Nel 2025 Aix-en-Provence celebrerà il grande artista Paul Cézanne 

Il pittore provenzale verrà omaggiato dalla sua città natale con una serie di importanti iniziative ed esposizioni

Aix-en-Provence si appresta a celebrare, nel 2025, uno dei suoi cittadini più illustri, Paul Cézanne (Aix-en-Provence, 1839-1906). Malgrado la città non possieda grandi collezioni legate al pittore – a parte le 9 opere esposte al Museo Granet – si è deciso di investire sul rinnovamento e sull’apertura al pubblico dei suoi luoghi di vita e di lavoro, oltre ad organizzare una grande esposizione temporanea che avrà luogo proprio al Museo Granet dal 28 giugno al 12 ottobre. In occasione dell’anno cezanniano verrà riaperto dopo lavori di riammodernamento l’atelier sulla collina di Lauves e soprattutto verrà inaugurato (giugno 2025) dopo importanti lavori che ne hanno consentito il recupero ad uso museale ed espositivo, il Jas de Bouffan che fu per lungo tempo la casa di famiglia. Infine, verranno migliorati e resi più facilmente fruibili i percorsi nelle cave di Bibémus in prossimità della montagna Sainte-Victoire, suo soggetto prediletto, dove l’artista amava dipingere en plein air

Al Museo Granet arriveranno opere da tutto il mondo 

Uno dei momenti salienti di Cézanne2025 sarà l’esposizione al Museo Granet. Verranno esposte una novantina delle opere maggiori dell’artista provenzale: olii, acquerelli e disegni. Fra i musei che hanno già confermato i prestiti ci sono il Musée d’Orsay di Parigi, il MoMa e il Met Museum di New York, l’Hiroshima Museum of Art e altri collezionisti privati. A partire dal 13 giugno, qualche giorno prima dell’esposizione temporanea, sarà visibile al pubblico la Collezione Pearlman che comprende 66 opere di artisti dell’Impressionismo e del Post-Impressionismo, di cui 24 Cézanne. L’ultima volta la collezione newyorkese era stata esposta a Aix nel 2014, ma in questa occasione arriverà per un prestito a lungo termine che contribuirà notevolmente ad innalzare l’attrattività artistica della città. 

Lo scenario sarà, come detto, il Musée Granet aperto nel 1838 in un edificio seicentesco che in precedenza era stato un priorato dell’ordine dei Cavalieri di Malta. Il museo, frequentato dallo stesso Cézanne, è stato rinnovato dopo lunghi lavori di restauro nel 2006 e ora gode di ampi spazi sia per le collezioni permanenti sia per le esposizioni temporanee. Nelle sale delle collezioni, Cézanne è presente con una decina di opere, fra cui alcuni lavori importanti come una versione delle Grandes Baigneuses, una natura morta giovanile, un Portrait de madame Cézanne, e una relativamente recente acquisizione del museo, il Portrait de Zola. Quest’ultima è un’opera realizzata a Parigi fra il 1862 e il 1863 e documenta l’amicizia fra il pittore e lo scrittore, lui pure cresciuto ad Aix, nata sui banchi del Collège Bourbon (oggi Mignet), uno dei luoghi che gli appassionati d’arte possono scoprire nel corso dell’itinerario Sur les pas de Cézanne proposto dall’Ufficio del turismo (in versione app è disponibile anche su smartphone). Il Portrait di Zola è stato per una quarantina d’anni nella cassaforte di Ambroise Vollard (Saint Denis, 1866 – Versailles, 1939), il mercante d’arte che fece scoprire Cèzanne, per poi ricomparire ad un’asta nel 2010 quando venne acquistato dal museo. A più di cento anni dalla morte del pittore, è stata la prima tela cezanniana a diventare proprietà del Granet (le altre opere esposte sono depositi). A pochi passi dal museo, nella cappella dei Penitenti Bianchi (gioiello dell’architettura del XVII secolo) si visita la Collection Planque con oltre cento capolavori dell’arte moderna, da Renoir a Monet, da Braque a Gauguin. 

