L’artista che ha realizzato un’opera d’arte girando per un mese in treno. Ora la mostra a Milano
“Cronache dal viaggio breve, 15.289.000 minuti” è il titolo del progetto che ha visto l’artista veneziana Margherita Morgantin a viaggiare per un mese sui convogli Trenord, attraversando la Lombardia e non solo. Ne è nata performance sonora oggi fruibile alla Casa degli Artisti a Milano
È un progetto che ridefinisce – e per molti aspetti sovverte – il concetto di “residenza d’artista” quello che ha visto protagonista Margherita Morgantin (Venezia, 1971), artista la cui ricerca si concentra e sperimenta per mezzo di diversi linguaggi creativi, spesso creando connessioni dalla imprevedibile poetica. Cronache dal viaggio breve, 15.289.000 minuti è il titolo del suo più recente lavoro, frutto appunto di una residenza che per un mese (a partire dal 29 agosto) l’ha portata a viaggiare in treno, attraversando tutta la Lombardia e toccando le regioni confinanti, lungo le tratte percorse dai treni Trenord. 2000 chilometri di residenza errante, cambiando treni, fermandosi alle stazioni, immergendosi in paesaggi naturali e più o meno antropizzati, sfiorando altre persone, condividendone insieme il tempo del viaggio, il tempo del treno. E, non si può omettere, il tempo dei ritardi e delle corse saltate.
Cronache dal viaggio breve. L’audio performance di Margherita Morgantin in treno
“Un treno lascia tempo”, “un treno in ritardo lascia tempo”: sono alcune delle riflessioni di cui si compone l’audio performance dell’artista, a tutti gli effetti un diario di viaggio in cui Morgantin annota osservazioni (“scendono tutti, non sale nessuno”), pensieri sul da farsi e sulle possibilità che un viaggio in treno offre (“scendo a Saronno e da qui posso continuare verso il Lago di Lugano, posso continuare verso Laveno, il Lago Maggiore, oppure verso Malpensa, l’aeroporto. Oppure posso scendere a Busto Arstizio a nord e da lì cambiare e arrivare verso Porto Ceresio”), oltre a una serie di suoni meccanici tipici del treno, annotazioni su sigle, orari, numeri, tutto l’universo sonoro che ruota attorno a questa forma e dimensione del viaggio.
Cronache dal viaggio breve. Il progetto di Margherita Morgantin in mostra alla Casa degli Artisti a Milano
Cronache dal viaggio breve, 15.289.000 minuti è stata realizzata da Morgantin con Beatrice Goldoni e Simone Schiavo, per un progetto nato dalla collaborazione con Trenord. Un viaggio che ha anche un suo mantra, “Stazione di trasformazione e conversione”, preso in prestito dall’artista dalla scritta che si trova sulla facciata esterna della sottostazione elettrica (SSE) di Novate Milanese, tra i luoghi individuati dall’artista durante i sopralluoghi ai depositi Trenord. Realizzata nel 1929 durante il processo di elettrificazione sociale, la SSE di Novate riceve energia in alta tensione e la converte diminuendone il voltaggio prima di immetterla nel circuito ferroviario. Un processo tecnico che Morgantin declina e trascende in processo artistico, invitando il pubblico in visita alla Casa degli Artisti a Milano – dove, fino al prossimo 29 settembre 2024, è fruibile la mostra di restituzione della residenza – a vivere il “proprio” viaggio in treno, attraverso l’audio performance e le diverse installazioni. Un percorso che si esplica per tappe, come le stazioni toccate da Morgantin, perché ogni viaggio è – o può essere – occasione di “trasformazione e conversione”.
Cronache dal viaggio breve. La collaborazione tra Margherita Morgantin e Trenord
“Il progetto nasce dalla volontà di guardare e far guardare il nostro lavoro con gli occhi dell’arte”, spiega Paolo Garavaglia, Direttore Comunicazione, Relazioni Esterne e Sostenibilità di Trenord. “L’artista si è immersa nella quotidianità dei nostri viaggi; li ha ascoltati, fotografati, disegnati, immaginati; ha contato i minuti di vita che ogni giorno trasportiamo, fino a realizzare un’installazione coinvolgente e appassionante. La performance prende iconicamente spunto dalla scritta che campeggia sul frontone della storica centrale elettrica del deposito di Novate Milanese: ‘Stazione di trasformazione e conversione’. Nell’arte”, conclude Garavaglia, “le tre parole dell’energia diventano orizzonte di novità e di cambiamento”.
Desirée Maida
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