Tutte le mostre da non perdere in Emilia Romagna a dicembre 2024

Ecco la nostra agenda con gli eventi da visitare prima della fine del 2024, tra Bologna, Modena, Parma, Ravenna, Forlì, Reggio Emilia e dintorni. Una guida con date, luoghi e informazioni su ogni mostra

Con l’arrivo del freddo in Pianura Padana, le programmazioni espositive dell’Emilia Romagna arrivano al culmine della stagione, completando il panorama delle mostre visitabili. Ce n’è per tutti i gusti: dalle proposte celebrative del centenario dalla nascita del Surrealismo, ai percorsi immersivi che a Parma commemorano i 500 anni dal completamento della maestosa cupola di San Giovanni di Correggio. E non mancano arte contemporanea e fotografia. Ecco la nostra guida alle mostre da vedere da oggi alla fine del 2024 in Emilia Romagna, con tutte le informazioni utili, suddivise per città. Se siete interessati anche ad altre città, consultate quelle di Milano, Roma, Torino, Venezia e Sicilia. 

Emma Sedini

Mostre a Bologna

Nino Migliori, I miei gioielli
Nino Migliori, I miei gioielli

Nino Migliori – Museo Civico Archeologico

L’edizione 2025 di do ut do – biennale di arte, architettura e design che mira a sostenere la Fondazione Hospice MT. Chiantore Seràgnoli di Bologna – ha come tema il desiderio. Desiderio che si concretizza in un’occasione espositiva che presenta al pubblico per la prima volta in assoluto una selezione di gioiellirealizzati tra gli Anni Settanta e Ottanta da Nino Migliori. Parliamo del mitico artista italiano quasi centenario (98 anni nel 2024) che abbiamo intervistato in esclusiva proprio qualche mese fa. Qui l’articolo per gli interessati
La mostra in questione comprende, oltre a una selezione di gioielli, anche 5 lightbox fotografici e una serie di riproduzioni d’autore. Da molto tempo ormai l’artista realizza questi manufatti come parte della sua ricerca artistica espressa nella sua componente più “materica”. Anelli, bracciali, spille, collane: le testimonianze visibili della sua inventiva senza limiti, ora in mostra a Bologna.

Nino Migliori, I miei gioielli
Museo Civico Archeologico, Bologna
Fino al 10 febbraio 2025

Antonio Ligabue, La grande mostra
Antonio Ligabue, La grande mostra

Antonio Ligabue – Palazzo Albergati

In parallelo all’evento di Roma che vede sempre protagonista Antonio Ligabue (qui trovate la nostra recensione), a Bologna Palazzo Albergati ospita un’altrettanto grandiosa rassegna su di lui. Oltre 100 opere – tra dipinti, disegni e sculture – che fanno conoscere e apprezzare tanto la carica emotiva del suo stile pittorico, quanto il legame tra l’arte e la sua biografia tormentata. Visionario e sfortunato autodidatta, Ligabue ebbe una vita travagliata. Escluso dal resto della sua gente, con il suo piglio folle e il suo legame strettissimo al mondo naturale e animale riuscì tuttavia a creare opere di incredibile fascino. Opere che riescono ancora oggi a penetrare nelle emozioni del pubblico. La mostra bolognese ripercorre cronologicamente le tappe della sua produzione, esponendo alcuni tra i suoi capolavori più celebri. 

Antonio Ligabue. La grande mostra
Palazzo Albergati, Bologna
Fino al 30 marzo 2025

Tina Modotti
Tina Modotti

Tina Modotti – Palazzo Pallavicini

In questo 2024 ormai sul finire, Bologna è teatro di una seconda importante rassegna che racconta l’arte italiana del XX Secolo. In questo caso ci si sposta sulla fotografia. E al femminile. “Desidero fotografare ciò che vedo, sinceramente, direttamente, senza trucchi, e penso che possa essere questo il mio contributo a un mondo migliore”. Sono queste le parole di Tina Modotti: una delle maggiori fotografe italiane del recente passato. Cosmopolita, girò il mondo per destino e necessità, sfruttando ogni tappa della sua vita per cogliere l’anima dei popoli che incontrò sulla sua strada. La rassegna a Palazzo Pallavicini ripercorre tutta la storia di questa donna coraggiosa e anticonformista, raccontandola attraverso oltre 100 opere e alcuni preziosi documenti. Un’esposizione ricca, che fa emergere la personalità libera, indipendente e dalla vivacissima mentalità di Tina Modotti.

