Il fascino delle stampe di Toulouse Lautrec arriva a Parma
Il 2024 regala al pubblico appassionato delle litografie del maestro francese un’ulteriore occasione espositiva. Dopo l’enorme successo di Torino, è il turno di Parma, con una ricca serie di manifesti e litografie che raccontano l’atmosfera unica della società dell’Ottocento
Dopo il successo della mostra torinese dedicata al pittore francese, comincia un nuovo capito espositivo sul grande Henri de Toulouse Lautrec (Albi, 1864 – Saint-André-du-Bois, 1901). Questa volta siamo a Parma, al Palazzo Dalla Rosa Prati, con un ricco percorso in 120 opere.
L’equilibrio nell’arte circense nelle opere di Henri de Toulouse Lautrec a Parma
Equilibrio: un’abilità indispensabile per danzare, andare a cavallo, in particolare se sono attività svolte al circo dove il gioco della stabilità, del controllo fisico di ogni parte del corpo deve mostrare competenze straordinarie così da meritare applausi. E si resta quasi commossi nel vedere come Toulouse Lautrec riesca – lui che non avrebbe mai potuto neppure avvicinarsi a tali prove, fragile nelle ossa – a rendere questi stati incerti tra sicurezza di sé e rischio, anche in scene buffe, dove comunque la perizia, la maestria devono essere elevate, forse anche di più, svelando, con la possibilità della caduta, della capriola, il guizzo finale della comicità e dell’ammirazione insieme. Nella mostra, c’è un settore intitolato a proposito Il mondo del circo.
I manifesti e le litografie di Henri de Toulouse Lautrec a Palazzo Dalla Rosa Prati a Parma
Il percorso si compone principalmente di litografie, un buon numero stampate dopo la morte. Vittoria Mainoldi, nella breve riflessione introduttiva, sottolinea come fosse stato l’editore Maurice Joyant a organizzare la prima mostra di Lautrec, favorendo la nascita del mito anche attraverso la pubblicazione di molte sue opere, rese così accessibili al grande pubblico. Da sottolineare la serie Au Cirque, un gruppo di disegni realizzati durante la permanenza di Lautrec in un sanatorio nel 1899 – e creati dunque a memoria – che risulta molto emozionante.
Cavalli, scimmie, elefanti, cani, animali da domare e con cui far divertire il pubblico. Ma c’è anche una clown che resta in bilico su un cavallo imbizzarrito. Tutti soggetti tratteggiati con linee veloci e raffinati punti di vista, a volte dal pubblico (spettatori presi di spalle), ma anche da dietro le quinte.
Le copertine e le stampe di Toulouse Lautrec a Palazzo Dalla Rosa Prati a Parma
Inevitabilmente, il curatore Joan Abelló, nel presentare questa mostra, si trova a citare L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica di Benjamin, dopo aver evidenziato l’importanza di Lautrec “nel suo ruolo di guida nella società industriale in piena espansione, che necessitava di uno strumento di mediazione tra produttore e consumatore attraverso una nuova invenzione chiamata pubblicità”.
Al di là dei manifesti – in particolare l’icona Aristide Bruant, cantante, compositore, responsabile della gestione del cabaret Mirliton a Montmartre – ci sono copertine di programmi e riviste, i suoi disegni per Le Rire ed Elles. Si riconoscono suggestioni culturali, in particolare dalle stampe giapponesi, per il modo di stendere il colore, di tratteggiare i personaggi.
Le figure femminili catturate dalla mano di Toulouse Lautrec a Parma
Infine, si avverte, specie per alcune figure femminili, il bisogno del disegno per catturare con poche linee la realtà dei gesti quotidiani, come per Donna che si fa la toeletta, o Donna in corsetto osservata da un cliente. Colpisce la cura di alcuni lavori, come il manifesto Jane Avril, con la gamba nera sollevata al centro tra i colori giallo oro, arancione dominanti, scuro il profilo dello strumento musicale, che occupa parte della cornice, tenuto stretto da una mano a pugno.
Valeria Ottolenghi
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