Alla frontiera tra Stati Uniti e Messico si prova ad accorciare le distanze con l’arte
Lungo il confine, decine di associazioni lavorano per fare della cultura uno strumento di dialogo e condivisione nel rispetto della memoria collettiva e dell'ambiente. Ora, una fondazione filantropica le supporterà con un fondo da 25 milioni di dollari
Una frontiera può significare molte cose. Può essere un semplice spazio di confine, nel migliore dei casi un’occasione di incontro: più probabilmente, in tempi populisti come i nostri, tenderà a diventare uno strumento politico e un luogo di scontro, quando non di morte. Esistono però delle associazioni che lavorano controcorrente: un florido esempio sono le organizzazioni, i musei e le associazioni che lavorano lungo il confine tra a Stati Uniti e Messico, per anni al centro di aspre campagne presidenziali statunitensi (su tutte quella trumpiana del mandato 2016-2020, per molti ora destinata a ripetersi). Queste associazioni hanno invece scelto di utilizzare l’arte e la cultura in senso ampio come strumento per accorciare le distanze, un lavoro complesso che ora sarà reso un po’ più semplice grazie a un fondo da 25 milioni di dollari offertodalla più importante fondazione filantropica americana per le arti e le discipline umanistiche, la Mellon Foundation.
La Mellon Foundation
Creata nel 1969 dalla famiglia dell’omonimo industriale e politico di Pittsburgh, Pennsylvania, e già intestataria di un istituto bancario, la ricca Mellon Foundation devolve le proprie risorse alle comunità americane marginalizzate e ad aree che storicamente non hanno ricevuto finanziamenti per le arti, come le zone di confine o i territori coloniali come Porto Rico. Presieduta dal 2018 dalla poetessa Elizabeth Alexander, la fondazione ha finanziato restauri come quello del murale di Diego Rivera al San Francisco Art Institute (che in alternativa sarebbe stato staccato e venduto) e commissioni come quella del monumento in onore della protesta del 1978, punto di svolta per il movimento per i diritti dei disabili, a Denver.
Il supporto alle associazioni al confine tra Stati Uniti e Messico
La fondazione ha quindi deciso di promuovere il Frontera Culture Fund, il primo esempio su larga scala di supporto binazionale per le arti lungo la frontiera (che ricordiamo essere lunga più di tremila chilometri e tangente a quattro stati USA e sei messicani). A beneficiare di questo aiuto saranno in primis 32 organizzazioni non profit e organizzazioni artistiche poste su entrambi i lati del confine (anche se la maggior parte si trovano dal lato statunitense): esempi sono il Chicano Park Museum and Cultural Center di San Diego; la Carrizo Comecrudo Nation of Texas di Floresville; la Fandango Fronterizo di Tijuana e la Paso del Norte Community Foundation di Nuevo Laredo; l’El Paso Museum of Art; il Museum of Contemporary Art Tucson; la Mexicali Biennial; e la galleria Azul Arena di Ciudad Juarez. Anche la New Mexico State University e la University of Texas di El Paso hanno ricevuto fondi per supportare il lavoro curatoriale in queste istituzioni.
L’impatto a lungo termine del Frontera Culture Fund
Guidato da due membri del team Mellon’s Arts & Culture, la responsabile Deborah Cullen e l’associata Casandra Hernández Faham, il programma è stato sviluppato nel corso degli ultimi tre anni nell’ottica di una distribuzione graduale di fondi. Non solo: il team della Mellon continuerà a intessere relazioni per raggiungere nuove organizzazioni, così da avere un impatto il più possibile a lungo termine. Requisito fondamentale per ogni nuova aggiunta resta il fatto che le associazioni e gli enti scelti siano sempre delle “ancore culturali nelle loro comunità che celebrano la vita espressiva della regione” il cui lavoro si allinei con i valori e le priorità della Mellon di “integrare le arti con importanti esigenze della comunità, come la giustizia razziale e climatica, le questioni LGBTQ+, la sovranità culturale indigena, e la memoria pubblica”.
Gli interventi al confine finanziati dal Frontera Culture Fund
Nello specifico, come saranno usati questi fondi? A margine dei progetti in corso, molte associazioni e musei hanno già dei programmi ad hoc. La Carrizo Comecrudo Nation of Texas/l’Esto’k Gna, una tribù nativa non riconosciuta a livello federale, andrà a creare un Community Land Trust per proteggere 170 acri di terre ancestrali sul lungofiume del Rio Grande, e aprire un centro culturale; il Chicano Park Museum and Cultural Center di San Diego proteggerà invece la sua storia di attivismo chicano con la catalogazione e la digitalizzazione di due significativi archivi; e ancora la MexiCali Biennial finanzierà la sua sesta edizione, in programma per il 2026, continuando a dare spazio ad artisti e curatori latini e latine.
Giulia Giaume
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