Tina Modotti
Palazzo Pallavicini, Bologna
Fino al 16 febbraio 2025

Alex Trusty, Contemporary museum watching
Alex Trusty, Contemporary museum watching

Alex Trusty – Musei Civici d’Arte Antica di Bologna

Dopo il grande successo della scorsa primavera a Palazzo Reale a Milano, il fotografo Alex Trusty arriva a Bologna con la sua mostra omaggio al processo artistico e alla fruizione delle opere d’arte. Il percorso raccoglie un’accurata selezione di 50 scatti – scelti tra gli oltre 25.000 fatti dall’autore in più di 80 musei sparsi in tutto il mondo – che immortalano il pubblico mentre contempla le opere. Dipinti, sculture… tutti oggetti di grande fascino, riflesso negli occhi delle persone che li guardano. 
Quello di Alex Trusty è un “art watchers watching”: un osservare con occhio attento le reazioni e le emozioni suscitate nei volti e nelle pose “catturate” in modo furtivo. Un progetto ricco di spunti, che ci fa riflettere sul valore dell’arte e della cultura come arricchimento personale per chiunque se ne nutra.

Alex Trusty 
Contemporary Museum Watching
Fino al 16 febbraio 2025

Dinastia Savini
Dinastia Savini

Dinastia Savini – Museo dell’Ottocento

Giacomo, Alfredo e Alfonso Savini. I tre protagonisti dell’esposizione che riporta in vita i maggiori esponenti della pittura bolognese del XIX Secolo. La mostra, ospitata al Museo dell’Ottocento, comincia a raccontare la loro storia dal principio del periodo, con la figura di Giacomo Savini, allievo di Vincenzo Martinelli e tra i rappresentanti del paesaggio neoclassico. Di lui sono presentati diversi lavori, tra cui anche alcuni inediti. Spostandosi invece sulla metà del Secolo, si può incontrare Alfonso, pittore interessatissimo alle tematiche di genere, che riuscì ad acquisire fama internazionale grazie alle sue conoscenze con il mercante Adolphe Goupil. Chiude il terzetto e si situa a cavallo tra Ottocento e Novecento Alfredo. Con lui si inaugura la corrente Liberty della famiglia. Il punto in comune di questi personaggi? L’elevatissima maestria pittorica che raggiunsero grazie alla frequentazione dell’Accademia di Belle Arti di Bologna. 

Dinastia Savini
Museo dell’Ottocento, Bologna
Fino al 3 marzo 2025

Ai Weiwei, Who am I?
Ai Weiwei, Who am I?

Ai Weiwei – Palazzo Fava

Il grande artista cinese Ai Weiwei – noto in tutto il mondo per il suo attivismo a difesa dei diritti umani – arriva a Bologna con un importante progetto. Il titolo, Who am I?, si ispira direttamente a una conversazione da lui intrapresa con l’intelligenza artificiale. Il tema di fondo è la ricerca della verità, quale questione comune all’uomo di tutti i tempi. 
L’arte di Ai Weiwei fa propria questa tensione, e la reinterpreta in un continuo passaggio tra tradizione e sperimentazione. Considerando il valore sociale e politico delle sue opere, questa mostra assume ancora di più un’importanza chiave nel panorama contemporaneo. Ad attendere il pubblico oltre 50 opere, disseminate nella cornice di Palazzo Fava, con un video conclusivo di grande impatto emotivo. Per leggere tutta la nostra recensione cliccate qui.