Il Jas de Bouffan, la casa di famiglia 

La Bastide (in Provenza, il nome indica una casa padronale di campagna) del Jas de Bouffan è stata la casa di famiglia dei Cézanne che la occuparono per trent’anni, dal 1859 al 1889. Fra queste mura si sono svolte molte tappe dell’evoluzione artistica del maestro di Aix. Dalle opere giovanili, 12 composizioni dipinte direttamente sulle pareti del Grand Salon fra il 1859 e il 1869 (furono staccate nel periodo precedente la Prima guerra mondiale), fino ai famosi Joueurs de cartes, i cui modelli sono dei contadini del Jas. La bastide e gli altri edifici agricoli che la circondano, il parco, sono stati altri motivi prediletti e sono stati rappresentati in ben 36 opere ad olio e 17 acquerelli. La stessa Montagne Sainte-Victoire è stata rappresentata per la prima volta dall’artista a partire dall’estremità del parco dove l’artista amava posizionare il cavalletto. Questa proprietà, che svolge un ruolo così importante nel percorso artistico di Cézanne, è stata oggetto di un importante investimento da parte della città di Aix che complessivamente ha messo in gioco una ventina di milioni di euro per l’anno cezanniano (15 milioni per i due cantieri, Jas de Bouffan e atelier, 5 milioni per l’esposizione). Negli scorsi mesi, i restauri nel Grand Salon hanno fatto scoprire altre tracce degli affreschi giovanili che saranno visibili durante le visite. Il percorso all’interno della bastide sta prendendo corpo anche grazie all’acquisto da parte della città dei mobili originali d’epoca posseduti dalla famiglia Granel-Corsy che era subentrata ai Cézanne dopo il 1889. Nella parte sud del parco, verrà allestito un centro-visitatori che sarà pronto solo nel 2026. Il Jas de Bouffan diventerà un centro di ricerca a vocazione internazionale e ospiterà gli uffici della Société Paul Cézanne che gestisce il catalogo ragionato online delle opere del pittore (in precedenza diretto da Walter Feilchenfeldt, Jayne Warman e David Nash). 

Le Lauves e Bibémus, valorizzati l’atelier e le cave dove Cézanne amava dipingere 

Dopo un anno di lavori di restauro nel 2025 verrà riaperto anche l’atelier des Lauves. Un luogo intimo che permette di scoprire, circondati da oggetti originali appartenuti al pittore (le maioliche provenzali, il camice, il cappello, il cavalletto) il suo contesto di lavoro prediletto negli ultimi quattro anni di vita. È qui che Cézanne ha dipinto alcune delle sue tele più famose, come la serie che ha come soggetto la Montagne Sainte-Victoire e le baigneuses

Situate fuori città, ma luogo di straordinaria suggestione ambientale per capire l’opera di Cézanne, le Cave di Bibémus sono un vero e proprio museo a cielo aperto e offrono scorci di assoluta bellezza sulla Montagne Sainte-Victore e le foreste circostanti. Già utilizzate dai Romani per erigere la colonia di Acquae Sextiae e dai costruttori del quartiere Mazarin nel XVII secolo, le cave furono scelte da Cézanne, che le scopre in stato di abbandono, per la loro tranquillità. Qui, fra le foreste di pini e la macchia mediterranea, il pittore utilizzerà una minuscola casetta in pietra come base per le sue sessioni di lavoro: in quest’area realizzerà undici tele a olio e sedici acquerelli. Fra le opere, possiamo ricordare Le rocher rouge conservato al Musée de l’Orangerie a Parigi, due Carrières de Bibémus di proprietà della Fondazione Barnes e della collezione Stephen Hall a New York e la Montagne Sainte-Victoire vue de Bibémus oggi al Museo d’arte di Baltimora. Il percorso cezanniano all’interno delle cave, che verrà ulteriormente messo in valore in occasione di Cézanne2025, è già liberamente percorribile fin dal 2022, quando la città di Aix lo ha attrezzato con nuovi sentieri e punti informativi (su prenotazione presso l’Ufficio del Turismo; aixenprovencetourism.com). 

Dario Bragaglia 

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Dario Bragaglia

Dario Bragaglia

Dario Bragaglia si è laureato con Gianni Rondolino in Storia e critica del cinema con una tesi sul rapporto fra Dashiell Hammett e Raymond Chandler e gli studios hollywoodiani. Dal 2000 al 2020 è stato Responsabile delle acquisizioni documentarie e…

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