Dal teatro all’arte. A Londra la prima mostra sui collages di Bertolt Brecht

Per la prima volta in assoluto, sono stati esposti al pubblico i preziosi collages realizzati dal grande drammaturgo. Ecco la storia e i significati di queste opere inaspettate

Grazie alla collaborazione con l’archivio del drammaturgo di Berlino, l’estate 2024 è stata l’occasione per scoprire un lato pressoché sconosciuto del grande Bertolt Brecht. Quello dei collages, per la prima volta esposti a Londra nella mostra Brecht: Fragments, ospitata da Raven Raw. 

Il gesto nel teatro di Bertolt Brecht

Nella lettura che Walter Benjamin fa del teatro epico di Brecht, il gesto è definito come materia grezza, ossia come elemento ritrovato nella quotidianità, e quindi lontano da qualsiasi presunta ritualità o sacralità. È un gesto qualsiasi, è ciò che interrompe e al contempo ciò che resta, una volta che le azioni si sono interrotte. È una sorta di dispositivo, un frammento della realtà.

I collages di Bertolt Brecht a Londra

Brecht: fragments è stata la prima mostra dedicata alla produzione visiva del leggendario drammaturgo tedesco Bertolt Brecht (Augusta, 1898 – Berlino, 1956), che ha presentato materiale originale dall’Archivio omonimo di Berlino, insieme a frammenti di una serie di scene delle sue prime opere teatrali incompiute. 
Durante la sua lunga attività, il drammaturgo ritaglio e riorganizzò svariato materiale visivo proveniente da giornali, imballaggi, ed etichette, formulando una pratica che aveva la funzione di una ricerca visiva, che desse forma al suo teatro. Questa sua attenzione per la circolazione delle immagini si estendeva verso le più disparate modalità, dai dipinti medievali, al teatro cinese e all’abbigliamento contemporaneo, passando per eventi sociali e politici. Senza dimenticare i suoi attori: soldati, lavoratori, persone della strada. Tutti soggetti che possono essere incontrati all’interno dei suoi collage, tanto quanto nei manoscritti e nei quaderni.

Il metodo di Brecht in mostra a Londra

La mostra, curata da Phoebe von Held, in collaborazione con Tom Kuhn, Alex Sainsbury, e Iliane Thiemann, ha messo in scena la metodologia del drammaturgo. La pratica illustrata è caratterizzata dall’idea di frammento e dal collage. La rassegna ha raccolto una vasta gamma di materiali, tra cui manoscritti, bozzetti scenografici, filmati d’archivio e fotografie, che evidenziano l’approccio di Brecht alla narrazione e alla rappresentazione teatrale. Il focus si è concentrato sui temi centrali del suo lavoro, come la critica al capitalismo, l’analisi della società e il ruolo dell’arte come strumento di cambiamento sociale. Tra le opere esposte, anche installazioni multimediali, intese a esplorare la tecnica del “Verfremdungseffekt” – effetto di straniamento – distintiva del teatro brechtiano, che mira a rendere il pubblico consapevole della finzione teatrale per incoraggiare una riflessione critica sui contenuti.

L’idea alle spalle del progetto espositivo di Raven Raw

L’attività di Brecht si concentrò in un periodo di grande turbolenza politica. La mostra ha collocato il suo lavoro nel contesto storico della Repubblica di Weimar, del Nazismo e del Dopoguerra, evidenziando come le sue opere riflettano e rispondano agli eventi di quel tempo. La sua filosofia artistica, che combina elementi di marxismo e un profondo interesse per la dinamica del potere e dell’ideologia, è stata qui approfondita attraverso la messa in scena dell’immaginario visivo del drammaturgo. 
Oltre al progetto espositivo, Raven Raw ha organizzato una serie di eventi collaterali, tra cui proiezioni di film, letture teatrali e discussioni con esperti del settore, offrendo un’opportunità unica per approfondire la comprensione dell’opera di Brecht e della sua rilevanza nel mondo contemporaneo.

Arnold Braho

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