Il Musée du Niel: un nuovo museo dedicato all’arte astratta in Provenza
Il Musée du Niel di Hyères espone le opere del collezionista Jean-Noël Drouin che ha focalizzato la propria attenzione sulla pittura non figurativa della seconda metà del XX Secolo
Gli appassionati di arte astratta hanno, nel Musée du Niel, un nuovo indirizzo di riferimento nel Sud della Francia. Siamo all’estremità della Presqu’Île de Giens, nel comune di Hyères, a metà strada fra Saint-Tropez e Marsiglia. Qui, il collezionista Jean-Noël Drouin – 74 anni, imprenditore di successo nel settore dell’informatica – ha individuato il luogo ideale per condividere con il pubblico la sua ricca raccolta di pittura non figurativa francese ed europea degli Anni Cinquanta, Sessanta e Settanta.
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La storia della collezione e le esposizioni annuali del Musée du Niel
Una passione di lunga data concretizzatasi negli ultimi anni, che inizialmente ha riunito opere di Olivier Debré, Jean Dewasne, Hans Hartung, André Marfaing, Jean Messagier, Jean Miotte, Jean-Pierre Pincemin, Gérard Schneider, Jean-Paul Riopelle, Raoul Ubac, Maria Helena Vieira da Silva, Joseph Sima, Claude Viallat, per citare solo alcuni dell’ottantina di artisti rappresentati. Nel giro di qualche anno la collezione si è arricchita e conta ora più di centocinquanta opere che hanno segnato lo sviluppo dell’arte astratta in Francia nel secondo dopoguerra. Artisti e opere forse meno conosciuti dal grande pubblico, perché parzialmente relegati in secondo piano dalla popolarità conquistata dall’astrazione americana negli stessi anni. Le esposizioni annuali, nel periodo che va da maggio a ottobre, hanno l’obiettivo di valorizzare a rotazione la collezione e il materiale documentario del museo. Lo scorso anno, con l’esposizione inaugurale Les chemins de l’abstraction ci si è focalizzati su 17 artisti non figurativi riuniti attorno al pensiero del filosofo, scrittore, critico d’arte Jean Grenier (Parigi, 1898 – Dreux, 1971).
Le avanguardie dell’arte astratta al Musée du Niel
Per l’esposizione del 2024 si è scelto di mettere a confronto due avanguardie che hanno caratterizzato la seconda metà del XX Secolo in Francia: la Nouvelle École de Paris e Supports/Surfaces. La prima è nata a Parigi nel 1941 con l’esposizioneVingt jeunes peintres de tradition française tenutasi presso la galleria Braun. In piena occupazione nazista, l’idea di riunirsi senza autorizzazioni per esporre insieme e esaltare “la tradizione francese” idealmente legata ai Fauves, al Cubismo, a Cézanne e Matisse, artisti invisi agli occupanti, era già di per sé un atto di resistenza e di rivolta.Gli artisti scelti per rappresentare questo movimento – Jean Bazaine, Jean Bertholle, Maurice Estève, Charles Lapicque, Jean Le Moal Alfred Manessier – testimoniano in modo diverso il rinnovamento della pittura francese di quegli anni e simboleggiano il crescente protagonismo del non figurativo che ha poi largamente dominato la scena artistica dall’immediato dopoguerra fino agli Anni Sessanta.
Le neoavanguardie e gli Anni Sessanta in Francia
Una trentina di anni più tardi, nel turbolento periodo del maggio 1968, un altro gruppo di artisti si sente investito dal compito di rinnovare e reinventare la pittura. Si oppongono ai modelli proposti dalla generazione precedente e vogliono definitivamente liberarsi dalla “pittura da cavalletto”. Il gruppo Supports/Surfaces avrà un’esistenza effimera ma segnerà profondamente il panorama artistico francese e internazionale. Fra i nomi chiamati a rappresentare questo movimento nella mostra al Musée du Niel citiamo quelli di André-Pierre Arnal, Louis Cane, Marc Devade, Daniel Dezeuze, Noël Dolla, Jean-Pierre Pincemin, Patrick Saytour et Claude Viallat.
Complessivamente sono state selezionate 57 opere per far conoscere questi due gruppi e contestualizzarli in un panorama artistico in continua evoluzione. “Un omaggio a due avanguardie del XX Secolo e una storicizzazione di due movimenti, in precedenza raramente associati, per stimolare un dialogo, a volte paradossale fra differenti visioni dell’arte e della pittura, che si nutrivano sovente ed in modo sorprendente alle stesse fonti“, ha dichiarato Jean-Noël Drouin.
Musée du Niel: una villa sulle rive del mare che diventa museo
Il fondatore del museo ha scoperto quasi per caso la villa di ispirazione razionalista costruita nel 1962 dall’architetto Jacques Chapon che affaccia sul porticciolo di Niel, con ampie vedute sul mare prospiciente l’isola di Porquerolles. Un innamoramento repentino per il luogo e l’intuizione che questo angolo appartato di costa provenzale avrebbe potuto essere il luogo ideale per valorizzare la sua collezione. Il recupero dell’edificio, durato quasi due anni, è stato affidato agli architetti Vialla Pouliquen di Tolone e a Éric Moric per la parte museografica. I circa 300 metri quadrati di superfice interna della villa sono stati completamente ripensati per accogliere il pubblico che ora è circondata da un giardino realizzato da Alep Atelier Lieux et Paysages e Fredon Jardins. Gli esterni valorizzano la flora mediterranea che caratterizza il Parc National de Port-Cros, nel cui territorio protetto si trova il museo.
Una nuova tappa nell’itinerario culturale della Provenza
Creare uno spazio dedicato all’arte in un luogo, dove nei mesi estivi prevale la vocazione balneare, può sembrare un atto di audacia, ma i 7500 visitatori della prima esposizione fanno ben sperare per l’iniziativa del collezionista francese, unitamente al fatto che il museo si situa al centro di un ideale itinerario che, nel giro di pochi chilometri, offre la possibilità di vistare Villa Noailles a Hyères e la Fondation Carmignac sull’isola di Porquerolles. Tutti indirizzi che fanno parte di Plein Sud, la rete che federa 75 luoghi d’arte dell’area mediterranea francese, da Mentone a Sérignan (Hérault).
“La pittura offre sovente delle prospettive inattese. Ho voluto mettere in mostra delle opere che appartengono a un periodo particolarmente libero della storia dell’arte. Gli artisti della collezione del Musée du Niel hanno avuto l’audacia di offrire una nuova visione del mondo, dopo il caos generato dal secondo conflitto mondiale. Questo slancio ideale toccherà, lo spero, una giovane generazione colpita a sua volta da un periodo di crisi. Il nostro museo vuole offrire loro uno spazio liberatorio ed essere al tempo stesso una fonte di ispirazione” sottolinea Jean-Noël Drouin.
Dario Bragaglia
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