Ai Weiwei, Who am I?
Palazzo Fava, Bologna
Fino al 4 maggio 2025

Le immagini del NO
Le immagini del NO

Le immagini del NO – MAMbo

Il progetto organizzato nel foyer del MAMbo di bologna intende riproporre le fotografie realizzate da Anna Candiani e Paola Mattioli nel 1974, ossia durante quella campagna referendaria intesa ad abrogare la legge istitutiva del divorzio. Ai tempi, l’iniziativa si estese all’esplorazione più ampia del concetto di “No”, riletto da un punto di vista di militanza femminista. Quattro erano i livelli tematici toccati: manifestazioni femministe, occupazioni di case, eventi legati al referendum e campagne sociali promosse da gruppi spontanei. Ciascuno analizzato attraverso oltre 130 fotografie. Tutto questo rivive nella mostra ora in corso al MAMbo, che celebra i 50 anni dall’esposizione originale.

Immagini del No. Il reenactment. Le fotografie di Anna Candiani e Paola Mattioli
MAMbo, Bologna
Fino al 12 gennaio 2025

Mostre a Reggio Emilia

Luigi Ghirri, Zone di Passaggio
Luigi Ghirri, Zone di Passaggio

Luigi Ghirri – Palazzo dei Musei

Continua fino a marzo 2025 la grande mostra inaugurata la scorsa primavera che vede protagonista Luigi Ghirri. Al Palazzo dei Musei di Reggio Emilia, la proposta verte su una profonda e articolata riflessione sul buio, con l’obiettivo di illustrarne il ruolo all’interno del panorama iconografico collettivo. 
Il progetto parte dalle numerose scene notturne realizzate dall’artista nel corso della sua carriera. Come racconta lui stesso, sono i luoghi “illuminati in maniera provvisoria, o gli spazi che vivono una loro discreta semioscurità e che solo temporaneamente diventano luminosi in maniera festosamente provvisoria”. Ne deriva una lettura insolita della realtà, che identifica come migliori e ideali fonti luminose elementi quali bagliori, lampi, e persino le lucciole. Da questo, poi, la mostra si sposta a riflettere sul ruolo e la rivoluzione portata dalla luce elettrica, con le sue conseguenze sociali, politiche e artistiche.

Luigi Ghirri, Zone di Passaggio
Palazzo dei Musei, Reggio Emilia
Fino al 2 marzo 2025

Davide Benati
Davide Benati

Davide Benati – Fondazione Magnani, Palazzo da Mosto

Dopo le rassegne del ‘92 ai Musei Civici e del 2003 a Palazzo Magnani, l’artista bolognese Davide Benati fa ritorno nella sua città natale. Qui ha luogo Encantadas: il suo ultimo progetto che delinea una panoramica su tutta la sua produzione più che quarantennale, che parte dagli acquerelli stesi su particolarissima carta di riso, che uniscono Oriente e Occidente. Si prosegue, poi, con alcune grandi tele – presentate a loro tempo alla Biennale di Venezia – per un totale di quasi 50 lavori. A corredo delle opere principali, c’è anche una serie di taccuini e disegni preparatori che testimoniano il processo creativo di Benati.

Davide Benati, Encantadas
Fondazione Magnani, Palazzo da Mosto, Reggio Emilia
Fino al 2 marzo 2025

Mostre a Modena

Psiche allo specchio,
Psiche allo specchio,

Psiche allo specchio – Galleria BPER

Alla Galleria BPER di Modena la stagione autunno/inverno propone un interessante approfondimento – sviluppato a partire dal tema del FestivalFilosofia tenutosi in città a settembre – che esplora le diverse sfumature della “psiche”, dal mito alla psicologia. Il percorso si articola come una vera speculazione attorno alle emozioni, indagate a partire da opere legate alla mitologia antica. 
L’obiettivo è dimostrare come già in passato le narrazioni si siano occupate delle questioni psicologiche. Obiettivo raggiunto attingendo dalla ricca collezione della Galleria, che possiede molti dipinti in tema, tra cui quelli di Francesco Albani e bottega, Sisto Badalocchi, Jean Boulanger, Lorenzo De Ferrari, Hendrik Frans van Lint, Lorenzo Pasinelli, Giovanni Battista Paggi, Guido Reni. Accanto a questi, c’è poi una serie di prestiti prestigiosi, firmati da autori come Max Klinger e Federico Zandomeneghi. Giocando con le parole e i loro doppi sensi, così come con i tipici simboli e le icone della pittura antica, la mostra offre diversi livelli di lettura e spunti per riflettere su concetti veri ancora oggi. Qui trovate la recensione.

