Le antiche fabbriche di mattoni attorno a Siena protagoniste di una mostra di fotografia e arte 

Una mostra nella mostra: al Museo del Paesaggio di Castelnuovo Berardenga, quattro artisti e il fotografo Carlo Vigni si confrontano nell'interpretazione del paesaggio delle Crete Senesi tra passato e presente, tra natura e antropizzazione

La creta e la sua lavorazione, tra edilizia, artigianato e arte, sono il leitmotiv della mostra collettiva allestita presso il Museo del Paesaggio di Castelnuovo Berardenga (SI), a cura di Elisa Bruttini. Partendo dal reportage fotografico di Carlo Vigni (Siena, 1973), da sempre impegnato nella documentazione del paesaggio in trasformazione, profondamente antropico e segnato dal passaggio del tempo, una particolare porzione di territorio senese è al centro di una lettura corale che ci parla di lavoro e di abbandono.  

Le fotografie di Carlo Vigni in mostra a Castelnuovo Berardenga 

È la storia delle fornaci di laterizi di Arbia e Castelnuovo Scalo, site tra i comuni di Asciano e di Castelnuovo Berardenga, dal 2019 in disuso e ormai completamente abbandonate. Simbolo della produttività degli Anni Sessanta e del boom edilizio che da allora si è protratto fino ai primi Duemila, le carcasse vuote di questi stabilimenti sono adesso uno dei tanti edifici post industriali che dominano il paesaggio. La loro presenza, da un lato maestosa, dall’altro fatiscente, è però connotante dal punto di vista visivo e affettivo: un “corpo estraneo”, se si pensa all’ecologia urbanistica; un ricordo vivido nella comunità, in particolare in coloro che vi lavoravano. Gli oltre trenta scatti, inediti, di Vigni, riescono a condurre lo sguardo dall’esterno all’interno di edifici che hanno quella rara capacità di essere tanto magniloquenti quanto obsoleti. L’utilizzo del colore è d’obbligo: è la discriminante per cui dal grigiore dell’argilla cruda, si passa al rosso vivo del mattone cotto. Una dissonanza visiva che sottolinea la differenza tra artificiale e naturale.  

Gli altri artisti della mostra “Il lavoro dei luoghi” 

A questa carrellata di sguardi, si accompagnano significativamente quattro opere di artisti originari del territorio, che, pur lavorando autonomamente, trovano un’assonanza formale e di contenuto. Serena Fineschi (Siena, 1973), con il suo L’Inganno, forgia il mattone come se fosse un brano di terreno desolato e corrugato, solcato da escavatori che ne tracciano infinite strade intersecanti: è questo il peso del lavoro che grava sulle storiche rappresentazioni delle Crete fatte da Taddeo di Bartolo o, viceversa, la pittura quattrocentesca che riesce ancora a sostenere un paesaggio così profondamente modificato? Specchio formale per tale quesito è dato dalla superficie incisa del sottovaso, anch’esso rettangolare ma di plastica rossa e non di terracotta, scarnificato dal segno sottile di Eugenia Vanni (Siena, 1980): Volano via le cose vuote, un objet trouvé che, senza il fiore, ha perso la sua funzione, esattamente come i luoghi dai quali proviene. Una rifunzionalizzazione degli stessi è invece data dal gesto delicato del Paesaggio di Giacomo Ricci (Siena, 1974): un carotaggio gentile, oppure un timbro sulla crosta rotta delle biancane.  

L’opera di Francesco Carone a Castelnuovo Berardenga 

È l’atto animale, primordiale, di lasciar traccia di sé, del proprio passaggio indelebile sul terreno, immortalato in fotografia e fermato, incorniciato dalla terracotta. A chiudere il cerchio, il Nimbo di Francesco Carone (Siena, 1975) che, giocando ancora con la tradizione pittorica senese, sembra un’aureola dorata caduta dalla testa di un santo, anzi, la resezione sommale di un comune vaso di coccio che schiaccia (o è sorretto da?) la perfetta ed elegante rotondità di una perla. In definitiva tutto proviene dal mare, anche quella distesa eterea, tanto poetica quanto brulla, delle argille senesi. 
 
Martina Marolda 

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Martina Marolda

Martina Marolda

Martina Marolda è storica dell'arte e responsabile artistico dell'Associazione Culture Attive, ente non profit di San Gimignano. È stata assistente redazionale alla mostra "Musica per gli Occhi / Music for the eyes" (Siena, 2018). Ha collaborato con l’Università degli Studi…

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