A Verona in 5 musei ci sono una serie di mostre e laboratori tutti dedicati al gioco
Si chiama “Arte in Gioco” il progetto che, attraverso percorsi espositivi e laboratori, approfondisce la storia e le caratteristiche di quest’attività essenziale per l’essere umano
Enigmatico, misterioso ed affascinante, il Giocoliere, realizzato dall’artista Antonio Donghi nel 1936, è l’opera ambasciatrice di Arte in gioco, il format espositivo ideato dai Musei Civici di Verona e collegato al Tocatì – Festival Internazionale dei Giochi in Strada, che si svolgerà dal 13 al 15 settembre 2024. Un’attività innata che viene intesa nella sua dimensione più seria, dal momento che, come scrisse il celebre giurista statunitense Olivier Holmes Jr: “la gente non smette di giocare perché diventa vecchia; diventa vecchia perché smette di giocare.”
Il gioco protagonista in 5 sedi dei Musei Civici di Verona
Il maestro del Realismo Magico, tra i protagonisti del Novecento, apre quindi la strada ad una profonda riflessione sul gioco, affrontandone le diverse sfaccettature in un percorso che si articola per temi tra i diversi poli espositivi che lo ospitano.
Si parte dal Museo Archeologico Nazionale, dove sono in mostra reperti archeologici provenienti da importanti siti del Veronese; mentre, sulla base del dialogo intrecciato con i rinomati mosaici con gladiatori, il gioco si trasforma in sfida, in duello, sulla scia di Cavalli e Gladiatori di Giorgio de Chirico ed ei ludi circenses, rappresentato al Museo Archeologico del Teatro Romano. Tema che viene ripreso anche con un focus su de Chirico in una sala di Palazzo Maffei.
Nel Museo degli Affreschi “G.B. Cavalcaselle”, Marte e Venere che giocano a scacchi, della Bottega di Alessandro Varotari, detto il Padovanino, apre la strada ad un approfondimento sull’intrattenimento a due, come metafora dell’amore che viene ripreso anche alla Fondazione Museo Miniscalchi-Erizzo con un dipinto di area fiamminga della collezione permanente, in cui un uomo e una donna si sfidano a tavola reale, un gioco da tavolo oggi conosciuto come backgammon.
Il gioco come metafora del destino e come stimolo alla creatività
L’enigmatica opera di Donghi, in cui un giocoliere è sorpreso in precario equilibrio, fu realizzata subito dopo l’uscita del saggio di Johan Huizinga dedicato all’Homo ludens e al ruolo del gioco come elemento centrale nella formazione della cultura e della società. Presentata al Museo di Castelvecchio, in dialogo conilRitratto di fanciullo con disegno infantile di Giovan Francesco Caroto, invita a soffermarsi sull’idea di gioco come metafora della fragilità della vita umana, in bilico tra destino e volontà, tra azione e staticità. Una visione suggellata dal bonario sguardo della trecentesca scultura equestre di Cangrande I della Scala che, proveniente dall’arca funebre del condottiero, significativamente lo ritrae impegnato in una giostra cavalleresca con il nipote Mastino II, sottolineando ulteriormente il tema della fugacità della vita come continua “partita” con la morte.
Il Polo Santa Marta dell’Università degli Studi di Verona e la Galleria d’Arte Moderna Achille Forti, invece, portano la riflessione alla contemporaneità, con opere che alludono alla creatività insita nelle attività ludiche per la loro capacità di condurre chi le pratica in una dimensione altra, di fanciullezza e fantasia. Tra le opere spiccano: The Variational Status di Riccardo Giacconi, Chi viene a giocare con me di Silvano Girardello e Fremdkörper di Vanessa Jane Phaff.
Il viaggio continua al Museo africano con una selezione di giochi e giocattoli, realizzati con materiali naturali e di scarto, per indagare come il bisogno del gioco abbia sempre stimolato la creatività e l’ingegno in ogni parte del mondo. Il progetto comprende l’esposizione di libri e materiali grafici, quali: Vendesi casa d’artista, allestita presso la Biblioteca Civica, dove ci sarà anche il Mercatino dei libri e il laboratorio sull’importanza del gioco come mezzo di apprendimento e socializzazione nel regno animale al Museo di Storia Naturale.
I laboratori e le altre attività
Il progetto, già in questa prima edizione, comprende unfitto calendario di eventi, attività, laboratori e visite guidate, concepite per i diversi spazi espositivi, in dialogo con il Tocatì – Festival organizzato da AGA – Associazione Giochi Antichi che da 21 anni connette i giochi e gli sport tradizionali ai valori del patrimonio culturale immateriale, trasformando le strade e le aree altamente urbanizzate e turistiche, quest’anno del quartiere Veronetta di Verona, in luoghi di incontro, espressione e scambio, all’insegna dei valori di inclusione, uguaglianza e comunità.
Ludovica Palmieri
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