Roma riguarda negli occhi la Minerva: restaurata la statua simbolo dell’Università Sapienza
Dopo tre mesi La Sapienza di Roma si riappropria della mitica (e famigerata!) scultura di Arturo Martini e la dea della Saggezza torna a splendere nel cuore della Città Universitaria
All’Università La Sapienza di Roma, il 18 novembre, la statua della dea Minerva ritorna a fare parte della vita universitaria. Dopo l’operazione di manutenzione straordinaria, durata tre mesi, si smontano le impalcature per restituire in un rinnovato splendore l’imponente scultura simbolo dell’Ateneo. La statua bronzea di Arturo Martini, inaugurata il 31 ottobre 1935 e restaurata per la prima volta nel 1996, è stata sottoposta a un lavoro di manutenzione straordinario per ripristinarne l’originaria leggibilità.
Un intervento di manutenzione straordinaria per la “Minerva” di Arturo Martini
La scultura, infatti, appariva quasi sbiancata a causa di soluzioni protettive applicate durante il primo, e finora unico, restauro. Sostanze che ne avevano opacizzato la superficie, penalizzando la luminosità del bronzo e l’intensità dei dettagli. Tanto il volto, quanto il panneggio perdevano l’originaria forza, aumentata anche dall’insolita posa adottata dall’artista che scelse di rappresentare la dea nell’atto di alzare le braccia, l’una con lo scudo e l’altra con la lancia dal serpente arrotolato, simbolo di saggezza. Un gesto significativo per l’ambiente universitario in cui è collocata, da leggere come un incitamento alla conquista del sapere. La Minerva di Arturo Martini, simbolo dell’Università (e circondata da superstizioni: se la guardi negli occhi vieni bocciato al prossimo esame, giurano gli studenti), si colloca nel segno urbanistico di Marcello Piacentini autore del moderno impianto. Una presenza monumentale che, con i suoi sei metri d’altezza, ormai da generazioni accompagna gli studenti dell’Ateneo più grande d’Europa, le cui radici risalgono alla bolla papale emanata da Bonifacio VIII nel 1303.
La “Minerva” riscopre il suo suggestivo colore
L’operazione, diretta da Eliana Billi, docente di Museologia, critica artistica e del restauro, rientra nel contesto del recupero del rettorato, curato dall’area Gestione edilizia, diretta da Enrico Bentivoglio. Il cantiere, supervisionato da Mariella Nuzzo della Soprintendenza speciale di Roma, con la direzione di Giovanni Di Benedetto, ha visto la partecipazione dei restauratori Stefano Lanuti e Dino Pellegrino. Come ha affermato Eliana Billi: “Viste le condizioni della scultura, abbiamo deciso di procedere con un’attenta e minuziosa opera di pulizia. Nei mesi dei lavori la Minerva è stata sottoposta a un accurato lavaggio a base di acqua distillata e detergente. Liquidi non invasivi, molto delicati che hanno rimosso i precedenti materiali protettivi che, col tempo, avevano alterato visivamente la superficie dell’opera. Poi abbiamo applicato resina acrilica e cera a diversi strati successivi”. Un intervento non invasivo che ha restituito alla statua il suo originario colore verde tipico dell’ossidazione del bronzo. Risultato che, grazie al sole di Roma, conferisce un nuovo splendore alla Minerva.
La “Minerva”, prima tappa di un percorso di tutela e valorizzazione dell’Ateneo
La rettrice dell’Università Antonella Polimeni ha aggiunto: “Abbiamo voluto recuperare la ricchezza espressiva di una grande opera, simbolo della nostra università: la statua della Minerva al centro del campus. L’intervento sulla superficie bronzea ci ha permesso di conoscere più da vicino l’arte di Arturo Martini, svelando alcuni particolari offuscati dal tempo“. “Questo lavoro” ha continuato, “si inserisce nell’ambito di un progetto di tutela e valorizzazione dell’intera area che è stata pedonalizzata fino al viale principale e che comprende anche il restauro dello scalone monumentale del Rettorato in fase di completamento“. “Tutto ciò è stato possibile“, ha concluso, “grazie alle competenze tecniche e scientifiche del nostro Ateneo, a conferma della qualità che Sapienza sa esprimere”.
Ludovica Palmieri
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