Una mostra riapre le porte di un antico borgo della Campania
Nan Goldin, Gabriele Basilico, Margherita Verdi. Sono solo alcuni dei protagonisti della mostra fotografica parte del progetto coraggioso che vuole rigenerare e riaprire al pubblico l’antichissimo Borgo Foresta
Nel cinquecentesco Borgo Foresta di Tora e Piccilli, situato sulle pendici campane del vulcano di Roccamonfina, in provincia di Caserta, riapre CorpoCeleste_CostantementeTemporaneo: luogo d’incontro, galleria d’arte, laboratorio teatrale, e molto altro. Si tratta di un progetto cominciato tre anni fa, ideato dallo scrittore Antonio Maiorino Marrazzo e dal fotografo Massimo Pastore. Per questa occasione, viene proposta in una seconda tappa espositiva la collezione della galleria Primo Piano – attiva a Napoli dal 2006 al 2022 e trasferitasi proprio in Borgo Foresta dal 2023, con il nuovo nome Corpo Celeste– fondata dagli stessi Maiorino e Pastore.
La mostra Intimate Collection a Borgo Foresta
La mostra Intimate Collection #2, a cura di Antonio Maiorino Marrazzo, comprende opere provenienti da ricerche fotografiche internazionali nel nuovo terreno della contemplativa intimità del cinquecentesco Borgo Foresta. Le radica in una nuova e più intima fruizione in natura, ma al tempo stesso le apre, nell’impareggiabile atmosfera del borgo, a quella stessa ariosa e impalpabile dimensione esistenziale che origina ogni forma di arte.
I locali espositivi, in simbiosi con un ricercato food&drink, danno nuova vita ad antichi pozzi e cantine scavati nella lava preistorica locale, per poi condurre lo sguardo su terrazze panoramiche e mozzafiato.
I protagonisti della mostra fotografica a Borgo Foresta in Campania
E così, il percorso inizia con la delicata riflessione sull’emarginazione di Nan Goldin, vibrante di inconsci e sfumati, opposta a quella più lucida di Tobias Zielony sugli adolescenti. La seduttività e la libido incontrano poi lo sguardo in un insolitamente sussurrato Araki, contrapposto alla prospettiva dispotica di Luca Zanier, indagatore di un altro tipo di feticismo, quello del potere.
Il vuoto comunica con il pubblico negli “spazi, viaggi e tormenti” – come nelle parole del giornalista Luca Mangogna – di Wim Wenders, così come nelle sottili infiltrazioni atmosferiche, luminose ed emotive, di Gabriele Basilico e Margherita Verdi sui luoghi di archeologia industriale.
Karen Stuke offre l’intimità del suo sonno al tempo, catturato nell’immagine stenopeica (realizzata con una particolare tecnica fotografica) che la ritrae per tutta la notte, eternando l’attimo, e riscaldandolo in cromie ocra di domestiche atmosfere. Le sue immagini si accostano in un netto contrappunto cromatico e concettuale con l’impermanenza che invece traspira dalla tecnica kakemono diMassimo Pastore. Il quale,con profondi chiaroscuri, ingoia silenzi e accarezza poeticamente, ma intensamente, le vite, le disperazioni e le speranze di migranti, in grande unità di forma e contenuto.
Il progetto che rianima Borgo Foresta in Campania
Si spalanca infine agli occhi il panorama dalle terrazze degli spazi ospitanti, luoghi esperienziali più che espositivi, fulcro di un progetto molto più ampio che rianima il borgo ormai da anni anche con una rassegna estiva di musica, teatro, arte: Forestàte – Il paesaggio delle differenze.
Si tratta di una virtuosa e coraggiosa esperienza pilota, capace di incontrare la necessità di rigenerazione di luoghi a rischio di oblio – malgrado siano gemme preziose del paesaggio e della storia italiani – con la ricerca di una nuova funzione per gallerie, artisti e curatori, in un’ottica di policentrismo e responsabilità civica. Un nuovo livello dell’anima, degli occhi e della mente, in un nuovo modo di ripensare la produzione e comunicazione artistica: ritrovarsi intimi in natura, per aprirsi a mille connessioni.
Diana Gianquitto
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