A Napoli in Piazza Municipio grande opera di Gaetano Pesce al posto di Pistoletto
Prima l'incendio e poi la sostituzione. Dopo neanche due anni la "Venere degli Stracci" cede il posto a "Tu si 'na cosa grande" di Gaetano Pesce e, anche in questo caso, fioccano i commenti (e soprattutto le allusioni) per la forma "evocativa" dell'opera
Ancora deve inaugurare ed è già bufera di commenti su Tu si ‘na cosa grande, la nuova installazione di Gaetano Pesce (La Spezia, 1939 – New York, 2024) che, dopo neanche due anni, prende il posto in piazza Municipio della Venere degli stracci di Michelangelo Pistoletto (Biella, 1933). E se la Venere degli Stracci, con le sue 16 tonnellate, 7 metri d’altezza e 35 di base ovale aveva fatto discutere, Tu si ‘na cosa grande, ultima fatica dell’artista prima della scomparsa, suscita ancora maggiori critiche e ilarità.
“Tu si ‘na cosa grande”, l’omaggio di Gaetano Pesce a Napoli
Nell’ottica dell’artista, la scultura dai monumentali 12 metri d’altezza, a cui l’artista spezino stava lavorando da due anni, con la curatela di Silvana Annicchiarico, nell’ambito del progetto Napoli Contemporanea, rappresenta un chiaro omaggio alla città partenopea. L’opera, in realtà composta da due sculture monumentali, luminose, in dialogo tra loro, esprime tutto l’amore di Gaetano Pesce per la città. Il riferimento è esplicito. Da una parte una rappresentazione stilizzata di Pulcinella simbolo di Napoli, con l’iconico vestito e l’inconfondibile cappello; dall’altra il cuore rosso, “innamorato”, ovvero colpito dalla freccia di cupido.
A Napoli una summa della poetica di Gaetano Pesce
Significativamente, Tu si ‘na cosa grande si potrebbe considerare una sorta di testamento artistico di Pesce, dal momento che costituisce una summa della sua poetica e, nello stesso tempo, il superamento di un’ultima sfida. Il Pulcinella, infatti, ne contiene tutti gli elementi cardine, declinandoli in scala monumentale, nello spazio urbano. L’attenzione al femminile, la poetica dello scarto, dell’imperfetto, il richiamo all’autobiografia, per la prima volta escono dalla comfort zone delle mure domestiche, dalla dimensione del design, per abbracciare lo spazio della piazza e acquistare un respiro monumentale.
E se, per usare le parole di Vincenzo Trione, curatore del progetto, la Venere degli Stracci, installata il 28 giugno 2023 e drammaticamente bruciata pochi giorni dopo, il 13 luglio dello stesso anno, era stata una sorta di “Fenice che risorge dalle sue Ceneri“, per l’opera di Gaetano Pesce, l’ultima del progetto, meglio non rischiare, ed è già prevista una data di fine e smantellamento: il 19 dicembre 2024.
La “Venere degli Stracci” cambia casa ma non città
Il rapporto della “Venere degli stracci” realizzata da Pistoletto espressamente per la città partenopea non finisce qui. Perché la bella scultura lascia la piazza ma non la città, anzi dopo mesi all’addiaccio, troverà un ricovero ben più riparato e sicuro che, stando alle rivelazioni fino ad ora circolate, dovrebbe essere la chiesa di Chiesa di San Severo a Pendino; peccato che per il momento giaccia in un deposito in attesa del definitivo ricollocamento.
Napoli Contemporanea: un bilancio positivo
Nel complesso, ad ogni modo, il sindaco Manfredi si può dire soddisfatto del progetto Napoli Contemporanea, nella misura in cui le scelte critiche e artistiche magari hanno fatto discutere ma di certo hanno smosso gli animi dall’indifferenza per il contemporaneo tanto dei cittadini quanto dei visitatori. Del resto, era anche prevedibile che il sagace napoletano, di fronte a una forma in un certo senso allusiva, si lasciasse andare a ironici quanto infantili divertissement.
Ludovica Palmieri
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