A Modena c’è una mostra sull’eterno mito di Psiche 

A Modena il festivalfilosofia ha offerto lo spunto per allestire una mostra che indaga i tanti significati del termine “psiche” alla Galleria BPER Banca, tra arte antica e contemporanea

La prima immagine che si osserva una volta varcata la soglia della Galleria BPER Banca è la propria. Eh sì, perché a introdurre la mostra Psiche allo specchio c’è una magnifica specchiera del 1820 che reca peraltro il nome di psyché. All’epoca il diffondersi di questi complementi d’arredo rappresentò una specie di rivoluzione: per la prima volta, infatti, era possibile osservare l’intera figura umana, mentre in precedenza gli specchi erano piccoli e “inquadravano” solo parti isolate del corpo. 

La mostra su Psiche alla Galleria BPER Banca 

La fortuna delle specchiere – che prosegue ancora oggi, anche se non ci facciamo più caso – è confermata da un dipinto di Federico Zandomeneghi collocato accanto al mobile e che raffigura una elegante signora intenta ad ammirare l’effetto di una vestaglia gialla che la avvolge. L’incipit della mostra fa quindi riferimento a uno dei significati della parola “psiche”, a cui era dedicato l’ultimo festivalfilosofia svoltosi lo scorso settembre a Modena. 

La favola di Amore e Psiche nella mostra a Modena 

Il percorso si addentra quindi nel mito, e in particolare nella storia di Amore e Psiche che così di frequente ha affascinato gli artisti, convincendoli a realizzare opere dedicate ai due protagonisti. La sezione accoglie una accurata selezione di opere provenienti dal patrimonio artistico di BPER Banca tra cui spicca senz’altro l’Amore dormiente dipinto da Guido Reni attorno al 1600, a cui si affiancano altre tele che raffigurano questa e altre divinità dell’Olimpo. Ad arricchire il corpus alcuni prestiti eccezionali, come la raccolta di incisioni del 1774 che riproducono la Favola di Psiche disegnata da Raffaello e il dipinto con i due amanti di François Pascal Simon Gérard, una seconda versione coeva del capolavoro conservato al Louvre. Di assoluto prestigio la carrellata di stampe all’acquaforte di Max Klinger che, con il suo simbolismo e il decorativismo precursore della Secessione viennese, illustra i momenti della vicenda di Amore e Psiche. E dello stesso autore conquista magneticamente lo sguardo la carta che mostra un filosofo mentre indica la sua immagine allo specchio. Un rimando esplicito alla superficie riflettente da cui prende il via il progetto espositivo. 

Psiche nell’arte contemporanea 

La lunga durata dei miti antichi trova poi conferma nella presenza alla Galleria BPER di tre opere d’arte contemporanea: un dipinto di Omar Galliani, una divertente lightbox di Andrea Mastrovito e un progetto di Andrea Facco. Quest’ultimo ha ripreso la farfalla che volteggia nel dipinto di Gérard, riproducendola su un francobollo – ovviamente un falso d’autore, se così vogliamo definirlo – che tuttavia ha svolto il suo dovere, portando realmente a destinazione la cartolina che sul fronte reca il Giove pittore di farfalle di Dosso Dossi. La missiva inviata alla curatrice Daniela Ferrari è ora esposta accanto a una tela, sempre di Facco, che replica in grande le farfalle immortalate dall’artista ferrarese. E considerando che originariamente “psyché” significava anche “anima” o “soffio vitale”, concetto che veniva tradotto mediante l’immagine della farfalla, il cerchio si chiude.  
 
Marta Santacatterina 
 
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Marta Santacatterina

Marta Santacatterina

Giornalista pubblicista e dottore di ricerca in Storia dell'arte, collabora con varie testate dei settori arte e food, ricoprendo anche mansioni di caporedattrice. Scrive per “Artribune” fin dalla prima uscita della rivista, nel 2011. Lavora tanto, troppo, eppure trova sempre…

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