Tutte le nuove acquisizioni di opere d’arte del super museo Reina Sofia di Madrid

Parliamo di 470 lavori del valore complessivo di 8 milioni di euro. E tra acquisti, depositi e donazioni le opere realizzate da artiste donne solo più del 70 per cento del totale

Con il 2024 si è chiuso un ottimo anno per uno dei musei statali più importanti di Spagna. Manuel Segade (A Coruña, 1977), direttore del Centro d’arte contemporanea Reina Sofia, ha presentato le acquisizioni dell’anno appena concluso, spiegando nel dettaglio i criteri di scelta e i metodi di finanziamento adottati dal museo. Segade, in carica da poco più di un anno, non solo si è avvalso di un regime di trasparenza finora inusuale nella direzione del museo madrileno, ma lo ha fatto con una grande chiarezza di contenuti e di intenti.

Al Reina Sofia 470 nuove opere del valore di 8 milioni di euro

Sono 470 le opere, realizzate da 227 artisti, entrate a far parte nel 2024 del patrimonio pubblico spagnolo, per un valore totale che si aggira intorno agli 8 milioni euro. Tali cifre comprendono gli acquisti diretti del museo con risorse proprie e quelli realizzati con fondi del Ministero di Cultura spagnolo alle fiere o nelle aste; così come le donazioni di privati e i depositi, tra il quali c’è il contributo economico della Fondazione Museo Reina Sofia, organismo senza scopo di lucro che riunisce mecenati e collezionisti da tutto il mondo, soprattutto del Sudamerica.

Per gli acquisti, il museo ha speso circa 1 milione e 300mila euro di fondi propri; il Ministero ha contribuito con 1 milione e 130mila euro. Le donazioni sono state di 2 milioni e 700 mila euro e il valore delle opere depositate dalla Fondazione si è aggirato intorno alla stessa cifra.  

Le opere di artiste donne entrate nel patrimonio del Museo Reina Sofia

Un dato significativo è la presenza nel novero delle nuove acquisizioni del 72% di opere firmate da artiste donne, specialmente provenienti dal panorama nazionale, di cui il 56% scelte direttamente dal museo. Tra queste, anche l’italiana Elisa Montessori (Genova, 1931), raffinata interprete dell’Arte Povera, alla quale il museo ha acquistato ad Arco quest’anno, nello stand della galleria Monitor di Roma, il delicato Erbario su carta (opera del 1978) con tinte estratte da elementi vegetali.

Tra i nomi femminili della creatività spagnola, entrano per la prima volta con le loro opere al Reina Sofia Alicia Framis, Cristina Lucas, Belén Uriel, Pilar Albaraccín e il collettivo Cabello/Carceller, quasi tutte strettamente legate alla pratica della performance, genere prediletto del direttore Segade. È di una donna, Ángeles Santos (1911-2013) anche il pezzo storico più rilevante, il Ritratto della Marchesa de Alquibla, tela dipinta a soli 17 anni con tocchi di espressionismo e surrealismo; così come uno dei più significativi contributi dei donor della Fondazione: un’opera recente dell’artista etiope Julie Meheretu, Feminine in nine, part 4 (2023).

I criteri delle acquisizioni del Museo Reina Sofia

Le nuove acquisizioni rispondono sostanzialmente a due criteri”, ha spiegato il direttore Manuel Segade, che si è avvalso della consulenza di esperti interni al museo. “Abbiamo scelto opere inedite di artisti poco rappresentati nelle collezioni del Reina, anche della modernità, ossia degli Anni Cinquanta e Sessanta del Novecento; oppure, pezzi sconosciuti di artisti e/o artiste più note, che colmassero alcune lacune all’interno delle nostre collezioni. L’obiettivo principale è stato includere produzioni degli ultimi decenni, soprattutto di donne spagnole dagli Anni Ottanta all’attualità; e di rinforzare anche il discorso artistico del museo intorno alla sperimentazione degli Anni Settanta e alla controcultura dell’epoca della Transizione”.

Per quanto riguarda le ultime generazioni, Segade ha le idee chiare: “Scegliamo opere di giovani che meglio rappresentano, a nostro giudizio, il clima culturale e sociale del nostro tempo. Siamo consapevoli, però, che anche i musei hanno diritto di sbagliarsi.  Al di là delle inevitabili speculazioni, acquistiamo opere che non hanno ancora un alto valore sul mercato, ma offriamo agli artisti il “capitale simbolico” rappresentato dalla presenza nella collezione del Reina Sofia, un valore aggiunto per aprire loro nuove opportunità di ascesa”.

La vocazione latino-americana del Museo Reina Sofia e le donazioni

Il Reina Sofia – che il grande pubblico frequenta soprattutto per ammirare il Guernica di Picasso – conferma, poi, la forte vocazione di vetrina della contemporaneità latino-americana. Lo testimoniano gli ottimi recenti acquisti di opere dell’artista argentina Ana Gallardo (bellissima la sua installazione immersiva al Ca2m dell’inverno scorso, programmata proprio da Segade nella sua precedente tappa di direttore del centro di Mostoles); della guatemalteca Regina Josè Galindo, artista multidisciplinare e femminista della scuderia milanese di Ida Pisani-Prometeo Gallery; e, infine, del colombiano Miguel Ángel Rojas, fra i più interessanti artisti della sua generazione.

Tra le donazioni, infine, vale la pena ricordare quella cospicua della galleria di Juana de Aizpuru, che ha chiuso i battenti quest’anno e ha regalato al museo numerose opere di artisti spagnoli tra gli Anni Novanta e Duemila (generazione poco rappresentata al Reina) insieme a pezzi storici di nomi andalusi e tedeschi legati allo storico spazio di Calle Barquillo. Juana, figura mitica dell’arte contemporanea nella Spagna prima e dopo la dittatura, segue le orme della collega Soledad Lorenzo, che da tempo ha depositato al Reina quasi tutti i suoi fondi storici.

Federica Lonati

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Federica Lonati

Federica Lonati

Federica Lonati (Milano, 1967), giornalista professionista italiana, dal 2005 vive a Madrid. Diploma al Liceo Classico di Varese e laurea in Lettere e Filosofia all’Università Cattolica di Milano, si è formata professionalmente alla Prealpina, quotidiano di Varese, scrivendo di cronaca,…

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