Tre mostre da vedere a Cagliari nell’estate 2024
Se siete in vacanza in Sardegna tra luglio e agosto 2024, non potete perdervi questi tre appuntamenti espositivi. Si comincia con la fotografia del territorio, per proseguire con i Souvenir di Marte e con un curioso progetto di arte contemporanea in un museo di arte sacra
Se ci si trova al mare in vacanza in Sardegna – soprattutto tra Cagliari e dintorni – ci sono tre buoni motivi culturali per interrompere la routine da spiaggia per un pomeriggio. Ve li raccontiamo qui di seguito, in questa breve guida con tre interessanti mostre da vedere nella città sarda.
Per punti
Le fotografie di Georges Georgiou e Vanessa Winship alla Fondazione di Sardegna
Nasce in occasione del progetto “The Photo Solstice #6”, curato da Marco Delogu, che ha visto incontri pubblici, workshop e talk con ospiti come Chiara Bertola, Cristiana Collu, Laurie Hurwitz e Martina Mazzotta, la mostra fotografica Traces di George Georgiou e Vanessa Winship. Risultato di una residenza in Sardegna, la mostra è costituita da una serie di 39 fotografie in bianco e nero, che esplorano la costa occidentale e le zone più interne dell’isola.
L’atmosfera è sospesa e umbratile, ovattata e silenziosa. I luoghi, impossibili da identificare, trasmettono un senso di isolamento e abbandono. “Abbiamo sempre pensato a questa parte del lavoro come a un punto di partenza. Le tracce di ciò che rimane e di ciò che viene lasciato alle spalle. Questo spazio intermedio dove risuonano i ricordi”, raccontano i due fotografi.
Un fortino del secondo conflitto mondiale, uno dei tanti ancora disseminati nell’isola; insegne smontate, divelte e abbandonate tra sterpaglie; una serie di sedie ai piedi di una collina sperduta chissà dove. E ancora, abitazioni fatiscenti dove un tempo risuonavano rumori e voci; resti di archeologia industriale, e l’immancabile bandiera dei quattro mori piantata da chissà chi in uno sterrato incolto. Sono luoghi carichi di solitudine dove l’uomo è oramai assente e tutto concorre a diventare memoria.
Traces. George Georgiou e Vanessa Winship
Fondazione di Sardegna, Cagliari
Fino al 30 settembre
Pablo Mesa Capella e i suoi Souvenir di Marte alla Fondazione Bartoli Felter
Il territorio d’indagine di Pablo Mesa Capella si origina dal concetto di memoria come esperienza quotidiana, come capacità di conservare e ricostruire per trasmettere alla collettività le sue narrazioni. Narrazioni di uno spazio altro, di universi a noi sconosciuti, paesaggi d’invenzione estrapolati da pianeti inesistenti, ma che fanno parte della realtà visionaria dell’artista. Sono un esempio gli altorilievi lunari, modellati con l’ausilio di terre e sabbie che ricoprono monumentalmente un’intera parete della galleria.
Le messe in scena, spesso ironiche, derivano dalle sue precedenti esperienze teatrali. Da queste prendono vita i Souvenir di Marte racchiusi in semisfere e la trasposizione di un bosco in tanti piccoli altari, ad ostentare rami secchi e sassi come reliquie, in un gioco di vedo non vedo tra specchi e legno. Lo stesso legno, riciclato da barche in disuso, che fa da supporto alle due installazioni apparentemente pop, ricorda l’horror vacui tipico del barocco andaluso. Chiudono l’esposizione, una campana vitrea con evidenti elementi cristologici e due reperti rimaneggiati della seconda guerra mondiale a ricordarci a quali livelli di malvagità l’essere umano arriva sistematicamente.
Assenza. Pablo Mesa Capella
Fondazione per l’arte Bartoli Felter, Cagliari
Fino al 26 luglio
Rievocazioni altomedievali e spiritualità al MUTSEU
Nell’area archeologica sottostante la Chiesa di Sant’Eulalia esordisce un progetto d’arte contemporanea nato dal confronto tra due artisti di epoche e background differenti, con l’obiettivo comune di trovare un dialogo con l’Oltre, tra Fede e Mistero. Si parla di Ermenegildo Atzori (Cagliari, 1969) e Franco D’Aspro (Mondovì, 1911 – Cagliari, 1995).
Restituisce potentissime presenze monumentali, Ermenegildo Atzori, che si integrano perfettamente con ciò che rimane della Cagliari bizantina e Altomedievale. Anime erranti che hanno appena abbandonato le loro spoglie mortali, oltrepassando lo spazio e il tempo, per dare inizio al nuovo viaggio, quello verso l’ignoto. Ma sono anche viaggiatori in cui il viaggio è esplorazione del sacro, percorso di auto conoscenza e introspezione. A queste figure che emergono dalle tenebre l’artista accosta una Vanitas, inquietante gruppo scultoreo in piombo costituito da tre teschi a formare un unico cranio, con cui sottolinea la caducità della vita e l’inconsistenza di ogni cosa terrena.
A Franco D’Aspro appartengono, invece, una serie di Crocifissi realizzati con differenti tecniche e materiali. La sua riflessione, una costante del percorso dell’artista, si origina dalla pietà per la passione di Cristo in croce. Per la sofferenza dell’uomo abbandonato alla solitudine più tragica. Un lavoro che si muove tra tensione emotiva e pathos, fino al più vasto tema dell’iconografia cristiana.
Viaggio nella spiritualità dell’arte contemporanea
MUTSEU, Cagliari
Fino al 6 ottobre
Roberta Vanali
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati