Le DataMeditation dei Custodi del Codice: nuovi rituali per Reggio Calabria

Storie da una Summer School: per cinque giorni persone di Reggio e di Messina si sono scambiate messaggi e frammenti di vita attraversando virtualmente lo Stretto, dimostrando come la tecnologia (e l’arte) possano creare ponti emotivi


La figura del “custode del codice” è nata all’interno di “SENSEABLE”, la prima edizione della Summer School dello Stretto organizzata all’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria. Quando abbiamo deciso di partecipare a questa esperienza artistica intensiva condotta da Oriana Persico non sapevamo bene cosa aspettarci. Eppure, ora, questo nuovo ruolo sociale pesa sulle nostre spalle con la leggerezza e la profondità di una nuova consapevolezza. Grazie alla Summer School abbiamo incontrato Datameditation, l’abbiamo sperimentata in prima persona e siamo rimasti sorpresi, coinvolti e trasformati. Esplorando la Datameditation ci siamo trovati tra le mani un meraviglioso dispositivo che unisce la potenza delle tecnologie digitali all’immaginazione e alla creatività umana.

Che cos’è la DataMeditation

La DataMeditation è stata per noi oggetto di studio, esperienza, ma anche il punto di partenza per immaginare nuovi rituali, legati alla città di Reggio Calabria e all’ecosistema dello Stretto, in grado di creare una connessione tra le persone attraverso i dati.   Lavorando divisi in gruppi abbiamo immaginato concept molto diversi tra loro, datameditazioni che avvengono fra umani e non umani, generazioni differenti, luoghi differenti.
Durante la Summer school abbiamo riflettuto molto sul concetto di senso-abilità. Cosa vuol dire diventare sensibili al nostro ambiente? 
Influenzati dall’ecosistema dello stretto che ci circondava, abbiamo riflettuto sulle relazioni tra noi e il mare, sulle connessioni profonde e ancestrali che intercorrono tra l’uomo e l’acqua. 
Il nostro obiettivo, sin da subito, è stato quello di rendere le persone consapevoli di questa interdipendenza da più prospettive, affinché questa coscienza potesse esprimersi non solo nell’intimo del datameditante ma anche nella comunità che abita in questi luoghi. 
Questa nuova versione della DataMeditation mette al centro il continuo scambio di dati tra l’acqua e l’essere umano, così come il gioco di parole di OnData suggerisce.  
La meditazione avviene tra le persone, e la generazione di dati, come veri e propri flussi e correnti, consente agli utenti di raccogliere informazioni personali, percettive, emotive.  

“OnData” Concept di Letizia Bonvicino, Giulia Brunaccini, Giuseppe Fotia, Leon Karapetiani e Dario Zema. Photo Jasmine Iannì
“OnData” Concept di Letizia Bonvicino, Giulia Brunaccini, Giuseppe Fotia, Leon Karapetiani e Dario Zema. Photo Jasmine Iannì

Stretti Stretti sullo Stretto: un ponte digitale tra Reggio Calabria e Messina

Lo Stretto, spesso percepito come una barriera tra Reggio Calabria e Messina, è in realtà una linea sottile che unisce queste due città. Proprio dal desiderio di riscoprire questo legame nasce l’idea di costruire un ponte digitale, costituito da voci, emozioni e dati. Un ponte capace di abbattere le distanze, creare uno spazio di riflessione e ascolto, permettendo alle due comunità, separate dal mare, di riscoprirsi più vicine di quanto avrebbero mai immaginato.

È proprio in questo contesto che emerge un dibattito attuale: da un lato, c’è chi sostiene la necessità di un’infrastruttura pesante, un ponte fisico per connettere stabilmente le due rive. Dall’altro, si fa strada la visione di un’infrastruttura leggera, un “ponte di dati” capace di legare le due città senza impatti sul territorio. La nostra DataMeditation si inserisce in questa seconda prospettiva: per cinque giorni, un cittadino di Reggio e uno di Messina si scambiano messaggi profondi e significativi, frammenti di vita, che attraversano virtualmente lo Stretto, dimostrando come la tecnologia possa creare ponti emotivi, rendendo la DataMeditation un mezzo potente per connettersi in modo autentico.
Al termine delle cinque giornate di meditazione, i partecipanti si incontrano a bordo della Caronte, il traghetto che attraversa lo Stretto di Messina. Qui, la connessione digitale diventa tangibile: mani che si stringono, sguardi che si incrociano e scambi di doni simbolici delle rispettive terre segnano il culmine di un viaggio che attraversa non solo il mare, ma anche l’interiorità di ciascuno. Durante quest’ultima sessione di meditazione, i partecipanti indossano cuffie decorate con conchiglie, simbolo del legame tra le due città, per ascoltare i messaggi vocali scambiati nei giorni precedenti. Altre conchiglie, possono essere utilizzate come un antico “telefono senza fili”, permettendo di rivivere le parole condivise, che risuonano come un’eco tra le due rive. 

“Stretti Stretti sullo Stretto” Concept di Sara Borgia, Veronica Falzea, Livia Gabbianelli, Francesco Romeo, Valentina Romeo. Photo Jasmine Iannì
“Stretti Stretti sullo Stretto” Concept di Sara Borgia, Veronica Falzea, Livia Gabbianelli, Francesco Romeo, Valentina Romeo. Photo Jasmine Iannì

DataMeditation: L’albero delle generazioni

L’ecosistema che stavamo esplorando non era fatto solo di ambiente fisico, paesaggio, spazi ed elementi naturali ma soprattutto di tutte quelle relazioni tra le persone che vanno ad articolarsi nei luoghi. Gentrace si concentra sul confronto intergenerazionale sui luoghi universitari, sul modo in cui gli spazi condivisi abbiano plasmato, e continuino a plasmare, le identità delle persone che li hanno vissuti. I datameditanti, chiamati insiders, sono invitati a riflettere e condividere emozioni e pensieri legati agli stessi luoghi, esplorando come la percezione di questi sia cambiata nel tempo. Attraverso il ricordo e la narrazione, le generazioni si confrontano sulle diverse esperienze vissute in luoghi accademici comuni, evidenziando le differenze legate al periodo storico, alle esperienze personali e ai contesti sociali di riferimento.
Questo dialogo meditativo diventa così un’opportunità unica per esplorare il tempo, lo spazio e la memoria in una prospettiva condivisa e generativa, favorendo una maggiore comprensione del legame profondo tra luogo e identità attraverso le diverse fasi della vita.
Nella simulazione della nostra DataMeditation abbiamo adottato due anni di riferimento: il 1995 e il 2024. I dati sono stati raccolti nei diari accademici esposti nella mostra finale di Senseable, accompagnati da fotografie che ciascuno ha scelto come traccia dei propri ricordi e delle emozioni evocate. Il risultato finale è una “mappa emozionale intergenerazionale” rappresentata da un albero simbolico fatto di rami, che si alimenta dei ricordi condivisi, nutrendosi così delle emozioni e delle esperienze intercorrenti tra le due generazioni.

“Gentrace” Concept di Eliana Catalano, Sara Cullari, Federica Greco,  Ilaria La Torre, Sara Neri e Antonino Palialogo. Photo Jasmine Iannì
“Gentrace” Concept di Eliana Catalano, Sara Cullari, Federica Greco, Ilaria La Torre, Sara Neri e Antonino Palialogo. Photo Jasmine Iannì

