Tiziano, Lotto, Crivelli e Guercino: i capolavori della Pinacoteca di Ancona arrivano a Roma per il Giubileo
I Musei Capitolini accolgono sei grandi opere chiave del patrimonio rinascimentale marchigiano, offrendo al pubblico romano l’opportunità di vederle in un allestimento esclusivo per il Giubileo 2025
Le sale al piano terra dei Musei Capitolini a Roma inaugurano gli eventi legati al Giubileo, con la mostra Tiziano, Lotto, Crivelli e Guercino. Cinque pale d’altare e una tempera su tavola, tutte appartenenti alla collezione della Pinacoteca civica Podesti di Ancona. Lo scopo dell’esposizione è valorizzare a livello nazionale la collezione anconetana, per far conoscere un periodo cruciale della storia del gusto, del collezionismo e della museologia nella città marchigiana. Le opere in mostra descrivono un percorso di rilevanti contaminazioni tra correnti artistiche che hanno reso la città depositaria di notevoli dipinti tra il XV e il XVII Secolo.
La “Pala Gozzi” di Tiziano ai Musei Capitolini di Roma
La Madonna con il Bambino in gloria, i santi Francesco e Biagio e il donatore Luigi Gozzi, o Pala Gozzi, del 1520 è la prima opera firmata e datata di Tiziano: la sua prima pala d’altare propriamente detta. Testimonia l’ingresso del pittore nel ramo più tradizionale della produzione pittorica cinquecentesca. Il committente della tela, raffigurato inginocchiato, è il mercante di Dubrovnik, attivo tra Venezia ed Ancona, Luigi Gozzi. Il dipinto rappresenta sullo sfondo la città lagunare riconoscibile nel profilo del campanile di San Marco. San Biagio mostra al committente, in atteggiamento devoto, la visione della Vergine con il Bambino sulle nuvole, circondata da un coro di tre angeli. Sulla sinistra, un San Francesco, ancora giovane e vigoroso, rispetto all’iconografia tradizionale, è attratto dall’apparizione miracolosa. Al centro, un ramo di fico rimanda al tema della salvezza cristiana. Ed è un ingegnoso spunto compositivo che fa risaltare ulteriormente la disposizione in controluce dei personaggi in primo piano.
La “Pala Cornovi della Vecchia” di Tiziano ai Musei Capitolini di Roma
Nel 1558, sempre Tiziano dipinge, la Crocifissione o Pala Cornovi della Vecchia. Soggetto con il quale il pittore si confronta per la prima volta. Nel dipinto di Ancona, caratterizzato da una scenografia oscurata, l’impostazione esalta l’asse verticale della Croce. È ideata per mettere in rilievo la sofferenza del Cristo. E, insieme, il dolore provato dai tre coprotagonisti. Tiziano adotta una stesura pittorica assai larga, pastosa, in cui le pennellate sembrano assorbire sia la tridimensionalità delle forme e gli effetti di rifrazione della luce.
La “Circoncisione” di Olivuccio di Ciccarello ai Musei Capitolini di Roma
L’opera La Circoncisione di Gesù Bambino, realizzata da Olivuccio di Ciccarello su di una tavola di pioppo, ha un taglio verticale e non è un dipinto a sé stante. È la probabile raffigurazione centrale di un trittico. La narrazione dell’opera, il cui stile si inserisce nel Gotico fiorito, si dipana a partire dalla sequenza della Circoncisione all’interno dell’arcata principale che inquadra i presenti e soprattutto il Bambino. Da notare san Giuseppe, che osserva ciò che sta accadendo e che ritroviamo nella fase successiva all’entrata della navata destra, nel quale Gesù – appena circonciso – è riconsegnato in braccio ad una affidabile figura femminile.
La “Madonna col Bambino” di Carlo Crivelli ai Musei Capitolini di Roma
L’opera di Carlo Crivelli, creata dall’artista durante la sua lunga permanenza in terra marchigiana, raffigura la Vergine. Indossa un manto dipinto con vere foglie d’oro e decorato con perle e rubini, mentre si sporge oltre una balaustra e osserva con apprensiva tenerezza il Bambino, il quale tiene in mano un cardellino, simbolo della Passione.
“L’Immacolata Concezione” di Guercino ai Musei Capitolini di Roma
L’Immacolata Concezione 1656 del Guercino. È una rappresentazione realistica e insieme simbolica, che va oltre le indicazioni della Controriforma e rispecchia esigenze tipicamente devozionali. Nell’impostare il Creatore, barbuto e illuminato da sinistra, l’autore rispetta la tradizione, che risale all’Apocalisse di Giovanni.
La “Pala dell’Alabarda” di Lorenzo Lotto ai Musei Capitolini di Roma
Infine, La Vergine con il Bambino incoronata da angeli e i santi Stefano, Giovanni Evangelista, Simone Zelota e Lorenzo, o Pala dell’Alabarda di Lorenzo Lotto ha un impianto monumentale che rispecchia la tradizione delle sacre conversazioni venete. Dietro al trono, si intravvedono colonne e tendaggi in controluce, mossi da un vento vigoroso. Si aprono poi due scorci di cielo dopo il tramonto, rischiarati da un chiarore lunare e percorsi da agglomerati nuvolosi.
Fausto Politino
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