In Italia c’è un premio che racconta i migliori giardini del mondo. Ecco la mappa
Nel 2024 il premio dedicato al grande architetto italiano Carlo Scarpa consente di conoscere le ancestrali culture del Messico. Assegnato all’Espacio Escultorico, presenta un’opera d’arte collettiva incastonata nel paesaggio vicino a Città del Messico
Viaggiare è una delle attività più importanti per ampliare orizzonti e conoscenze. ‘Il viaggio non soltanto allarga la mente: le dà forma’, scrive Bruce Chatwin. Ed ecco che, arrivata l’estate, si possono intraprendere percorsi al di fuori dell’usuale, che conducono al di là delle classiche mete mare e monti. Sicuramente la visita ad alcuni dei luoghi menzionati dal ‘Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino’ offre ottimi spunti di partenza e nuovi stimoli.
Il Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino
Il Premio è rivolto a un luogo particolarmente denso di valori legati alla natura e alla memoria. Promosso e organizzato dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche dal 1990, intende contribuire a elevare e diffondere la cultura di governo del paesaggio e cura dei luoghi. Dedicato a Carlo Scarpa (1906-1978), architetto e progettista di giardini, il Premio è un percorso di ricerca che ogni volta prende avvio da approfondimenti ed esplorazioni indirizzati a culture diverse.
Ecco una selezione di alcuni degli interessantissimi luoghi individuati dal Premio Carlo Scarpa.
I Giardini del Castello – Praga
Si parte in Europa, per la visita agli affascinanti Giardini del Castello di Praga, un insieme di spazi aperti, posti intorno al Hrad, complesso monumentale che guarda dall’alto la città, ricavati nella sottile e irregolare striscia tra i bastioni, il muro e i palazzi reali. Jardín de Cactus, è parte di una speciale costellazione di cave e crateri coltivati sull’isola di Lanzarote, testimonianza esemplare di un fertile equilibrio tra natura e cultura.
Il Jardin de Cactus – Lanzarote
L’artista César Manrique (1919-1992), ha saputo riconoscere il valore di questo luogo e mettere in atto strumenti tali da sviluppare una coscienza sociale e politica di un ambiente fino ad allora considerato povero e privo di attrattività. Il giardino è immerso in un mosaico di coltivazioni ed opere d’arte, con oltre 1.500 diverse specie di piante grasse e di cactus, tra cui ficodindia e numerose varietà di aloe. Restando nelle isole del Mediterraneo le Cave di Cusa in Sicilia, sono il luogo in cui, da oltre ventiquattro secoli, si custodiscono le materie e gli artifici dai quali traeva origine la costruzione dei Templi di Selinunte. Si tratta di un sottile segno, un taglio che corre tortuoso per due chilometri nella campagna siciliana, a sud-ovest di Campobello di Mazara. Qui natura e memoria recitano un dialogo di altissima densità.
La Valle delle Rose – Cappadocia
Allontanandoci dall’Europa verso i territori della Cappadocia, il Premio Scarpa ci porta al centro della penisola anatolica, da sempre ponte di culture diverse tra l’Asia e l’Europa, il Mediterraneo e il Mar Nero. La Cappadocia, circondata da vulcani imponenti e canyon mozzafiato, si estende con i suoi altipiani e stratificazioni geologiche fino a mille metri di altitudine. In questo luogo dell’Asia Minore emergono due spettacolari valli contigue scavate nella roccia vulcanica, la Valle delle Rose e la Valle Rossa, che creano un paesaggio denso di bellezza e di storia.
Il Giardino alle Foreste dei meli selvatici – Kazakistan
Proseguendo verso est, altro progetto nominato dal Premio è il Giardino alle Foreste dei meli selvatici, in Kazakistan. Nell’Asia centrale, sparsi lungo il versante settentrionale della catena montuosa del Tien Shan, rimangono frammenti dell’immensa e antica foresta che milioni di anni fa, nel Terziario, faceva crescere al suo interno decine di specie che sono all’origine dei frutti che accompagnano la storia dell’uomo. Dall’ovest della Cina, attraverso il nord di Kirghizistan e Uzbekistan, fino al sud del Kazakistan, predominano i meli selvatici, con un’evidenza tale nel paesaggio da dare il nome all’antica capitale del Kazakistan, Almaty, cioè “luogo delle mele”. I più antichi precursori del melo vi arrivarono probabilmente con semi trasportati da uccelli in volo dalla Cina. Straordinaria biodiversità, espressa da forme, dimensioni, sapori, colori, altezze e portamenti degli alberi: un giacimento genetico di interesse incommensurabile, che nessuna forma di biotecnologia può avvicinare.
I giardini del tè di Dazhangshan – Cina
Nel 2019 sono I giardini del tè di Dazhangshan, situati nella contea di Wuyuan, nella Cina meridionale, a ricevere la menzione speciale del Premio Carlo Scarpa. Ai piedi della montagna di Dazhangshan un vasto sistema di rilievi collinari accoglie le coltivazioni del tè. Tra i campi ondulati, le piantagioni scorrono in forma di siepi parallele, creando un disegno geometrico ordinato. La pianta del tè (Camellia sinensis) – che in quest’area della Cina ha avuto buona parte delle sue origini storiche – dà forma e sostanza a un paesaggio contemporaneo che qui è stato in grado di raccogliere il senso della storia e di proiettare nel futuro il valore di un ambiente rurale nel quale l’uomo stabilisce una relazione di armonia con la natura.
L’Espacio Escultorico – Messico
Quest’anno il Premio Scarpa ci consente di viaggiare ancora più lontano e di conoscere le ancestrali culture del Messico. Assegnato all’Espacio Escultorico, presenta un’opera d’arte collettiva incastonata nel paesaggio vicino a Città del Messico. Situata nella località di El Pedregal (che in italiano possiamo definire ‘La Pietraia’), l’opera appare come una distesa di roccia lavica disseminata di vegetazione spontanea che si evolve nel tempo, creando un paesaggio vivo e mutevole. L’opera è composta da un ampio anello dentato – realizzato congiuntamente da studenti della Città Universitaria e cittadini – con prismi in cemento. Il cerchio segna e sottolinea la potenza della colata lavica intatta. La bellezza e la forza della natura che ha forgiato questo giardino spontaneo sono ora raccolte in un volume, realizzato da Patrizia Boschiero (coordinatrice del Premio) e da Luigi Latini (presidente del Comitato scientifico, docente IUAV Venezia). Il libro approfondisce – anche attraverso l’efficacia delle immagini fotografiche – la potenza estetica del luogo. Un paesaggio di pietra, con un vuoto al centro, attorno al quale si sono sviluppati gesti artistici e azioni collettive di coscienza ecologica.
Claudia Zanfi
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati