Wang Yuxiang in mostra al Pastificio Cerere a Roma 

A celebrare i primi due decenni di attività di questo spazio, oltre alla rassegna che ne ripercorre la storia, c’è il progetto innovativo dell’artista cinese Wang Yuxiang. Ecco di cosa si tratta

In uno spazio totalmente riallestito nel cuore di San Lorenzo, a Roma, la Fondazione Pastifico Cerere inaugura una nuova stagione di mostre, sotto la guida del direttore artistico Marcello Smarrelli, per la celebrazione dei vent’anni di attività

Ad accogliere il visitatore – nell’area progettata dallo studio di architettura STARTT – Angels. Cinquant’anni di storie del Pastificio Cerere. Si tratta di una raccolta di lavori di artisti di spicco del panorama internazionale, che hanno contribuito negli anni alla crescita del Pastificio come luogo di fermento artistico e fucina di talenti. Nella mostra collettiva sono presenti lavori di personaggi di rilievo del panorama culturale, come, tra gli altri, Francesca Woodman, Elsa Peretti, Claudio Abate, Patrizia Cavalli, Claire Fontaine e Enzo Cucchi. Come seconda proposta, la prima personale del giovane artista formatosi a Roma, Wang Yuxiang (Anhui – Cina, 1997), dal titolo Anche il sole sorge, di cui qui vi raccontiamo nei dettagli. 

Il progetto espositivo di Wang Yuxiang al Pastificio Cerere a Roma 

Realizzato con il sostegno del MiC e di SIAE, il progetto del giovane Yuxiang fa parte del programma Per Chi Crea ed è una conferma della forte vocazione storico-artistica propria dell’identità del Pastificio Cerere nel far leva sulle promesse del settore. Si tratta di un viaggio nel concetto di trasformazione dell’interiorità tradotto attraverso l’immagine dualistica del calore, inteso come energia da cui la vita si modella e si snoda, trasformandosi nei processi creativi e distruttivi del ciclo umano. 

Le prime due installazioni di Wang Yuxiang al Pastificio Cerere a Roma 

Una radio accesa trasmette i programmi in onda, mentre una lunga antenna si attiva grazie all’induzione elettromagnetica di una bobina. Ecco Le rondini, la prima delle tre installazioni della mostra. Lo scopo è rendere visibile l’accostamento tra il tema dell’informazione e quello dell’energia, come fattori influenzanti e plasmanti della condizione umana e del pensiero stesso. Un messaggio che si ricollega alla terza ed ultima installazione, l’opera La mia testa appesantita diventa un amo, composta da un riscaldatore tubolare in quarzo, situato quasi al termine di una lunga stanza, dal quale scende un girasole in porcellana.  

Il significato delle opere di Wang Yuxiang 

L’artista sembrerebbe chiedere a noi utenti dov’è che volgiamo lo sguardo, verso quale tipo di informazione veicolata, verso quale fonte di calore, e, infine, quali siano le fonti di scambio comunicativo con cui interagiamo e che finiscono per nutrire il nostro immaginario. Non a caso, la scelta del titolo della mostra Anche il sole sorge riprende volutamente uno dei romanzi dello scrittore statunitense Ernest Hemingway The Sun Also Rises. I protagonisti, come nella maggior parte delle opere dell’autore, ricercano il senso della vita in una terra, quella spagnola, descritta dai toni caldi e arsa dal sole. Figurativamente, Wang Yuxiang riporta un eguale significato nella sua rappresentazione di energia e di calore, che ha a che fare con il nostro grado di consapevolezza del mondo esterno e del più profondo concetto di entropia

L’ultima opera di Wang Yuxiang al Pastificio Cerere a Roma  

La seconda installazione – ultima rimasta da raccontare – Fortuna, buona notte, sorridi ancora una volta, fai girare la tua ruota è un passaggio tra la prima e la terza opera, posta a mo’ di anello di congiunzione. Una grande pietra vulcanica a forma di disco è lasciata sospesa su una vasca di acciaio e ferro da cui si genera vapore, sostenuta da alcune canne da pesca. È una riflessione, posta nell’intermezzo dell’esposizione, che svela la malleabilità della materia e l’importanza del rispetto che l’uomo deve alla natura

Anche il sole sorge è dunque un’opportunità per i visitatori di riappropriarsi coscientemente della propria capacità di pensiero e di azione. Non siamo solamente fruitori di massive frequenze di informazioni, bensì facciamo parte di un ciclo che ci chiama in causa e dal quale non possiamo più uscire. 

Beatrice Andreani 
 
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Beatrice Andreani

Beatrice Andreani

Laureata in cinematografia, frequenta l’ultimo anno di magistrale in Media, Comunicazione digitale e Giornalismo presso La Sapienza. Ha collaborato con diverse riviste culturali, scrive per altre testate giornalistiche e ha svolto le attività di ufficio stampa e di editor per…

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