Ad Avellino una mostra fa il punto sull’arte contemporanea danese 

Al Museo Irpino si svolge la quarta edizione del progetto artistico Caleidoscopio Danimarca, che espone le opere di tre artisti pionieristici del panorama danese affiancate a quelle di sedici artisti emergenti

Il Museo Irpino di Avellino espone le opere di tre artisti fondamentali all’interno del panorama artistico danese. Asger Jorn, Henry Heerup e Jørgen Haugen Sørensen sono i protagonisti della mostra Caleidoscopio Danimarca, i cui lavori sono accompagnati da quelli di ben sedici artisti emergenti provenienti dalle Accademie di Belle Arti danesi, in un ricco dialogo all’interno di un luogo storico quale è il Carcere Borbonico, sede del museo. 

Il progetto Caleidoscopio 

Andrea Del Guercio, professore di Storia dell’arte contemporanea all’Accademia di Brera, in collaborazione con l’Associazione MontoroContemporanea e l’Associazione artistica italo-danese DIAA, ha curato quest’anno la quarta edizione di Caleidoscopio, un progetto  che si pone come obiettivo quello di aprire una finestra sul panorama artistico internazionale. Il ciclo espositivo ed editoriale si svolge al Museo Irpino di Avellino e mira a valorizzare la diversità e la complessità dell’arte del passato e del presente. Dopo le edizioni sulla Germania e la Cina, quella del 2024 si concentra sulla Danimarca, un paese interessantissimo dal punto di vista artistico, ricco e vibrante.

La mostra “Caleidoscopio Danimarca” al Museo Irpino 

Ruotando attorno a questi tre importanti artisti danesi, il percorso si snoda attraverso la scoperta di sedici artisti emergenti danesi, ognuno con un linguaggio differente. Questo è il senso della mostra, suggerito dal titolo stesso dell’esposizione: costruire un’esperienza caleidoscopica, in cui il pubblico possa esplorare un ricco mosaico di opere diverse l’una dall’altra, e creare un dialogo, un ponte, fra Italia e Danimarca. La narrazione che prende vita all’interno dello spazio museale nasce, fra l’altro, da una riflessione su quelli che sono i luoghi di cultura più importanti e iconici in Danimarca, dando luogo a un’esposizione che si ispira a spazi come il Louisiana Museum e la Collezione Hirschprung. 

Jorn, Heerup e Sørensen: maestri dell’arte danese del Novecento 

Asger Jorn, Henry Heerup e Jørgen Haugen Sørensen sono diversissimi fra loro, ma tutti e tre hanno fatto la storia nel panorama artistico danese. Asger Jorn, icona dell’Espressionismo nordico, ha sperimentato nel corso della sua vita un’interazione vibrante tra pittura e materia, trovando un equilibrio tagliente tra riconoscibilità e trasgressione. La sua opera risulta emotiva e profonda, e la sua pittura, materica, garantisce effetti vivacissimi. Henry Heerup è stato un artista surrealista a tutti gli effetti, con una sentita influenza nei confronti dell’Art Brut. Le sue opere raccontano la vita quotidiana, con un particolare approccio alla tradizione popolare e uno sguardo alle Avanguardie Storiche. Sørensen, è stato invece un artista sottilissimo, che attraverso la scultura ha esplorato la fragilità dell’esperienza umana, ispirandosi ad artisti importanti, primo fra tutti Rodin.  

La pratica di Nicolas Steiner, tra Italia e Danimarca 

A fianco a questi grandi maestri, per la prima volta esposti al Museo Irpino, hanno trovato posto diversi giovani artisti danesi da scoprire. Nicolas Steiner è uno fra questi. Artista italo-danese, si è diplomato all’Accademia di Brera di Milano e risulta essere una personalità promettente. Steiner ha sperimentato, nel corso degli anni, un’evoluzione importante,  arrivando a una contaminazione tra tradizione classica e patrimonio popolare nordico. Partendo dalla realizzazione di opere in cui c’è un forte richiamo all’iconografia classica, ravvisabile per pose e colori, e guardando attentamente alle tonalità vivide tipiche dell’eredità medievale, dopo il suo ritorno al Nord, l’artista ha iniziato a creare un dialogo fra la cultura artistica italiana e nuovi linguaggi espressivi appresi in Danimarca. Steiner sembra ora elaborare, talvolta in maniera istintiva, un dialogo con l’opera di Henry Heerup, realizzando sia dipinti che installazioni tridimensionali. Spesso, protagonisti dei suoi dipinti sono le stelle, un chiaro e sentito omaggio al cielo nordico della Danimarca. 

Gli artisti danesi emergenti in mostra al Museo Irpino 

Notevole anche il delicatissimo lavoro di Johanne Rude Lindegaard, che trasforma la pittura in una “parete scritta”: le sue opere riguardano inserti cuciti, mappe concettuali che raccontano storie complesse e stratificate. L’arte di Jeanette Hillig è riflessiva, e le sue opere fluttuano tra il  nero assoluto e il grigio evanescente, riflettendo stati d’animo mutevoli e sfuggenti. Interessante anche il progetto Nessun Confine di Steen Rasmussen, realizzato nel 2021, in cui l’artista sfida il visitatore a interagire fisicamente ed emotivamente con le sue installazioni labirintiche, in un dialogo stimolante e in continua tensione. Søren Krag mette in mostra la sua digital Painting, andando a rielaborare motivi storici con strumenti moderni, e creando opere iconograficamente molto ricche. René Holm espone un’arte cinematografica, dove l’unione di tecniche varie come sgocciolatura e segni a matita conferiscono ai suoi dipinti un’atmosfera “sospesa”, in cui il tempo appare immobile. Questi artisti, assieme a Agnete Brinch, Nathalie Cohn, Anne Floche, Esben Klemann, Finn Have, Mads Rafte Hein, Maiken Lindhardt, Felix Pedersen, Marianne Thygesen e Laila Westergaard, rivelano un mondo vario e multicolore che rappresenta il nuovo scenario artistico contemporaneo danese, dimostrando di far parte di una realtà intraprendente, ricca di idee e indiscutibilmente promettente.  

Barbara Blasi 
 
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