello di Udine, 
Fino al 15 settembre 2024 
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Yara Ashaninka, territorio indigeno di Kampa do Rio Amônea, Stato di Acre, Brasile, 2016 © Sebastião Salgado: Contrasto
Yara Ashaninka, territorio indigeno di Kampa do Rio Amônea, Stato di Acre, Brasile, 2016 © Sebastião Salgado: Contrasto

Sebastião Salgado al Salone degli Incanti a Trieste 

Il mio desiderio, con tutto il cuore, con tutta la mia energia, con tutta la passione che possiedo, è che tra 50 anni questa mostra non assomigli a una testimonianza di un mondo perduto. L’Amazzonia deve continuare a vivere – e, avere sempre nel suo cuore, i suoi abitanti indigeni.” Così Sebastião Salgado, grande fotografo brasiliano, introduce la sua grande mostra ospitata nel Salone degli Incanti di Trieste. Oltre 200 scatti che ritraggono l’essenza dell’Amazzonia. Dalla vegetazione rigogliosa, alle montagne, passando per gli arcipelaghi e i volti degli abitanti indigeni. Senza dimenticare i fiumi volanti: un fenomeno unico, introvabile al di fuori delle foreste pluviali. Si tratta di veri e propri fiumi, dispersi dalle piante che liberano ogni giorno centinaia di litri d’acqua. Una delle tante meraviglie che si colgono in questi scatti impressionanti presenti in mostra.  
La popolazione locale entra nel percorso espositivo grazie a una serie di media differenti. Accanto alle foto stampate, alcuni video e interviste permettono al pubblico di immergersi da vicino nell’atmosfera e nella vita di quei luoghi così lontani dal nostro quotidiano. Il tutto è accompagnato da una traccia audio di Jean-Michel Jarre, che riproduce i suoni della foresta pluviale. Un viaggio tropicale che coinvolge tutti i sensi, sottolineando però le minacce che incombono su questo ambiente, tanto idilliaco, quanto fragile e bisognoso di rispetto. 

Sebastião Salgado, Amazônia 
Salone degli Incanti, Trieste 
Fino al 13 ottobre 2024 
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Italia Sessanta: dal Boom al Pop a Gorizia 

A Palazzo Attems Petzenstein, nel centro di Gorizia, una mostra per ripercorrere gli Anni Sessanta tra arte, moda e design. Fu un decennio mitico, frizzante ed eclettico – chi li ha vissuti se li ricorda bene – ricco di trasformazioni sociali e culturali. Fu il periodo dei cambiamenti politici, del Boom economico che diede una grande spinta produttiva all’Italia. E poi ancora, un’epoca di nuovi spunti creativi e di sogni, in cui tutto sembrava possibile. A partire dallo sbarco dell’uomo sulla Luna. 
Tutti questi eventi sono illustrati dalle opere in mostra, che sottolineano i cambi di stile, i nuovi materiali – come la plastica arancione, nata proprio allora – e gli oggetti diventati presto icone e presenze immancabili in ogni casa degli Italiani di allora.

Italia Sessanta. Arte, moda e design. Dal Boom al Pop 
Palazzo Attems 
Petzenstein, Gorizia  
Fino al 27 ottobre 2024 
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Studio 65, Divano Bocca®, 1970, Gufram, morbido poliuretano con rivestimento in tessuto. Gufram. Courtesy Gufram
Studio 65, Divano Bocca®, 1970, Gufram, morbido poliuretano con rivestimento in tessuto. Gufram. Courtesy Gufram

Le numerazioni occulte di Paolo Iacchetti a Pordenone 

Pittore della scena italiana del Secondo Novecento, Paolo Iacchetti è il protagonista della mostra ospitata nella cornice dell’Antico Ospedale dei Battuti di San Vito al Tagliamento per questa estate 2024. Trenta opere che esplorano la sua ricerca artistica che – come raccontò lui stesso in un testo del 1996 – parte nel segno di Monet, per muoversi poi verso Cézanne, fino a culminare in Jackson Pollock e Mark Rothko.  
Si ha dunque a che fare con un personaggio dal ricco profilo culturale e intellettuale, che abbraccia un arco temporale altrettanto vasto. Tutte queste ispirazioni si traducono nelle ultime opere del pittore, composte da linee e segmenti, con giochi di colore pulsanti. Un “concerto di misura matematica” che invita il pubblico a soffermarsi sulle sfumature e sugli intrecci creati sulla tela, cercando di cogliere i rimandi lontani alla storia dell’arte a cui Iacchetti ha guardato dagli inizi a oggi. 

Paolo lacchetti, Numerazioni Occulte 
Antico Ospedale dei Battuti di San Vito al Tagliamento, Pordenone 
Fino al 4 agosto 2024 
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Il Futurismo di Tullio Crali a Gorizia 

Al Museo di Santa Chiara di Gorizia arriva Tullio Crali: artista di origini dalmate, tra i principali esponenti dell’aeropittura futurista del Novecento.  
Oltre 200 le opere in mostra, che spaziano dai dipinti, alle sculture, fino alle curiosissime sassintesi. Si tratta, per queste ultime, di particolari composizioni scultoree fatte di sassi e altri elementi naturali. Il percorso, che comprende anche manifesti, scenografie e progetti di architettura, è il più grande progetto mai dedicato a Crali in Friuli. Un’occasione da non lasciarsi scappare per gli appassionati del genere dell’aeropittura.  

