Il Bauhaus festeggia i 100 anni ma entra nel mirino dell’estrema destra
Esattamente come un secolo fa, l’estrema destra tedesca (quella che piace a Musk) polemizza sul Bauhaus, storica scuola che rivoluzionò l’architettura e il design prima di essere chiusa dai nazisti
Il movimento Bauhaus entra nel dibattito politico tedesco alla vigilia delle elezioni legislative del prossimo 23 febbraio. Esattamente un secolo fa, nel 1925, la scuola di architettura, design e arti applicate fondata nel 1919 da Walter Gropius (Berlino, 1883 – Boston 1969) a Weimar si spostava a Dessau.
Da Weimar a Dessau fino a Berlino, una scuola invisa ai nazisti
Le pressioni dei politici conservatori e la crescente influenza del Nazismo avevano reso impossibile proseguire l’attività in Turingia e la nuova sede di Dessau, in Sassonia-Anhalt, poco più di cento chilometri a sud di Berlino, faceva sperare in un clima più tollerante. Le speranze si spengono nel 1933 quando il regime nazista chiude la scuola e a prevalere in tutto il Terzo Reich è il concetto di “arte degenerata”. È proprio riprendendo argomentazioni simili a quelle degli Anni Trenta che il deputato di AfD (Alternative für Deutschland) Thomas Tillschneider ha presentato al parlamento della Sassonia-Anhalt, una petizione affinché le manifestazioni per il centenario previste durante tutto il 2025 e che culmineranno nel prossimo settembre, non siano “una glorificazione semplicistica dell’eredità Bauhaus” ma piuttosto un “esame critico” del movimento.
Perché il Bauhaus non piace all’estrema destra tedesca
Che cosa viene imputato al Bauhaus? Per il deputato di AfD – che nella regione ex DDR è il primo partito e nelle intenzioni di voto si attesta attorno al 20% – la scuola di Gropius, di Ludwig Mies van der Rohe, di Wassily Kandinsky, di László Moholy-Nagy ha contribuito a diffondere una “bruttezza spaventosa“. Nel mirino ci sono soprattutto le unità abitative popolari simili a cubi di cemento che hanno caratterizzato la grigia urbanistica residenziale postbellica nelle città dell’ex Germania Est. Il riferimento è alla cosiddetta tecnica costruttiva Plattenbau, peraltro non una caratteristica della sola Repubblica Democratica Tedesca ma largamente diffusa anche nella Repubblica Federale. “Una visione orribile, una vita costretta in spazi esigui, piena di restrizioni e di impedimenti” ha tuonato il deputato. Forse dimenticando le esigenze abitative a prezzi calmierati di una nazione uscita praticamente rasa al suolo dalla Seconda Guerra mondiale e il progresso rappresentato dai pannelli in calcestruzzo per una popolazione che – come ha replicato Barbara Steiner, direttrice della Fondazione Bauhaus di Dessau – “si sistemava negli edifici prefabbricati perché aveva l’acqua calda, un balcone e altre comodità“.
Il ritorno di una ideologia anti-moderna
Secondo il partito di estrema destra, il Bauhaus avrebbe annullato le differenze regionali a vantaggio di un'”estetica universale” e avrebbe propagandato “un’ideologia prossima a quella del comunismo“. Sono peraltro idee che riprendono quelle di correnti anti moderne ampiamente storicizzate, rappresentate dall’architetto Paul Schultze-Naumburg (1869-1949), vicino ai nazisti, che si batteva contro “la follia della modernità” e sognava una Germania piena di case in “puro stile tedesco“. Affermazioni, quelle di AfD, che dimenticano l’interesse, magari sottaciuto, del Nazismo per certe idee del Modernismo ed entrate sottotraccia nell’architettura di regime. Peraltro, non bisogna dimenticare alcune ombre e contraddizioni anche all’interno del Bauhaus: se molti degli insegnanti e studenti della scuola erano ebrei e furono costretti a lasciare la Germania dopo il 1933 è anche vero che 200 iniziarono a collaborare con i nazisti e uno di loro, Fritz Ertl, fu il progettista del campo di sterminio di Auschwitz.
L’attualità dell’insegnamento del Bauhaus
La debolezza delle argomentazioni di AfD contro il movimento Bauhaus è piuttosto evidente, proprio con il conforto storico e critico degli oltre cento anni passati dalla fondazione, che hanno evidenziato tutta la carica innovativa e creativa di quelle sperimentazioni. A fronte di taluni eccessi di epigoni nel secondo dopoguerra, basta visitare i magnifici musei di Weimar e Dessau, scoprire i luoghi berlinesi legati al movimento, per apprezzare la ricchezza delle idee, le magnifiche soluzioni di design, la bellezza degli oggetti, la modernità degli edifici. La ricchezza del lascito Bauhaus – basato su quel concetto fondante di forma che segue la funzione – è sotto gli occhi di tutti, magari inconsapevolmente, in tanti momenti della nostra quotidianità. Nonostante le critiche espresse nei confronti del Bauhaus – un poco consueto intervento nel settore della cultura da parte di AfD, più interessato a raccogliere consensi su temi quali il contrasto all’immigrazione – il movimento di estrema destra si è dichiarato propenso a non tagliare i fondi alla Fondazione. Forse solo per il fatto che il complesso di edifici legati alla storica scuola di architettura richiama ogni anno oltre centomila visitatori da tutto il mondo, generando una ricaduta economica non indifferente per una città di circa 80 mila abitanti. Intanto a Dessau, aspettando l’esito delle elezioni, si sta mettendo a punto il programma dell’anno celebrativo sotto il titolo To the Core. Bauhaus Dessau 100. Dal 4 al 7 settembre si svolgeranno le giornate di apertura e il Bauhaus Building e il Bauhaus Museum ospiteranno esposizioni, conferenze, esibizioni fra cui diverse rappresentazioni dei famosi balletti di Oskar Schlemmer (Stoccarda, 1888 – Baden Baden,1943), uno degli artisti protagonisti del Bauhaus fin dai tempi di Weimar. Il compositore e sound artist italiano Piero Mottola sta lavorando a una partitura intitolata Voices of Bauhaus. In occasione dell’inaugurazione del centenario, il 4 settembre, sarà presentata in anteprima sul palco storico dell’edificio Bauhaus di Dessau.
Dario Bragaglia
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