La Quadriennale 2025 sarà Fantastica. Luca Beatrice spiega la mostra che verrà
Sarà il Palazzo delle Esposizioni, come consuetudine, a ospitare l’appuntamento con la mostra romana votata a rappresentare l’arte italiana contemporanea, la prima sotto la presidenza di Beatrice. Solo artisti viventi per rappresentare il presente, ma anche l’omaggio alla Quadriennale del 1935
Una grande mostra per rimettere al centro l’arte italiana, tracciando un bilancio degli ultimi 25 anni al traguardo del primo quarto di secolo degli Anni Duemila. Luca Beatrice aveva annunciato le sue intenzioni all’indomani dell’ufficializzazione del suo incarico alla presidenza della Fondazione Quadriennale di Roma, lo scorso febbraio. E su questo progetto si fonderà la 18esima edizione della rassegna che esplicita le funzioni della storica istituzione romana, dove il curatore, docente e giornalista torinese ha raccolto il testimone di Umberto Croppi, capace nel recente passato di rilanciare la Quadriennale come centro di ricerca attraverso una molteplicità di attività, sotto la direzione artistica di Gian Maria Tosatti (il cui mandato è terminato lo scorso 30 settembre).
Le intenzioni di Luca Beatrice per la Quadriennale di Roma
Con Beatrice presidente, la svolta sembra passare da un ritorno al passato nel concentrare gli sforzi sull’organizzazione del grande evento che si protrarrà dall’ottobre 2025 al gennaio 2026, sotto la curatela congiunta di una squadra scelta sulla base della professionalità e dell’esperienza, e con l’idea di accostare punti di vista diversi per provenienza, generazione, formazione. “Non parlerei, però, di un passo indietro” spiega Beatrice nel condividere la priorità accordata alla mostra che verrà “La mostra cade da calendario nel 2025, il sono arrivato a febbraio, il CdA ha finito di formarsi a maggio, e all’orizzonte c’è un appuntamento da rispettare. Una cosa che non sopporto nella vita è rinviare le cose. Se fossi arrivato a mostra già fatta mi sarei concentrato su altro, ma mi sono trovato davanti a un’urgenza”. Parole che sembrano voler sgombrare il campo dalle rimostranze avanzate da Tosatti circa gli ultimi mesi del suo mandato, a fronte del congelamento delle attività da lui programmate (“dicono di avere un nuovo corso ma non è stata realizzata nessuna attività di questo fantomatico nuovo corso durante gli ultimi sei mesi, mentre quelle di cui ho dato conto fin qui venivano interrotte e cancellate”, raccontava l’artista romano ad Artribune solo un mese fa): “L’obiettivo della Quadriennale è quello di fare una mostra sull’arte italiana ogni quattro anni, e questo dev’essere rispettato a cadenza naturale, se possibile” ribadisce Beatrice “Ma riconosco a Tosatti di aver fatto un buon lavoro, anche in maniera originale, tant’è che ho scelto in segno di continuità una delle curatrici della mostra del 2025, Alessandra Troncone, già coinvolta nel progetto Quotidiana e negli studio visit, che io però concepisco come tipici progetti di accompagnamento a qualcosa d’altro. Se devo preparare una grande mostra, seguo altri percorsi. Però non ci sono preclusioni ideologiche e non si butta via nulla di quel che è stato”.
La mostra “Fantastica” della Quadriennale di Roma
Con Luca Massimo Barbero, Francesco Bonami, Emanuela Mazzonis di Pralafera, Francesco Stocchi e Alessandra Troncone – oltre a Walter Guadagnini a curare una sezione storica in collaborazione con l’Archivio Biblioteca dell’istituzione romana – la Quadriennale 2025 si concentrerà sull’arte “fantastica”, termine utilizzato nella duplice accezione di aggettivo – per definire appunto la produzione artistica italiana del primo quarto del XXI secolo – e verbo, nella forma imperativa che invita il pubblico a fantasticare. “Un aggettivo che sembrerebbe iperbolico, ma è invece un invito a riscoprire la potenza del simbolico”, precisa Beatrice. Fantastica sarà dunque il titolo della mostra allestita al primo piano del Palazzo delle Esposizioni come progetto espositivo corale suddiviso in cinque sezioni distinte, cinque capitoli, tanti quanti sono i curatori, ciascuno chiamato a offrire il proprio punto di vista. Obiettivo è raccontare la scena attuale dell’arte contemporanea italiana post Duemila, letta come risorsa e stimolo a porsi degli interrogativi. Unica regola data: scegliere solo artisti viventi, “perché la Quadriennale è il luogo del presente”, sottolinea Beatrice, più cauto nel lanciarsi in divagazioni sul futuro. Calato in un’atmosfera di stupore, freschezza e speranza – enfatizzata dal logotipo ideato da Leonardo Sonnoli guardando agli alfabeti fantastici del manuale tipografico cinquecentesco Champ fleury, e pensato per sostituirsi alla parola, evocando con più forza il significato sotteso al progetto – l’impianto della mostra è dunque anche un invito a cogliere le opportunità presentate dall’arte contemporanea come strumento di comprensione del mondo e di ciò che siamo: “Sento sempre parlare di futuro, ma sono più interessato al presente, e l’arte ci aiuta a comprenderlo” continua Beatrice “Ridendo e scherzando sono passati 25 anni dal Duemila, e di cose ne sono successe. Basti pensare al 2001, con la caduta delle Torri e l’introduzione dell’Euro. Nel public program che accompagnerà i tre mesi di esposizione metteremo insieme performer, esperi di teatro, musica, letteratura e di tutte le discipline che possono rappresentare la contemporaneità”.