Tullio Crali. Una vita per il Futurismo 
Museo di Santa Chiara, Gorizia 
Fino al 29 settembre 2024 
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Giuseppe Ungaretti
Giuseppe Ungaretti

Robert Capa e i fotografi della Magnum a Spilimbergo 

Nelle sale di Palazzo Tadeo a Spilimbergo, 80 immagini di Robert Capa e altri grandi maestri della fotografia della Magnum – la leggendaria agenzia fotografica – raccontano il Tour De France. Si tratta dunque di un progetto che esplora attraverso gli scatti la dimensione più umana del ciclismo e del grande evento che attraversa tutto l’Esagono francese. I protagonisti sono certamente loro, i grandi ciclisti di fama internazionale, ma non solo. A emergere nelle foto in mostra c’è anche la gente più genuinamente comune: la folla ai lati della pista, in preda alle emozioni più disparate. Uno scorcio di umanità in festa, capace di raccogliersi attorno a un grande sport che unisce all’insegna della passione.   

Tour de France di Robert Capa e altri fotografi della Magnum 
Palazzo Tadea, Spilimbergo 
Fino al 29 settembre 2024 
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Il racconto della Grande Guerra a Gorizia

Con il doppio obiettivo di celebrare il proprio centenario e stuzzicare l’attesa per il prossimo 2025 di Gorizia Capitale della Cultura, il Museo della Redenzione si racconta in una grande mostra. Allestita nelle sale di Palazzo Attems Petzenstein a Gorizia, l’esposizione si snoda in sei sezioni, ciascuna dedicata a un pezzo importante di storia.
Di quale storia stiamo parlando? Di quella dell’istituzione nata in origine come Museo della Grande Guerra, intesa a raccogliere i cimeli dell’omonimo conflitto. Nacque da un’idea del generale Cattaneo, che pensò fin dall’entrata in guerra dell’Italia di creare un luogo per celebrare gli sforzi dell’esercito e permettere a tutto il popolo di conoscerli e apprezzarli. 
Nel corso degli anni, il progetto iniziale si concretizzò, subendo numerose trasformazioni e riallestimenti. Si può dire che ogni periodo storico vissuto dal Paese lasciò in qualche modo il segno nella narrazione di quegli eventi. 
Oggi, questa grande mostra si propone di riavvolgere il nastro del tempo, illustrando al pubblico contemporaneo quello che accadde nel tramandare le memorie di guerra, tanto dal punto di vista lessicale, quanto interpretativo e iconografico.

Il racconto della Grande Guerra 1924-2024 
Palazzo Attems Petzenstein, Gorizia
Fino al 27 ottobre 2024 

L’esperienza di Giuseppe Ungaretti sul Carso a Gorizia 

Rimanendo al Museo di Santa Chiara di Gorizia, c’è una seconda mostra da non perdere quest’autunno, che già vi illustriamo qui. Quella su Giuseppe Ungaretti, che si inserisce nell’ampio programma GO! 2025 volto a preparare la città per l’evento di Capitale della Cultura dell’anno prossimo. Il progetto in questione – di cui già abbiamo parlato nei dettagli in un nostro articolo – è stato pensato dal grande Marco Goldin (storico dell’arte e curatore) per celebrare la figura di Giuseppe Ungaretti. Poeta, ma non solo: la mostra vuole mettere in luce il duplice ruolo che lo caratterizza, a metà tra la poesia e la vita di soldato sul Carso. Il percorso propone dunque un viaggio nel tempo – a quell’anno e mezzo di trincea – fino al 1915-1916, nel tentativo di raccontare l’esperienza di guerra vissuta da Ungaretti.  

Ungaretti poeta e soldato. Il Carso e l’anima del mondo. Poesia pittura storia 
Museo di Santa Chiara, Gorizia 
Dal 26 ottobre 2024 al 4 maggio 2025 
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L’arte nelle Venezie ai tempi di Ungaretti a Monfalcone 

Il giro tra le mostre imperdibili del Friuli tra estate e primi mesi d’autunno si conclude a Monfalcone, ancora in compagnia di Ungaretti e di Marco Goldin. In questo caso, il progetto espositivo che ha curato – anche questo inserito nel programma dei preparativi per la Capitale della Cultura 2025 – racconterà l’arte nelle Venezie ai tempi del secondo decennio del Novecento. Ossia negli anni esatti che il poeta Giuseppe Ungaretti trascorse in trincea sul Carso, dando vita alle sue poesie innovative. Tra gli artisti in mostra si contano Boccioni, Casorati, e gli altri protagonisti attivi attorno all’avanguardia che esponeva allora a Ca’ Pesaro. Per scoprire tutti i dettagli della mostra, leggete qui le nostre anticipazioni.  

Da Boccioni a Martini. Arte nelle Venezie al tempo di Ungaretti sul Carso 
Galleria comunale d’arte contemporanea, Monfalcone 
Dal 26 ottobre 2024 al 4 maggio 2025 
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Emma Sedini

Emma Sedini

Etrusca e milanese d'origine in parti uguali, vive e lavora tra Milano e Perugia. È laureata in economia e management per arte, cultura e comunicazione all'Università Bocconi, e lì frequenta tutt'ora il MS in Art Management. Nel frattempo, lavora in…

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