A Roma una mostra celebra i sessant’anni dell’Autostrada del Sole

L’Italia come la conosciamo oggi è il prodotto di tanti fattori. Tra questi l’Autostrada del Sole, oggi sessantenne, è forse l’opera ingegneristica che maggiormente ha contribuito a creare l’identità contemporanea del Paese

Sessant’anni fa, il 4 ottobre 1964, il Presidente del Consiglio Aldo Moro inaugurava l’Autostrada del Sole, spina dorsale dell’Italia ideata per unire i tre maggiori centri del Paese: la capitale economica, Milano; la capitale politica, Roma; la capitale del Sud, Napoli. Un’infrastruttura che ha sfidato i limiti dell’ingegneria con 113 ponti, 38 gallerie e soluzioni progettuali d’avanguardia, firmate da grandi nomi come Riccardo Morandi e Giorgio Macchi; concepita negli anni Cinquanta e realizzata in soli otto anni; una rapidità incredibile se paragonata alle lungaggini delle imprese odierne. In occasione dei sessant’anni la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea dedica al capolavoro ingegneristico L’alba dell’Autostrada del Sole, progetto nato della collaborazione tra il Ministero della Cultura e l’Archivio Storico Luce Cinecittà.

L’Autostrada del Sole. Il risultato di impegno, lavoro e dedizione

Come ha spiegato la curatrice, Chiara Barigia, presidente di Cinecittà, “il progetto celebra l’arteria principale del Paese, luogo che non abbiamo mai smesso di attraversare, ognuno con la propria sensibilità e il proprio sguardo. La mostra ripercorre quel viaggio, dalla posa della prima pietra fino ad oggi, attraverso i volti dei passeggeri e conducenti, i paesaggi poetici e i monumenti che costeggiano la grande infrastruttura che ha unito l’Italia”. E in effetti, se nell’immaginario collettivo l’Autostrada rappresenta un simbolo del boom o miracolo economico italiano, ovvero del ventennio successivo alla Liberazione del Paese dal Nazifascismo, è giusto precisare che il progresso economico, industriale e infrastrutturale di quegli anni non fu il prodotto del caso o della fortuna, ma di un grande impegno collettivo per la ricostruzione, che l’Autostrada rappresenta a pieno titolo in quanto prodotto del più riuscito incontro tra gli interessi dei capitalisti italiani e la visione dei politici del tempo.

L’Autostrada del Sole: un progetto non privo di criticità

Il grandioso progetto prese il via il 19 maggio 1956. I lavori partirono da Milano e, quasi subito, incontrarono il primo problema: il Po. Un fiume vasto e impetuoso superato grazie alla costruzione, presso Piacenza, di una delle più grandi opere in calcestruzzo armato precompresso d’Europa. Arrivati a Bologna ci si trovò di fronte a un ostacolo ancora più difficile da superare: l’Appennino. Anche in quel caso la sfida fu affrontata con successo. E la tratta Bologna-Firenze, che prima richiedeva un viaggio di oltre sei ore, grazie a 80 km di autostrada, costellati da 80 ponti, completati il 3 dicembre 1960, è diventata percorribile in una sola ora di guida. Il tragitto Bologna-Firenze fu inaugurato dall’allora Presidente del Consiglio Fanfani, originario di Arezzo, città verso la quale l’autostrada compie una deviazione (allontanandosi dal tragitto della via Cassia). A Fanfani spetta il merito di aver coinvolto nel cantiere lo Stato, oltre ai privati, con l’IRI, l’Istituto di Ricostruzione Industriale, fondato sotto il fascismo e sopravvissuto dopo la Liberazione.

“L’alba dell’Autostrada del Sole” alla GNAMC di Roma  

Grazie a un percorso multimediale che intreccia immagini storiche, documenti, filmati d’epoca e testimonianze dei protagonisti, fino al 28 febbraio 2025, i visitatori potranno immergersi nella narrazione del progetto, che collegando il nord e il sud d’Italia, rappresenta forse il più alto traguardo nell’opera di ricostruzione del Paese, scoprendone i risvolti sociali, economici e paesaggistici. Un periodo di crescita, associato a una prima diffusione del benessere e di una rinnovata fiducia nel futuro, rappresentati anche dagli autogrill, luoghi di abbondanza e di prosperità.

Le fotografie sull’Autostrada del Sole in mostra alla GNAMC di Roma

Oltre al vasto patrimonio di testimonianze provenienti dall’Archivio Luce, la mostra comprende una sezione dedicata alla fotografia contemporanea che,come ha affermato la curatrice Chiara Sbarigia “vuole ricordare e celebrare il sessantesimo compleanno della regina delle nostre strade moderne”. Le fotografie di Luca Campigotto, Silvia Camporesi e Barbara Cannizzaro, raccontano l’Autostrada attraverso le loro peculiarità stilistiche. Luca Campigotto si sofferma sull’aspetto monumentale e visionario delle infrastrutture. Silvia Camporesi interpreta l’autostrada come una linea di connessione tra paesaggi e culture. Infine, Cannizzaro punta l’obiettivo sulle storie delle persone coinvolte nel progetto.

L’impatto culturale dell’Autostrada del Sole

Come testimoniato anche le grandi opere cinematografiche, tra cui Ieri, oggi e domani di Vittorio De Sica e Viadotto sull’Aglio di Carlo Nebiolo, a livello culturale l’impatto dell’Autostrada del Sole, simbolo di rinascita e unità nazionale, è stato altissimo, avendo contribuito a costruire l’identità contemporanea del Paese. In particolare, in ambito artistico la nuova spina dorsale dell’Italia ha segnato un’epoca, riducendo di fatto la distanza tra Napoli, Roma e Milano e mettendo concretamente in contatto gli artisti residenti nelle diverse città.

Ludovica Palmieri

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Ludovica Palmieri

Ludovica Palmieri è nata a Napoli. Vive e lavora a Roma, dove ha conseguito il diploma di laurea magistrale con lode in Storia dell’Arte con un tesi sulla fortuna critica di Correggio nel Settecento presso la terza università. Subito dopo…

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