L’arte italiana di oggi e l’omaggio alla storia della Quadriennale
Dunque dobbiamo aspettarci una Quadriennale sull’arte di oggi, e polifonica, che riunirà le opere di poco più di 50 artisti (compresi stranieri che lavorano in Italia, e italiani attivi all’estero), alcuni presenti con più lavori, in gran parte inediti. “Privilegiando le prime partecipazioni, e gli artisti che si sono affermati dopo il Duemila, ma anche la provincia, per esprimere la tipicità della cultura italiana”, spiega Beatrice. E le artiste, passaggio questo sottolineato in conferenza come atto dovuto (e probabilmente non necessario). Riserbo, ancora, sui nomi, che saranno svelati nei prossimi mesi (in occasione della conferenza con i curatori a maggio 2025, preceduta da un inedito Road Show di avvicinamento alla Quadriennale, che toccherò alcune delle principali istituzioni culturali italiane tra gennaio e aprile 2025, con la conduzione di Nicolas Ballario). Nel frattempo si potrà fantasticare, calandosi nel tema della mostra, sui titoli delle sezioni scelti dai curatori: La mia immagine è ciò da cui mi faccio rappresentare: l’autoritratto. Il cibo, i gatti, la palestra, me stesso, i viaggi e vari ammennicoli (Barbero); Memoria piena. Una stanza solo per sé (Bonami); Il tempo delle immagini. Immagini fuori controllo? (Mazzonis di Pralafera); Quadriennale 2025 (Stocchi); Il corpo incompiuto (Troncone).
Il progetto di Guadagnini sull’archivio della Quadriennale, invece, si articolerà al secondo piano del Palazzo delle Esposizioni dando forma a una mostra parallela dedicata alla Quadriennale del 1935 (I giovani e i maestri. La Quadriennale del ’35), attraverso un corpus di opere presentate durante l’esposizione che novant’anni fa accolse oltre 350mila visitatori, selezionate seguendo alcuni criteri per restituire il profilo di quello storico avvenimento.
L’arte italiana all’estero. Il progetto “Noi nel mondo”
In parallelo, la Fondazione si impegna a presentare il progetto speciale Noi nel mondo. Indagine sulla percezione all’estero dell’arte italiana contemporanea, curato da Christian Caliandro, con il sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea – Ministero della Cultura. Un’esplorazione sull’impatto che l’arte italiana esercita sulla scena internazionale, misurando quanto la produzione e gli autori nazionali siano conosciuti e riconoscibili all’estero. Il progetto porterà alla pubblicazione di un report bilingue, italiano e inglese, pubblicato nell’autunno 2025, ma anche alla realizzazione di una serie di videointerviste a operatori del sistema dell’arte nazionale e internazionale, alla produzione di un podcast e a una campagna di trasmissione via social dei contenuti raccolti, prima di arrivare a due momenti di presentazione pubblica presso due sedi internazionali. “E questo è un segnale delle altre cose che faremo, una volta concluso il percorso di produzione della grande mostra, soprattutto nella direzione di aiutare gli artisti italiani all’estero”, chiosa Beatrice. Al momento tutte le energie sono concentrate su un progetto finanziato con oltre 2 milioni di euro, nel quadro di un più ampio impegno del Ministero attraverso della Direzione Generale Creatività Contemporanea di approfondire l’investimento sull’arte contemporanea italiana con un impegno di circa 7 milione di euro.
Livia Montagnoli
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