Che cosa succede se un’artista entra in un laboratorio di scienziati? L’esperimento a Parigi
Nato dall’idea di un ricercatore dell’Istituto Pasteur di Parigi, questo progetto di arte e scienza vede protagonista l’artista Arianna Carossa, invitata a creare opere site-specific all’interno del laboratorio dove si studia il DNA. Che cosa ne uscirà fuori?
In un affascinante connubio tra arte e scienza, l’Istituto Pasteur di Parigi ospita il progetto La mente pura. Destino o DNA?, nato dall’incontro tra l’artista visiva Arianna Carossa e Germano Cecere, ricercatore e direttore dell’Unità di studio dei Meccanismi di ereditarietà epigenetica presso l’Istituto Pasteur. Curato da Jamie Kulhanek e Rossella Farinotti, questo innovativo progetto esplora la tematica del destino e dell’ereditarietà epigenetica, mettendo in discussione i confini tra predeterminazione genetica e libero arbitrio. L’incontro tra due mondi apparentemente distanti si rivela uno spazio fertile per nuove riflessioni. Cuore del progetto è la permanenza dell’artista all’interno del laboratorio di Germano Cecere, dove avrà un mese e mezzo di tempo per creare una propria opera a partire dagli spunti colti sul campo, a contatto diretto con la scienza.
Arte e scienza si uniscono nel progetto all’Istituto Pasteur di Parigi
Il cuore del progetto risiede proprio nell’integrazione tra i due ambiti, arte e scienza. Come ci spiega la curatrice Jamie Kulhanek “è un progetto particolare, in quanto non sappiamo quale sarà il risultato finale. Di solito, un’opera viene commissionata con un obiettivo specifico, ma qui Germano sta permettendo ad Arianna di esplorare e creare liberamente nel laboratorio di epigenetica, senza alcuna restrizione”. Questo approccio permette una contaminazione inedita, dove le due discipline coesistono e interagiscono in un contesto inconsueto, lasciando spazio all’imprevedibilità e all’ispirazione spontanea. Proprio questo carattere di totale libertà espressiva, che risiede e alimenta l’anima stessa della ricerca scientifica, si saprà concretizzare in un lavoro altrettanto sperimentale dell’artista.
Arte e scienza: a Parigi una collaborazione oltre i confini del laboratorio
L’intuizione iniziale del progetto nasce da un esperimento presentato da Germano Cecere durante l’evento inaugurale. Sotto gli occhi incuriositi dei presenti, ha mostrato un’immagine microscopica di piccoli vermi in grado di riprodursi all’infinito, suggerendo come questa osservazione scientifica potesse rappresentare un possibile punto di partenza per il lavoro artistico di Arianna. “Quello che abbiamo immaginato è che un’artista entri in un laboratorio, si lasci ispirare da qualcosa, e da lì nasca un’opera. Vorremmo che l’arte creata qui fosse realizzata per lo scienziato stesso, che ogni giorno vive e lavora in questo spazio, e forse, chissà, potrebbe addirittura contribuire anche alla ricerca scientifica” dichiara lo studioso. Questa apertura verso la creatività non solo arricchisce il mondo scientifico, ma amplia anche la visione dell’arte, che diventa uno strumento di comprensione del mondo naturale.
Il progetto artistico di Arianna Carossa per l’Istituto Pasteur di Parigi
L’artista genovese Arianna Carossa, conosciuta per il suo lavoro in spazi estremi e carichi di storia, ha subito trovato in questa collaborazione una sfida stimolante. “Decido di sviluppare un progetto solo se sento qualcosa, se il mio sentire mi trasporta in un luogo scomodo. Questo è il processo che seguo affinché il progetto superi la mia logica” ha spiegato, sottolineando come il suo percorso creativo sia radicato in un costante confronto tra contesto e ambiente che la circonda. Per lei, la collaborazione con il mondo scientifico non è solo un’occasione per esplorare nuovi materiali o tecniche, ma soprattutto un modo per interrogarsi su questioni fondamentali della vita umana, come la trasmissione delle esperienze e il significato del destino. Nel corso della sua residenza presso l’Istituto Pasteur, Arianna creerà opere site-specific all’interno del laboratorio. Lavori che incarneranno il dialogo tra l’artista e gli scienziati: un’esplorazione di temi complessi, come l’ereditarietà epigenetica e il libero arbitrio. Le sue opere saranno pensate non solo per essere osservate, ma per interagire con il contesto stesso, diventando parte di un discorso più ampio che travalica i confini dell’arte e della scienza.
Il laboratorio diventa museo
Un altro aspetto rivoluzionario dell’iniziativa è la possibilità di aprire il laboratorio a un pubblico diverso: quello dei visitatori. In questo modo, il laboratorio scientifico diventa uno spazio espositivo, un luogo dove la conoscenza si trasforma in esperienza visiva e sensoriale. L’interazione tra il pubblico e l’opera d’arte non è più mediata solo da gallerie o musei tradizionali, ma si sposta in un ambiente dove la scienza fa da cornice a una riflessione estetica e filosofica.
Il tema del progetto che unisce arte e scienza a Parigi
Il titolo del progetto, La mente pura. Destino o DNA?, nasce da una domanda fondamentale: il nostro destino è davvero inscritto nei nostri geni? Oppure, come suggerisce la teoria dell’epigenetica, le nostre esperienze di vita possono influenzare e modificare ciò che tramandiamo alle generazioni future? Per Arianna, il confronto con queste domande ha suscitato sentimenti contrastanti. Da un lato, la possibilità di trasmettere le esperienze vissute attraverso meccanismi ereditari le ha dato un senso di rassicurazione, una continuità con il passato. Dall’altro, ha provato una profonda incertezza rispetto al futuro, alla perdita di controllo su ciò che credeva fosse il proprio libero arbitrio. Questa tensione tra predestinazione e libertà si riflette nelle opere che Arianna creerà, pensate per sfidare il concetto stesso di margine di libertà.
Il futuro della collaborazione tra Arianna Carossa e Germano Cecere
Il progetto culminerà in una pubblicazione scritta, che farà da traccia concreta di questo percorso condiviso. Il dialogo tra Arianna Carossa e Germano Cecere, facilitato dalle curatrici Jamie Kulhanek e Rossella Farinotti, diventa così una piattaforma per esplorare nuove intersezioni tra arte e scienza. Due ambiti che, pur con metodologie e linguaggi differenti, condividono una comune sete di conoscenza e comprensione del mondo.
Paolo Bompani
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