I vampiri protagonisti di una mostra a Crema. Tra mito, letteratura, arte e cinema

Si intitola “Vampiri. Illustrazione e letteratura tra culto del sangue e ritorno dalla morte” la mostra che il Museo Civico di Crema presenta al pubblico per raccontare storia, fenomenologia e derive pop che la figura del vampiro ha innescato in diversi ambiti della cultura

Dracula, Twilight, Buffy: alla parola “vampiro” siamo certi che queste sono le prime idee che vi vengono in mente, tutte legate a saghe letterarie, film e serie tv di grande successo. Eppure, la fascinazione (e la mania) nei confronti di questo personaggio dal DNA composito (mitologia, fantasia, folclore) risale a tempi lontani rispetto ai nostri, e trova uno dei suoi ambiti di espressione più diffusa nel mondo dell’arte. A indagare la fenomenologia e la figura del vampiro è la mostra in programma dal 19 ottobre al 2024 al 12 gennaio 2025 al Museo Civico di Crema e del Cremasco, dal titolo Vampiri. Illustrazione e letteratura tra culto del sangue e ritorno dalla morte, con oltre 200 opere tra testi letterari e poetici, volumi, riviste, incisioni, fogli sciolti, edizioni originali e materiale iconografico provenienti da biblioteche pubbliche italiane e collezioni private.

La mostra sui vampiri al Museo Civico di Crema e del Cremasco

Attraverso testi e illustrazioni, viene così ricostruita la storia che porta alla nascita della figura del “vampiro”. Termine che per la prima volta, nella letteratura europea, viene utilizzato nel 1730, sebbene la sua figura risalga a tempi più remoti. A partire dal mito mesopotamico di di Lilītu (Lilith), demone della notte, fino alla nèkyia omerica, rito necromantico che risveglia gli spiriti dal mondo dei morti. Questi aspetti vengono raccontati attraverso le illustrazioni di John FlaxmanWilliam Russell Flint, nel testo di Remy de Gourmont illustrato da Henry Chapront e nel ciclo contemporaneo di Edoardo Fontana. Ciò che emerge è che dietro la figura del vampiro si cela la necessità di trovare una spiegazione ai fenomeni esoterici del ritorno dalla morte; nel corso del tempo però il vampiro ha assunto nuove simbologie, come quella della lotta tra il bene e il male, del sovvertimento delle regole della natura, diventando un personaggio sessualmente fluido, ambiguo e allo stesso tempo affascinante.

La mostra sui vampiri al Museo Civico di Crema e del Cremasco. I trattati scientifici (e parascientifici)

Una parte interessante della mostra è dedicata agli studi che dal Settecento sono stati dedicati ai vampiri, come il seminale De masticatione mortuorum in tumulis di Michael Ranfft pubblicato a Lipsia nel 1725, e le Dissertazioni dell’abate francese Augustin Calmet. C’era chi invece confutava l’esistenza dei vampiri, come il medico olandese Gerard Van Swieten in Vampirismus (1787), l’arcivescovo di Trani Giuseppe Davanzati (Dissertazione sopra i Vampiri, 1789). Con l’avvento del Romanticismo, muta l’approccio nei confronti della materia: sopraggiunge la figura della “belle dame sans merci” (citando John Keats), e a questa figura di donna misteriosa e letale si ispireranno inoltre Dante Gabriel Rossetti e Samuel Taylor Coleridge, i cui testi saranno illustrati da Lucien Pissarro. E poi ancora John William Waterhouse, Gerald Metcalfe, George Frampton e le acqueforti art déco di Frank Sepp per La sposa di Corinto di Johann Wolfgang von Goethe.

La mostra sui vampiri al Museo Civico di Crema e del Cremasco. Da Mary Shalley a Bram Stoker 

Nel 1816 presso Villa Diodati, sul lago di Costanza, Mary Shelley diede vita a Frankenstein: in mostra è esposta la prima edizione italiana, del 1944. Dall’Ottocento crescono in maniera esponenziale racconti e romanzi dedicati ai vampiri, come quelli di Lord Byron, William Polidori, Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, Charles Baudelaire, Edgar Allan PoeJoseph Sheridan Le Fanu, Rudyard Kipling. Una fascinazione che tocca anche le arti visive, con le illustrazioni tratte dai racconti dell’orrore di Poe realizzate all’acquaforte da Wogel; sempre a Poe si ispirarono Harry ClarkeByam Shaw, Edmund Dulac e Alberto Martini. Quest’ultimo in una litografia ritrasse la Marchesa Casati come una “vamp”, segnando un cambiamento nell’iconografia del vampiro e nell’immaginario collettivo. La svolta avviene nel 1897, quando a Londra Bram Stoker pubblica Dracula: in mostra sono presenti edizioni originali inglesi e americane, oltre a testi italiani ispirati al tema, come le novelle di Francesco Ernesto MorandoLuigi Capuana, Giuseppe Tonsi, Daniele Oberto Marrama e la poesia Il vampiro di Amalia Guglielminetti.

La mostra sui vampiri al Museo Civico di Crema e del Cremasco. Cinema e arte contemporanea

Si ispirano al Dracula di Stoker il film Nosferatudi Friedrich Wilhelm Murnau (1922) e il suo remake diretto da Werner Herzog e interpretato da Klaus Kinski e da Isabelle Adjani, di cui è in mostra una copia del manifesto nell’edizione belga del 1979, disegnato da David Palladini; mentre Intervista col Vampiro di Neil Jordan (1994) è tratto dall’omonimo libro di Anne Rice pubblicato nel 1976 e capostipite di una fortunata serie di storie che raccontano una complessa genealogia di vampiri.

Anche gli artisti si sono lasciati ispirare dai vampiri: Edvard Munch dedica loro diverse incisioni; Oskar Kokoschka alcune illustrazioni, così come Max Ernst per i collage di Une semaine de Bontè, fino alla versione pop di Andy Warhol.

Desirée Maida

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Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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