A Milano frammenti di mondi in divenire: le opere di Maurizio Donzelli in mostra da Cortesi
L’artista bresciano presenta un corpus di opere di nuova e precedente produzione alla Cortesi Gallery tra cui un’installazione site-specific, una scultura e pitture su vari supporti, dalla carta al legno e dal tessuto alla tela
Sono lavori di grande impatto, alcuni dei quali superano i due metri di altezza, quelli presentati nella sede milanese di Cortesi Gallery in occasione della mostra personale Nets di Maurizio Donzelli (Brescia, 1958), visitabile fino al 15 novembre 2024. L’esposizione a cura di Alberto Fiz, infatti, presenta un’installazione site specific, una scultura e pitture su vari supporti (come carta, legno, tessuto e tela) concepite per mettere in discussione lo sguardo dello spettatore.
La mostra di Maurizio Donzelli da Cortesi Gallery a Milano
Quella che si realizza è un’opera processuale dove vengono messi in discussione i principi stessi della forma e dell’astrazione: “I Nets (reti) si possono leggere come un viaggio all’interno del segno magmatico in espansione che tende ad occupare nuovi spazi dando vita ad architetture immaginarie”, racconta il curatore, “La realizzazione di questi lavori è complessa: a seconda delle necessità, Donzelli può infatti agire sulla superficie con un movimento pittorico continuo che non consente ripensamenti o interruzioni. Oppure fissare con il mezzo fotografico l’immagine iniziale realizzata manualmente per poi ridipingerla.”
Le reti di Maurizio Donzelli
Con queste reti Maurizio Donzelli non solo sottolinea “l’importanza dell’azione umana, ma prima devo riosservare le mie reti, lasciarmi catturare da esse e rispondere a questo incantesimo con una nuova pittura e nuovi colori“, spiega l’artista.
Le opere in mostra di Maurizio Donzelli
Oltre ai Nets, la mostra presenta l’evoluzione di due cicli precedenti, i Mirrors e gli O, la serie degli ori: i primi, generalmente a parete, sono dispositivi ottici realizzati con l’utilizzo di lenti prismatiche, “la loro peculiarità è quella di rendere vana la distinzione tra vero e falso in una progressiva moltiplicazione dei punti di vista”, continua Donzelli; mentre i secondi sono lavori monocromi sull’oro, vere e proprie sorgenti di luce che affiorano e si immergono evocando mosaici ravennati, fondi oro e persino le astrazioni concettuali degli Anni Sessanta e Settanta.
Caterina Angelucci
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