DataMeditation: iperconnessioni digitali

Questo rituale nasce da una duplice riflessione. Da un lato ci siamo interrogati su quale potesse essere la soluzione a un problema che da tempo preoccupa la città di Reggio Calabria: la scarsa salute dei maestosi Ficus Magnolioide presenti sul lungomare Falcomatà e i danni che ne derivano. Dall’altro lato abbiamo riflettuto sulla coesistenza tra umani e non umani, ci siamo subito chiesti: ma come fanno un albero e un essere umano a datameditare insieme?
Gli strumenti digitali ampliano smisuratamente le nostre possibilità, ed è stato importante per noi sperimentare il modo in cui la DataMeditation possa rappresentare uno strumento utile nella creazione di un legame più profondo con la natura e una pratica che ci aiuta nella risoluzione di problemi legati alla città. 
La DataMeditation che abbiamo immaginato si svolge in due fasi. Nella prima i partecipanti vengono casualmente associati a uno dei 22 Ficus tramite una web app. 
Per un mese gli umani e gli alberi generano dati sul loro benessere: gli alberi lo fanno grazie a una serie di sensori che monitorano e comunicano lo stato di salute, il livello di stress e la produttività; gli umani lo fanno rispondendo con i propri dati personali sugli stessi parametri. Nella seconda fase, alla fine della meditazione, i partecipanti si impegnano a prendersi cura dell’albero per un intero anno.
Questo nuovo rituale per la città porta alla nascita di una nuova figura chiamata “Ficustode”. Attraverso la web app, il Ficustode riceverà delle notifiche che gli permetteranno di verificare lo stato di salute del Ficus a lui assegnato e segnalare a chi di dovere eventuali problematiche.
In questo modo i datameditanti sono invitati ad accogliere le vesti del custode, lo stesso ruolo sociale che noi custodi del codice assumiamo oggi. 

“Ficustodi” Concept di Marianna Giarmoleo, Rosaria Mastroianni, Chiara Siclari, Antonio Sodano. Photo Jasmine Iannì
“Ficustodi” Concept di Marianna Giarmoleo, Rosaria Mastroianni, Chiara Siclari, Antonio Sodano. Photo Jasmine Iannì

DataMeditation: le conclusioni

Abbiamo concepito e trasformato i concept in prototipi espositivi nei quattro giorni di summer school. Giorni intensi, forse faticosi, ma colmi di entusiasmo e passione per ciò che stavamo creando. 
Il recupero del codice del software scritto da Salvatore Iaconesi è stato un momento emozionante, ed è stato lì che abbiamo capito cosa vuol dire essere custodi, nel ritrovarci a portare avanti un progetto cominciato anni fa, con un senso di responsabilità che ci ha piacevolmente travolti. 
I custodi del codice nascono da una domanda che ci siamo fatti spesso durante la summer school: in che modo un’opera d’arte digitale può essere conservata e tramandata nell’era dei dati e dell’interconnessione globale? 

I custodi del codice poco prima del rituale “Meet your Other” della DataMeditation, waterfront di Reggio Calabria. Photo  Jasmine Iannì
I custodi del codice poco prima del rituale “Meet your Other” della DataMeditation, waterfront di Reggio Calabria. Photo Jasmine Iannì

Siamo custodi del codice perché abbiamo accolto l’eredità che Salvatore Iaconesi ci ha lasciato, abbiamo conosciuto intimamente l’opera della DataMeditation prendendo parte al primo processo di recupero del software, riportandolo in vita. Ed è così che possiamo tramandare quest’opera d’arte digitale, portando avanti un lavoro che genera nuove possibilità e nuovi scenari grazie all’impegno di Oriana e di ognuno di noi. 

Oriana Persico

I custodi del codice sono (ordine alfabetico): Letizia Bonvicino, Sara Borgia, Giulia Brunaccini, Eliana Catalano, Sara Cullari, Veronica Falzea, Giuseppe Fotia, Livia Gabbianelli, Marianna Giarmoleo, Federica Greco,  Leon Karapetiani, Ilaria La Torre, Rosaria Mastroianni, Sara Neri, Antonino Palialogo, Francesco Maria Romeo, Valentina Romeo, Giorgia Ruggero, Chiara Siclari, Antonio Sodano, Dario Zema. 

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Oriana Persico

Oriana Persico

Cyberecologista e artista, dalla fine del 2006 si unisce a Salvatore Iaconesi, artista, compagno e simbionte della sua vita scomparso il 18 luglio 2022, formando il duo internazionale AOS - Art is Open Source. Insieme realizzano opere e performance che…

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