Psiche allo specchio. Omnia vincit amor
Galleria BPER, Modena
Fino al 9 febbraio 2025

Salvador Dalì, Nella mente del maestro
Salvador Dalì, Nella mente del maestro

Salvador Dalì – Palazzo dei Musei

Sempre seguendo il filo rosso della tematica della “psiche” al centro del FestivalFilosofia 2024 cittadino, Palazzo dei Musei presenta un’importante mostra che ha come protagonista Salvador Dalì. Personaggio chiave della corrente del Surrealismo – di cui quest’anno ricorrono i 100 anni dalla sua fondazione – interessatissimo agli studi psicanalitici che si sviluppavano all’epoca. 
Il percorso espositivo, imperdibile per gli appassionati dell’autore, propone molti dei suoi lavori più celebri. Dagli “orologi molli” a La lumaca e l’angelo. E non mancano i riferimenti (e le raffigurazioni) diretti a Freud, emblema assoluto della psicanalisi e delle teorie legate ai misteri della mente. Qui trovate il nostro articolo sulla mostra.

Salvador Dalì, Nella mente del Maestro
Palazzo dei Musei, Modena
Fino al 6 gennaio 2025

Mostre a Parma 

Henri de Toulouse Lautrec, Il mondo del circo e di Montmartre
Henri de Toulouse Lautrec, Il mondo del circo e di Montmartre

Henri de Toulouse Lautrec – Palazzo della Rosa Prati

Dopo il grande successo della tappa torinese, la mostra di Henri de Toulouse Lautrec apre anche a Parma, offrendo al pubblico che se l’è fatta sfuggire una nuova occasione per vederla. Il percorso si preannuncia ricchissimo: oltre cento opere – tra manifesti, litografie e illustrazioni – che regalano uno spaccato di vita e società della Belle Époque parigina a cavallo tra Ottocento e Novecento. Di più: questa rassegna permette di conoscere l’animo e la vita di questo pittoresco personaggio – un omino curioso, ricco e nobile di stirpe, ma pieno di malformazioni genetiche – che ebbe un’esistenza breve quanto animata da moltissime relazioni. 
Tra i temi esplorati nelle opere spiccano le donne e il circo. Le prime, bellissime e sensuali, trasportano nel cuore dei locali di Montmartre, il secondo mette in contatto con quel mondo di saltimbanchi e figure di spettacolo dalla vita precaria ma apparentemente allegra. Di grande interesse in esposizione i 12 manifesti realizzati da Toulouse Lautrec tra il 1892 e il 1895 per gli spettacoli presso Le Chat Noir. Da ricordare anche la serie Elles: 12 ritratti di prostitute parigine con le quali l’artista condivise gran parte della sua quotidianità. 

Henri de Toulouse Lautrec – Il mondo del circo e di Montmartre
Palazzo della Rosa Prati, Parma
Fino al 12 gennaio 2025

