A Venezia in primavera 2025 arriva la mostra sul grande fotografo Mapplethorpe
La mostra, ospitata alle Stanze della Fotografia sull’isola di San Giorgio, è affiancata da una open call per giovani fotografi e da una mostra di Maurizio Galimberti
È Robert Mapplethorpe il protagonista della primavera 2025 a Le Stanze della Fotografia di Venezia. Artista che, dopo 33 anni di assenza, ritorna nella città lagunare con la mostra Le forme del classico, a cura del direttore artistico del museo Denis Curti. Una rassegna, visitabile da aprile a novembre 2025, concepita come il primo atto di una più ampia trilogia che si svolgerà tra Milano e Roma, con le mostre Robert Mapplethorpe. Le forme del desiderio a Palazzo Reale e Robert Mapplethorpe. Le forme della bellezza al Museo dell’Ara Pacis.
A Le Stanze della Fotografia la mostra “Robert Mapplethorpe. Le forme del classico”
Con oltre 200 scatti, alcune dei quali presentati per la prima volta in Italia, la mostra parte dalla rassegna veneziana del 1992: Tra antico e moderno. Un’antologia, curata da Germano Celant a Palazzo Fortuny, per reinserire l’opera di Mapplethorpe (New York, 1946 – Boston, 1989) nel contesto dell’arte e della cultura statunitense di metà Novecento e, soprattutto, per evidenziare la dimensione classica della sua fotografia. Il percorso, costruito sulla base di puntuali parallelismi con la statuaria antica, mette in risalto l’attenzione di Mapplethorpe alla resa plastica dei nudi: le sue fotografie, ambigue e delicate, sono composizioni poetiche, rappresentazioni senza tempo del desiderio. Come ha osservato il direttore Curti, “Mapplethorpe reinterpreta e rinnova l’estetica antica, accentuando il dialogo tra il corpo vivo e la scultura ideale. Il confronto evidenzia la sua abilità nel trasporre la perfezione e la grazia della scultura classica nella fotografia contemporanea, attraverso l’attenzione al dettaglio e alla luce, creando un ponte tra passato e presente”.
Il percorso comprende l’esposizione, in alcuni casi inedita, dei primi collage di Mapplethorpe, dei ready-made realizzati sul finire degli Anni Sessanta combinando disegni, ritagli di riviste omoerotiche e oggetti trovati, specchio di una incessante ricerca a livello tecnico e personale. L’esplorazione si manifesta anche nei perturbanti autoritratti, attraverso cui l’artista indaga la sua mutevole identità, costantemente in bilico tra pubblico e privato.
Le Stanze della Fotografia presenta Open call per i fotografi e le fotografe under 30
In occasione della mostra, la Fondazione Le Stanze della Fotografia propone per il secondo anno l’open call rivolta a giovani fotografi e fotografe tra i 18 e i 30 anni. Iniziativa, realizzata con il contributo di Fondazione di Venezia, invita i più giovani a rapportarsi all’opera di Mapplethorpe inviando tre fotografie ispirate alla sua citazione. Le opere dei finalisti, proclamate alla MIA Photo Fair di Milano, verranno esposte a Venezia durante la mostra.
Maurizio Galimberti a Le Stanze della Fotografia
Infine, il programma per museale per la prima metà del 2025 si completa, tra aprile e luglio, con la mostra Maurizio Galimberti tra Polaroid/Ready Made e le lezioni americane di Italo Calvino, sempre a cura del direttore Curti. Maurizio Galimberti (Como, 1956) è noto, oltre che per i suoi ritratti delle celebrity, per i suoi iconici mosaici di polaroid in cui, lungi dal voler riprodurre fedelmente la realtà, mira a restituirne un’immagine sfaccettata e frammentata. “I lavori di Galimberti sono l’esito di un’indagine del visibile, un’operazione di scomposizione del mondo che trova nella fotografia lo strumento ideale”, ha scritto Curti. Una ricerca che, traendo ispirazione dai collage fotografici di David Hockney, Umberto Boccioni e Marcel Duchamp, scompone forme e movimenti per restituire una visione spettacolare della realtà.
Ludovica Palmieri
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