A Milano il Museo Bagatti Valsecchi compie 30 anni. Storia e programma dei festeggiamenti
La casa museo neorinascimentale che si trova nel Quadrilatero della Moda festeggia il trentennale della nascita con nuovi format per avvicinare il pubblico alle sue collezioni del Quattro e Cinquecento
Nel cuore del Quadrilatero della Moda a Milano, c’è una dimora storica arredata come le abitazioni del Rinascimento lombardo. Ora si appresta a festeggiare 30 anni di apertura al pubblico con una settimana di eventi. Si tratta del Museo Bagatti Valsecchi che, dal 19 al 24 novembre 2024, presenta un ricco programma di attività, sia all’interno che al di fuori dei propri spazi.
La storia del Museo Bagatti Valsecchi
Quello che oggi è un museo delle collezioni rinascimentali dei suoi proprietari, a fine ‘800 era una casa abitata da due fratelli architetti e collezionisti, i baroni Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi che avevano un sogno: ristrutturare la dimora della loro famiglia ispirandosi alle abitazioni del Rinascimento lombardo. Iniziarono così a collezionare dipinti e manufatti d’arte applicata del ‘400/’500 e in circa 20 anni allestirono una casa unica nel suo genere, dotandola di luce elettrica e acqua corrente. Divenne un luogo visitato da intellettuali, scrittori, aristocrazia italiana ed europea, jet set internazionale, collezionisti e studiosi d’arte. Dopo la morte di Fausto e di Giuseppe, Casa Bagatti Valsecchi continuò a essere abitata dai loro eredi fino a metà anni ‘70 per poi aprire il 22 novembre 1994 nella veste rinnovata di Museo.
Il percorso da Casa a Museo nelle parole della sua Presidente Camilla Bagatti Valsecchi
“Ho vissuto i primi anni della mia vita, fino al 1976, in questa casa, quindi l’idea di essere riusciti a farla rivivere così bene in forma di Museo, mi rende felice, perché è proprio quello l’obiettivo di una istituzione museale, che sia vitale grazie al pubblico che ogni giorno la popola”, spiega ad Artribune Camilla Bagatti Valsecchi, Presidente Museo Bagatti Valsecchi. “Il percorso del Museo Bagatti Valsecchi è stato in continua crescita: non è stato semplice farlo nascere, perché da quando la mia famiglia ha lasciato la casa, alla nascita vera e propria del Museo nel 1994, sono passati quasi 20 anni: è stato un lavoro corposo e complesso che ci ha portato fino ad oggi ad organizzare eventi ed attività aperte ad un pubblico ogni giorno più vasto. La nostra volontà è quella di far affezionare le persone alla Casa Museo in modo che possano ritornare frequentemente, considerandola un punto di ritrovo tra amici, come era nelle intenzioni dei fratelli Bagatti Valsecchi che gli hanno dato vita a fine ‘800. Per raggiungere questo obiettivo è necessario fare eventi, mostre e attività sempre più prestigiosi e di richiamo”.
La settimana di celebrazioni per i 30 anni di apertura del Museo Bagatti Valsecchi
È qui che si inserisce la settimana di celebrazioni per i 30 anni di apertura del Museo, che prevede varie attività tra cui le visite guidate gratuite con ingresso ridotto e la riproposizione dei tanti format – come “Stasera al Museo” – che hanno fatto la fortuna dell’istituzione, fidelizzandone il pubblico e incrementandolo dai 16-18mila visitatori all’anno nel periodo pre Covid, ai circa 39-40 mila visitatori di oggi. “Vado soprattutto fiera della conferenza che abbiamo organizzato per il 23 novembre su mio padre Pier Fausto Bagatti Valsecchi, ideatore del museo insieme al suo papà e alle sue sorelle”, continua la Presidente del museo. “Parteciperanno personaggi del mondo della cultura che l’hanno conosciuto e hanno condiviso con lui un cammino comune nella creazione della nostra istituzione e non solo”.
Il nuovo format “Museo oltre i confini” del Museo Bagatti Valsecchi
In occasione di queste celebrazioni, il museo sperimenta anche un nuovo format, “Museo oltre i confini”: attività didattiche e conferenze nelle scuole e nelle biblioteche di quartiere per farlo conoscere a un pubblico più vasto. “Per i festeggiamenti abbiamo pensato ad un Museo che va fuori dal Museo”, conclude Antonio D’amico, Direttore Museo Bagatti Valsecchi. “Grazie anche alla sollecitazione di Regione Lombardia e dell’Assessorato alla cultura di Regione, abbiamo voluto raggiungere le periferie, le biblioteche e le scuole che non sono nel cuore e nel centro di Milano, cercando di far capire come una casa museo possa diventare un luogo dove tornare. Un luogo quindi dove trovare se stessi, dialogare, chiacchierare, non un museo distante dalla quotidianità, dove si entra, si vedono in punta di piedi le collezioni e si esce, ma una casa da vivere, come dice il nostro claim ‘una casa da raccontare’”.
Claudia Giraud
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