Il Surrealismo e l’Italia
Il Surrealismo e l’Italia

Correggio 500 – Monastero di San Giovanni Evangelista e Monastero di San Paolo

Il 2024 è un anno molto speciale per Parma. Si tratta dei 500 anni dal completamento degli affreschi realizzati da Correggio per la cupola del Monastero di San Giovanni Evangelista. Un lavoro epocale di illusioni ottiche e ricchezza di dettagli, capace di affascinare ancora oggi per la sua bellezza. Per festeggiare questa importante ricorrenza, la città ha organizzato un ricco programma di eventi, distribuiti su due poli espositivi. 
In prima battuta, vale la pena visitare il Monastero di San Giovanni. Lì si può ammirare tanto l’opera di Correggio in tutta la sua maestosità anticipatrice del Barocco, quanto un percorso digitale immersivo di approfondimento. Si tratta, per quest’ultimo, di una mostra sviluppata con il materiale fotografico prodotto da Lucio Rossi. Inquadrature poetiche, ingrandimenti su dettagli curiosi… un arricchimento alla visione della cupola che permette di osservare da vicino lo spettacolo pittorico, immergendosi nella sua maestosità.
Il tour per Correggio 500 non finisce in San Giovanni, ma prosegue, poi al Monastero di San Paolo. È in quel contesto religioso – oggi museo – che si può fare letteralmente un “tuffo nel passato” rivivendo la Parma dell’epoca grazie all’ausilio della realtà aumentata. L’esperienza Hortus Conclusus 2.0 permette infatti di scoprire la storia del monastero, dalla fondazione fino alla decorazione pittorica fatta da Correggio. Il tutto attraverso il visore VR MetaQuest, che fa viaggiare lo spettatore nello spazio e nei dettagli delle opere. 

Lucio Rossi, Correggio 500 
Monastero di San Giovanni Evangelista, Parma
Fino al 31 gennaio 2025

Hortus Conclusus 2.0
Monastero di San Paolo, Parma
Fino al 31 gennaio 2025

Surrealismo – Fondazione Magnani Rocca

L’Emilia Romagna offre al pubblico un secondo appuntamento sulla scia dei cent’anni dalla nascita del Surrealismo. In questo caso l’indirizzo è la Fondazione Magnani-Rocca di Mamiano di Traversetolo, nella campagna a due passi da Parma. Accanto alla ricca collezione permanente, il Museo ha allestito un percorso di oltre 150 capolavori. I nomi? Gran parte dei protagonisti chiave del movimento, quali Leonor Fini, Salvador Dalí, René Magritte, Max Ernst, Joan Miró, Marcel Duchamp, Man Ray, Yves Tanguy, Giorgio de Chirico e il fratello Alberto Savinio, Enrico Baj, Fabrizio Clerici, e non solo. La narrazione illustra tanto la nascita, quanto l’evoluzione della corrente surrealista ed è articolata in due principali capitoli espositivi. Uno raccoglie gli artisti internazionali, l’altro con un focus sulla scena italiana.

Il Surrealismo e l’Italia
Fondazione Magnani-Rocca, Mamiano di Traversetolo
Fino al 15 dicembre 2024

Bertozzi & Casoni, Non è quel che sembra
Bertozzi & Casoni, Non è quel che sembra

Bertozzi & Casoni – Labirinto della Masone 

A un anno di distanza dalla morte di Stefano Dal Monte Casoni, il Labirinto della Masone di Fontanellato celebra la coppia di artisti celebre per le ceramiche illusorie. Parliamo di Bertozzi & Casoni: maestri nella creazione di sculture iperrealistiche, che prendono spunto da ogni sfera del sensibile. Lo testimoniano bene le opere in mostra, che spaziano dai fiori alle buste di plastica piene di spesa. E non mancano i lavori dal significato ambientalista, come la tartaruga dal carapace incrostato di reti dei pescatori. Sottile rappresentazione della natura un tempo idilliaca, oggi corrotta dall’intervento umano. Ne deriva una profonda riflessione sul rapporto tra il mondo naturale e noi che lo abitiamo, culminante in un’immensa tavola imbandita. Ovviamente di ceramica. Qui trovate l’articolo al riguardo.

