Nelle Marche la “mostra partecipata” con i dipendenti di una fabbrica
Parliamo dell’installazione che l’artista Agostino Iacurci ha creato assieme ai dipendenti di Elica, storica fabbrica di cappe da cucina. Scopri qui tutti i dettagli di questo curioso progetto
Riscoprire il senso di appartenenza all’azienda attraverso l’arte è stata l’idea di Agostino Iacurci (Foggia, 1986), che ha pensato a un progetto partecipato con i dipendenti dello storico stabilimento di cappe da cucina Elica. L’arte diventa così il mezzo per affrontare la sfida del mercato, per sentirsi più forti, “rompere” i problemi e creare nuove strategie per affrontare il futuro.
L’installazione di Agostino Iacurci a Cerreto d’Esi nelle Marche
L’installazione permanente Fiori diversi al naturale (2024) di Iacurci – il vincitore della XXII edizione del Premio Ermanno Casoli, a cura di Marcello Smarrelli – è stata collocata nella sede di Airforce del gruppo Elica a Cerreto d’Esi, in provincia di Ancona. Il titolo dell’opera si riferisce al lavoro del pittore Francesco Mingucci (1570-1642): precursore dello studio della natura e del suo rapporto con la cultura.
Il progetto partecipato di Agostino Iacurci
Nella realizzazione del progetto, l’artista ha coinvolto sia le figure dirigenziali dell’impresa di cappe, sia cento dipendenti, a cui è stato chiesto di partecipare creativamente con la produzione di un’opera grafica. La proposta di arte pubblica ha dunque un particolare significato socioculturale perché il giardino è un luogo importante delle comunità. L’ampio intervento di arredo architettonico all’interno dello stabilimento dell’azienda marchigiana intende favorire l’incontro tra persone che transitano negli spazi condivisi dell’impresa. Il giardino dipinto, realizzato dall’artista foggiano, è il simbolo del mutamento, perché le stagioni trasformano – appunto – i colori delle piante.
Com’è andato il progetto collettivo con i dipendenti della fabbrica Elica
Nelle giornate di workshop, i dipendenti della fabbrica hanno lavorato sugli erbari grazie anche alla collaborazione della storica dell’arte Domitilla Dardi e di Smarrelli. Ciò ha consentito di creare un “ritratto collettivo” dell’organizzazione aziendale e un luogo funzionale alle persone che vi abitano in qualità di lavoratori. Inoltre, la raccolta di poesie Tulips and Chimneys (1923) di E. E. Cummings ha suggerito a Iacurci e ai dipendenti dell’impresa il linguaggio espressivo per realizzare i pannelli dipinti, che sono accostati alle fioriere usate in senso analogo ai “fiori”. Nei pannelli dipinti con piante e con arbusti dipinti sono stati appesi alcuni disegni dai dipendenti. “Un universo artistico che rispecchia la cultura del Mediterraneo” – dice Iacurci – “e crea suggestioni grazie anche ai colori brillanti e accesi della natura rigogliosa”. L’artista ha voluto sottolineare il passaggio dalla cultura nomade alla stanzialità attraverso il giardino simbolo delle radici dell’uomo in un preciso “punto del mondo”.
L’arte sociale nell’installazione di Agostino Iacurci
Nel progetto Fiori diversi al naturale, Iacurci ha pensato a un’opera dove la figura umana è assente perché ha scelto di esporre i disegni dei dipendenti – appesi alle pareti – che abiteranno il giardino dipinto. Quindi il protagonista-lavoratore si materializza quando attraversa la stanza e si ferma a parlare con un collega per motivi professionali o personali. L’artista ha dimostrato di essere legato all’idea di arte comunitaria, già sperimentata in passato con importanti iniziative sociali, tra cui quelle alla Saba School nello Sahrawi nel 2009 e al carcere di Rebibbia nel 2011. Occorre infine ricordare che il tipo di scelta tematica e cromatica dell’installazione è diventata una cifra espressiva dell’autore, che riesce a far dialogare la fabbrica con i rilievi dolci e collinari delle Marche.
La mostra Fiori diversi al naturale secondo il curatore
“Il risultato è un’opera sorprendente, complessa e articolata” – ha osservato il curatore Smarrelli – “un giardino vivente composto da piante reali e dipinte, destinato a crescere e a svilupparsi nel tempo grazie alle cure e all’impegno attivo di tutti i membri della comunità aziendale. Un modo creativo per migliorare lo spazio di lavoro e rafforzare il senso di appartenenza all’azienda, creando un ambiente ancor più coeso e solidale”.
Andrea Carnevali
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