Ancora caos al Ministero della Cultura. Tanti musei senza direttore per scadenza dei mandati. Giuli: “faremo i bandi”
Ai molti (troppi) musei già privi di direttore da mesi si aggiungono i musei nazionali che in questi giorni di inizio novembre 2024 vedono i mandati dei direttori scadere per la decorrenza dei 4 anni contrattuali. Che potevano essere prorogati e non lo sono stati
Con il novembre 2024 molti direttori di grandi musei nazionali autonomi italiani finiscono il loro incarico (avevano iniziato a novembre 2020 e il mandato dura 4 anni). Un incarico che poteva essere prorogato (Dario Franceschini aveva prorogato tutti i direttori per permettere loro di svolgere un idoneo percorso di 8 anni) e invece così non è stato. Risultato? Alcuni direttori nella giornata (festiva!) del primo novembre hanno iniziato a diramare comunicati ufficiali di saluto e di rammarico precedendo di ore le comunicazioni del Ministero stesso. Bel siparietto, non c’è che dire… La prima comunicazione è stata diffusa da Stéphane Verger (Parigi, 1965), fino a oggi direttore del Museo Nazionale Romano: dopo un lavoro eccellente non è stato prorogato per altri 4 anni (benché il suo istituto abbia in mano anche il seguimento di delicatissimi dossier PNRR). Stessa cosa per Mario Epifani di Palazzo Reale di Napoli, Maria Luisa Pacelli della Pinacoteca Nazionale di Bologna e Annamaria Mauro dei Musei Nazionali di Matera e così via. Ma in base a quale istruttoria gli incarichi non sono stati rinnovati? Per ora tutto tace dal Ministero. L’unica cosa certa è che non ci sono i direttori nuovi: vanno via quelli vecchi e non ci sono quelli nuovi, avete capito bene. Gli istituti tuttavia, spiega il Ministero, “continueranno a essere aperti, tutelati e valorizzati grazie a specifici direttori delegati“. Quali sono gli istituti interessati che sono senza direttore e che ne avranno uno nuovo scelto tramite “bando internazionale“? I Musei Reali di Torino, la Galleria dell’Accademia di Firenze, il Colosseo, il Museo Nazionale Romano, il MANN di Napoli, la Pilotta, i Musei Nazionali di Ferrara, di Lucca, di Matera, di Bologna, Pantheon e Castel Sant’Angelo, Castello Svevo a Bari, Musei e Parchi Archeologici di Capri, i Musei Nazionali del Vomero a Napoli e le Ville Monumentali della Tuscia.
I bandi per i nuovi direttori. Ormai nel 2025
Ma perché se si intendeva non rinnovare i nuovi direttori e si intendeva fare i bandi non si è provveduto a farli per tempo evitando a istituti così importanti. un periodo di interim? La lettura più semplice è la seguente: il precedente ministro Sangiuliano non avrebbe fatto alcun bando, avrebbe semplicemente nominato direttamente attingendo ad uno degli ultimi concorsi espletati, al contrario Alessandro Giuli vuole – per fortuna, aggiungiamo noi – tornare alla stagione dei bandi internazionali. In attesa dei bandi rimane il dispiacere dei direttori non riconfermati. Come ad esempio il bravo Stéphane Verger che speriamo possa partecipare ai nuovi concorsi per ambire ad un altro museo. Intanto ecco le sue dichiarazioni.
Stéphane Verger e l’operato al Museo Nazionale Romano
Verger – particolarmente legato all’Italia e a Roma, dove è stato membro scientifico (dal 1992 al 1995) e poi Direttore degli studi per l’Antichità (dal 1999 al 2005) all’École française de Rome – era stato nominato (a seguito di un concorso internazionale) alla direzione del Museo Nazionale Romano dall’ex Ministro della Cultura Dario Franceschini il 12 settembre 2020, dovendo affrontare prima la pandemia e successivamente il rincaro dell’energia. Nonostante le evidenti difficoltà del momento storico, Stéphane Verger ha avviato un’importante azione di rinnovamento e valorizzazione del museo dotato di autonomia speciale e comprendente Palazzo Altemps, Palazzo Massimo, Terme di Diocleziano, Crypta Balbi, Museo dell’Arte Salvata e Il Medagliere. Numerose le mostre organizzate – da Tota Italia. Alle origini di una nazione e Vita Dulcis. Paura e desiderio nell’impero romano a L’istante e l’eternità. Tra noi e gli antichi e Dacia. L’ultima frontiera della romanità – oltre a concerti, performances, incontri (anche dedicati alla moda) e soprattutto la promozione di un dialogo tra l’antico e la creazione contemporanea con artisti come Ai Weiwei, Francesco Vezzoli, Tony Cragg, Juan Araujo, Javier Marin, Massimo Pelletti ed Elisabetta Benassi.
Stéphane Verger e il programma di rinnovamento del museo
Ma il rammarico di Verger è soprattutto per l’ambizioso programma di rinnovamento del museo Urbs. Dalla città alla campagna romana, che deve lasciare – dopo averne diretto la progettazione complessiva e la messa in cantiere – in medias res prima di vederne la realizzazione prevista per la fine del 2026: “L’Altana restaurata di Palazzo Altemps. La pedonalizzazione del piazzale davanti al Museo dell’Arte Salvata, aperto nel 2022 grazie ad una proficua collaborazione con Roma Capitale. L’entrata storica e le grandi aule delle Terme di Diocleziano, la sezione della prima Roma intorno al chiostro di Michelangelo. Il restauro delle facciate e l’adeguamento degli impianti di Palazzo Massimo. E la Crypta Balbi, lasciata all’abbandono per anni, pericolante, pericolosa, invasa da migliaia di cassette di materiale archeologico dimenticato da tutti. È stato un lungo percorso di messa in sicurezza, svuotamento ragionato, rilievo digitale, scavo archeologico, prima della progettazione complessiva di un nuovo quartiere culturale, con varie funzioni di ricerca, archivio, convivialità nel cuore di Roma. E con un percorso museale ampliato, fino alle vicende del ventesimo secolo, in prossimità del quartiere ebraico e del luogo di ritrovamento del corpo di Aldo Moro. Oggi i cantieri di riqualificazione architettonica sono partiti, nelle condizioni di essere terminati come previsto nel 2026“, commenta ad Artribune l’ex direttore.
Stéphane Verger: “Un giorno di amarezza per la cose immaginate”
“Ringrazio sentitamente tutta la squadra e il personale del museo e gli amici romani e italiani che hanno sostenuto e apprezzato la mia attività. Un giorno di amarezza per le cose immaginate, progettate e in corso di realizzazione che non potrò seguire fino alla fine ma che spero non saranno abbandonate o stravolte. Un giorno di gioia anche all’idea di ritrovare Parigi e di riprendere lo studio e l’insegnamento all’École Pratique des Hautes Études, che mi mancavano e che saranno arricchiti dalla conoscenza intima e, mi sento di dirlo, esaustiva delle straordinarie collezioni del Museo Nazionale Romano“, conclude Verger.
Caterina Angelucci
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