Bertozzi & Casoni, Non è quel che sembra
Labirinto della Masone, Fontanellato
Fino al 7 gennaio 2025

Mostre a Ravenna

Fotografia e femminismi
Fotografia e femminismi

Fotografie e femminismi – Fondazione Sabe 

Una mostra collettiva, parte del Progetto PRIN 2020, che prende le mosse da una selezione di immagini provenienti dalla Collezione Donata Pizzi e mette in dialogo diverse generazioni di fotografe e artiste degli ultimi 50 anni. Una narrazione che segue i mutamenti figurativi e rappresentativi, raccolti in quattro tematiche principali: Album di famiglia, Identità di genere, Stereotipi e spazi domestici, Ruoli e censure sociali. Tra i nomi presenti alla Fondazione Sabe troviamo Liliana Barchiesi, Lisetta Carmi, Lucia Marcucci, Paola Mattioli, Tomaso Binga, e non solo. 
L’iniziativa si propone anche di illustrare l’impegno pionieristico di Donata Pizzi, che ebbe l’intuito di cominciare a raccogliere i lavori di queste artiste, costruendo quello che oggi è un patrimonio culturale degno di nota. A completare il percorso, una selezione di pubblicazioni e cataloghi che tracciano la storia della sua Collezione. 

Fotografia e femminismi
Fondazione Sabe, Ravenna
Fino al 15 dicembre 2024

Museo Byron e Museo del Risorgimento
Museo Byron e Museo del Risorgimento

Nuova apertura – Museo Byron e Museo del Risorgimento

La coda dell’autunno ravennate è anche l’occasione perfetta per fare un giro al nuovo Museo Byron e Museo del Risorgimento, che dal 29 novembre apre le porte a un nuovo indirizzo. Dopo la storica sede nella Chiesa di San Romualdo, l’istituzione trova oggi dimora nella cornice austera di Palazzo Guiccioli, in pieno stile seicentesco. L’edificio è strettamente connesso al nome del poeta inglese, che soggiornò lì tra il 1820 e il 1821, quando giunse in città da Venezia, inseguendo Teresa Gamba, il suo ultimo amore.
Il lungo restauro del palazzo restituisce al pubblico un luogo affascinante, dalle stanze riccamente affrescate che ospitano le memorie del letterato.
Nella sua breve vita, però, Byron fu anche molto attivo dal punto di vista politico, unendosi alle rivolte dei carbonari. Il Museo testimonia anche questo lato della sua figura, raccontando attraverso oggetti d’epoca le memorie del Risorgimento ravennate.

Museo Byron e Museo del Risorgimento, Ravenna
Dal 29 novembre 2024 

Mostre a Forlì Cesena e dintorni

Trame esplorative
Trame esplorative

Un viaggio attraverso l’arazzo – Fondazione Dino Zoli

Un’ampia esplorazione della storia e dell’evoluzione dell’arazzo contemporaneo. Dagli Anni Cinquanta a oggi. È questa la proposta invernale della Fondazione Dino Zoli. Il titolo, Trame esplorative, suggerisce come questo tipo di produzione – nato come artigianato – sia col tempo diventato un medium che intreccia culture, linguaggi e storie differenti. Il termine stesso “filo”, o “trama”, se da un lato è materia prima con cui fare gli arazzi, dall’altro è lo stesso vocabolo usato per evocare idee, percorsi, collegamenti. Il tema si fa dunque pretesto per raccontare di sperimentazioni, innovazioni e collaborazioni nell’ambito del tessile e non solo. Tutti elementi cari all’azienda Dino Zoli Textile, capostipite di Dino Zoli Group da cui la Fondazione omonima deriva. 
La mostra, attraverso le voci di nomi come Sonia Delaunay, Gino Severini, Alexander Calder, Afro e Piero Dorazio, e molti altricelebra l’universo di produzione dei tessuti e ne attesta il valore storico e culturale. 

Trame esplorative: un viaggio attraverso l’arazzo
Fondazione Dino Zoli, Forlì
Fino al 16 marzo 2025

Libri consigliati:

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Emma Sedini

Emma Sedini

Etrusca e milanese d'origine in parti uguali, vive e lavora tra Milano e Perugia. È laureata in economia e management per arte, cultura e comunicazione all'Università Bocconi, e lì frequenta tutt'ora il MS in Art Management. Nel frattempo, lavora in…

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