Apre la più grande mostra di Giorgio Morandi a New York. A curarla è un gallerista italiano
Si intitola “Time Suspended II” e riunisce circa sessanta opere realizzate dal pittore bolognese tra il 1913 e il 1964, in occasione del 60esimo anniversario della morte dell'artista
“Raramente un artista ha saputo trasmettere ragione e sentimento fusi insieme come ha fatto Giorgio Morandi con le sue composizioni di oggetti, i suoi scorci di natura, i suoi fiori di seta, immagini in apparenza così ‘neutrali ’e in realtà così forti, così vuote di uomini e così colme di umanità”, così si era espressa Marilena Pasquali, fondatrice e direttrice del Centro Studi Giorgio Morandi di Bologna, nonché curatrice di Giorgio Morandi, Il tempo sospeso, ospitata negli spazi della galleria Mattia de Luca a Roma da aprile a luglio 2022.
A due anni dalla mostra, e in occasione del 60esimo anniversario dalla morte del pittore bolognese, il progetto espositivo è stato ampliato con l’arrivo di opere provenienti da prestigiose collezioni private e museali, e ha preso forma a New York con il titolo Giorgio Morandi – Time Suspended II, ospitato negli spazi di una storica casa nell’Upper East Side di Manhattan a partire dal 26 settembre (e fruibile sino al 26 novembre). Il progetto è a cura di Marilena Pasquali e il gallerista Mattia De Luca, a cui abbiamo deciso di fare qualche domanda.
Intervista al gallerista e curatore Mattia De Luca
Come è nata l’idea di organizzare “Tempo sospeso parte II” a New York?
L’idea è nata durante la prima mostra in galleria poi, per varie problematiche, siamo riusciti nell’intento solo nel 2024. Tra gli inconvenienti c’era quello di trovare uno spazio che fosse adeguato alla mostra, restituendo al pubblico una dimensione intima e calda, in linea con gli ambienti in cui operava Giorgio Morandi.
Che forma prenderà il percorso espositivo?
Allestita negli ambienti di una storica casa nell’Upper East Side, la mostra di Giorgio Morandi animerà sei stanze (adibite a spazi espositivi) sui due piani con sessanta opere, includendo le iconiche nature morte, i paesaggi e i dipinti di fiori.
L’ultima grande mostra dedicata al pittore bolognese nella Grande Mela è stata ospitata al Metropolitan Museum nel 2008 e comprendeva 110 opere. Come vivi questo importante raffronto?
La vivo con grande gioia e anche con grande ansia. Ma dall’annuncio su The Art Newspaper ho avuto subito un riscontro positivo da addetti del settore, collezionisti e curatori di New York e questo mi rende molto felice e orgoglioso.
Cosa rende unica questa nuova retrospettiva?
I lavori che porteremo. Si parte da dipinti e opere su carta risalenti al 1913, quelli che riguardano la sfera sperimentale di Giorgio Morandi. Passando poi per le opere cubiste e quelle metafisiche, si giunge alle pitture mature degli Anni Sessanta.
Quali sono le opere di punta?
Sicuramente tra i dipinti più importanti spiccano quelli provenienti dalla collezione Giovanardi. Sono 15 le opere provenienti da questo gruppo straordinario di proprietà di Giovanardi, amico di Morandi. A queste poi si aggiungono svariati altri lavori provenienti da collezioni private e museali mai esposte prima negli Stati Uniti.
Giorgio Morandi e l’arte contemporanea
Si può definire contemporanea la pittura di Giorgio Morandi?
Tantissimo. Infatti, molti degli artisti contemporanei (da pittori, registi, scrittori e poeti) continuano a parlarne e a trarre ispirazione dai suoi quadri.
Come risponde il mercato alle sue opere?
Molto bene, ma bisogna considerare che è piccolo e ricercato. Qualità che ritengo siano giuste perché non rischia di scadere nella speculazione a cui siamo notoriamente testimoni.
Valentina Muzi
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