Opere in movimento nella grande mostra di Julio Le Parc che apre il nuovo Palazzo delle Papesse a Siena 

È la prima grande mostra mai realizzata sull’artista franco argentino, curata da Marcella Beccaria nel palazzo rinascimentale appena riaperto al pubblico

C’è molto orgoglio nello staff del Palazzo delle Papesse di Siena, nel mostrare ai visitatori il luogo finalmente riaperto al pubblico dopo una chiusura durata 16 anni. Dal cortile interno fino alla altana, il Palazzo rinascimentale, edificato nel 1400 per volontà di Caterina Piccolomini, si offre in tutto il suo splendore, nei suoi affreschi, nel rosso dei mattoni, fino alle terrazze che si aprono sullo splendido paesaggio senese e sulla città. Ad accompagnare nella visita c’è il percorso sulla percezione condotto dall’artista franco argentino Julio Le Parc che partecipa a questo esordio.  

La mostra di Julio Le Parc a Siena 

È una ampia mostra personale quella dedicatagli da Opera Laboratori, che ha acquistato il Palazzo nell’estate 2024, e curata da Marcella Beccaria, anche curatrice delle collezioni al Castello di Rivoli: è la prima in Italia di queste dimensioni, con 80 opere che ne valorizzano l’intera carriera dal 1958 ad oggi. L’artista, che nel 1966 ha ricevuto il Gran Premio internazionale alla pittura alla Biennale di Venezia, spazia dalla pittura stricto sensu fino alla stesura ad aerografo, e a soluzione di carattere oggettuale e concettuale, confrontandosi con le sale affrescate del palazzo rinascimentale. Tele di grandi dimensioni, sculture, materiali industriali, sperimentazioni che vanno oltre la terza dimensione, conducono il visitatore in un percorso che è storico ma non cronologico. Con movimento, luce, colore, macchine celibi che si realizzano nell’azione, richiedendo la collaborazione di chi guarda.  

Installation view Julio Le Parc, Siena Palazzo delle Papesse
Installation view Julio Le Parc, Siena Palazzo delle Papesse

Le opere di Julio Le Parc a Siena 

Dalle prime opere cinetiche, ai quadri geometrici in bianco e nero, l’artista spazia fino alle ultime soluzioni e ricerche che portano all’interazione con un visore e con l’Intelligenza Artificiale per navigare nella mostra non senza sorprese, dimostrando l’attitudine dell’artista a confrontarsi con il tempo e l’evoluzione delle tecniche.  È la luce poi la grande protagonista della sua pratica, introdotta dagli Anni Settanta e animando in mostra le grandi installazioni che emergono dalla penombra. Soffermandosi sulla pellicola, sulle superfici, sui giochi di specchi, Le Parc sposta la percezione da un piano geometrico a un piano poetico, galleggiando nello spazio, cancellando i contorni e portando lo sguardo a navigare in una dimensione del tutto diversa. “Gli esperimenti di luce e movimento “, scrive d’altra parte l’artista nel 1971, “facevano parte del mio desiderio di allontanarmi dalla nozione di un’opera fissa, stabile e definitiva”. 

Santa Nastro 

Libri consigliati:

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Santa Nastro

Santa Nastro

Santa Nastro è nata a Napoli nel 1981. Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università di Bologna con una tesi su Francesco Arcangeli, è critico d'arte, giornalista e comunicatore. Attualmente è vicedirettore di Artribune. È Responsabile della Comunicazione di FMAV Fondazione…

Scopri di più