Il FAI apre uno spazio multimediale nella Villa Gregoriana di Tivoli
La video-installazione immersiva, affidata alla voce dell’attore Lino Guanciale, vuole ricostruire la storia della villa a partire dal suo rapporto con il fiume Aniene. Ma si potrebbe fare di più: il limite del 5x1000 costringe a cancellare i progetti più grandi, dicono dal FAI
“Apriamo uno spazio narrativo, che racconta questo luogo speciale con un taglio ambientale, perché i beni del FAI non sono monumenti ma luoghi in cui si intrecciano la storia e la natura. E così è stato per questo un ambiente, una volta degradato e poi preservato dal FAI”. Così Daniela Bruno, vicedirettrice FAI per gli Affari Culturali, inaugura dentro Villa Gregoriana, a Tivoli, un nuovo spazio multimediale permanente che ha il suo centro in una video-installazione immersiva, affidata alla voce dell’attore Lino Guanciale, che racconta l’anima del luogo in cui si trova.
La nuova installazione immersiva del FAI a Tivoli
Sono tante le cose che si possono dire su questo bene, affidato in concessione al FAI dal Demanio nel 2002 e riaperto nel 2005 dopo un grande lavoro di recupero: “Villa Gregoriana non è solo un parco punteggiato di rovine e di alberi monumentali, ma è un luogo che custodisce un’epopea straordinaria che nasce da un fiume,l’Aniene, che l’attraversa”, continua Bruno. La storia (da troppi dimenticata) è quindi raccolta in una narrazione basata su voce e immagini (della durata di circa 20 minuti) che si allarga anche al suo contesto naturale e urbano. Tra catastrofi, storie di grande inventiva umana e aneliti verso l’antichità, Tivoli è diventata famosa come tappa obbligata del Grand Tour europeo (la vediamo ritratta in centinaia di opere, da Caspar van Wittel a William Turner) così come quando, nel 1886, fu la prima città italiana a venire illuminata con la corrente alternata prodotta dall’energia idroelettrica.
La divulgazione del FAI sulla crisi ambientale
Il video-racconto – il terzo della sua tipologia dopo quelli realizzati dal FAI per Villa Necchi a Milano e Villa dei Vescovi a Torreglia – va a restituire a questo luogo la sua identità ambientale, rimettendo al centro della narrazione il fiume, risorsa vitale ma non inesauribile, sfruttato soprattutto in tempi recenti e minacciato da cambiamenti climatici e cattiva gestione (due le frane nel 2021 e 2022), che da tempo è oggetto di una manutenzione strategica. È proprio per riflettere su queste istanze, e sulle urgenze del nostro tempo, che alla fine della visita a Villa Gregoriana, nell’edificio dell’ex scuola riprogettato da Gae Aulenti, c’è uno spazio pensato per fermarsi.
Il FAI e le altre grandi non profit italiane chiedono di togliere il tetto del 5×1000
È per finanziare progetti come e più grandi di questo che il FAI – insieme alle altre grandi organizzazioni non profit italiane ActionAid, Fondazione Airc, Aism/Fism, Emergency, Lega del Filo d’Oro, Medici Senza Frontiere, Save the Children, Fondazione Telethon e Unicef – ha lanciato un appello al governo per rimuovere il tetto imposto alla raccolta del 5×1000 o per adeguarlo alla crescita dei contribuenti.
Nel 2023 si è infatti registrato un incremento di circa 730mila firme rispetto all’anno precedente, con circa 552 milioni di euro per il 5×1000 (l’iniziativa che permette ai contribuenti di sostenere gratuitamente ricerca scientifica, assistenza sanitaria e progetti di solidarietà e cultura). Il tetto fissato a 525 milioni, però, ha impedito la redistribuzione di circa 28 milioni di euro, con un meccanismo di ricalcolo che, paradossalmente, penalizza gli enti che hanno raccolto più firme. Lo stesso FAI, viste le risorse mancanti, sarà costretto a rallentare i cantieri per la tutela del patrimonio culturale e paesaggistico, e realizzare meno di questi progetti.
Giulia Giaume
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