In Cina si apre l’anno del Serpente di Legno. Tutte le volte che il serpente è stato protagonista nell’arte

  Nell’oroscopo cinese, il serpente incarna il rinnovamento e la saggezza. Un animale associato a significati positivi ma anche negativi, a cui diversi artisti hanno dato forma con le loro opere d'arte. Ecco le più famose  

L’oroscopo cinese si basa su un ciclo di 12 anni, ognuno dei quali corrisponde a un segno zodiacale: topo, bufalo, tigre, coniglio, drago, serpente, cavallo, capra (o pecora), scimmia, gallo, cane e maiale (o cinghiale). A questi si associano gli elementi legno, fuoco, terra, metallo e acqua, ciascuno declinato in femminile e maschile.
A essere celebrato nel 2025 è l’anno del Serpente di Legno, segno complesso e sfaccettato, spesso associato alla pazienza e al mistero.
Un dualismo che affonda le radici in millenni di simbolismo culturale e che ha trovato un’espressione eloquente tanto nell’arte del passato che in quella contemporanea. Ecco qualche esempio…

“Le Serpent” di Ernesto Neto a Parigi

Le Serpent di Ernesto Neto, a Parigi (dettaglio) via designboom.com
Le Serpent di Ernesto Neto, a Parigi (dettaglio) via designboom.com

Fino al 23 febbraio 2025, l’installazione di Ernesto Neto (Rio de Janeiro, 1964) abita gli spazi interni de Le Bon Marché Rive Gauche, a Parigi. Si tratta di un serpente all’uncinetto lungo 28 metri, sostenuto da archi di bambù, che si snoda attraverso lo spazio. L’opera intende sfidare le norme di genere e celebrare le origini femminili, posizionando l’animale come una figura divina che trascende il genere ed è portatrice di vita e saggezza.

“Treasures from the Wreck of the Unbelievable” di Damien Hirst a Venezia

Damien Hirst, Treasures from the Wreck of the Unbelievable, ph. Irene Fanizza
Damien Hirst, Treasures from the Wreck of the Unbelievable, ph. Irene Fanizza

Anche Damien Hirst (Bristol, 1965) ha approfondito l’ambivalenza del serpente nella testa di Medusa esposta nella grande mostra Treasure from the Wreck of the Unbelievable, ospitata nel 2017 a Palazzo Grassi e Punta della Dogana a Venezia.
L’artista britannico immortala il volto della creatura mitica in un’espressione furiosa, incorniciato da serpi che si contorcono e si dimenano, suscitando un riflesso di bellezza – ormai sfumato – potere e pericolo.

Il serpente negli scatti di Francesca Woodman

Francesca Woodman
Francesca Woodman

Nota per i suoi autoritratti, Francesca Woodman (Denver, 1958 – Manhattan, 1981) ha introdotto nei suoi scatti la figura del serpente come simbolo di trasformazione e alienazione. In altre foto, il serpente si intreccia al corpo, creando immagini ambigue che riflettono il processo di crescita personale (e le sue insidiose difficoltà).

Il serpente e l’iconografia medievale in Robert Mapplethorpe

Robert Mapplethorpe Snakeman 1981
Robert Mapplethorpe Snakeman 1981

Nella fotografia Snakeman di Robert Mapplethorpe (Floral Park, 1946 – New England, 1989) datata 1981, un uomo con una maschera apotropaica – probabilmente di origini pagane – è avviluppato da un serpente, rimandando a un aspetto negativo tipico dell’iconografia medievale e rinascimentale.

Il serpente misterioso e seducente di Franz von Stuck

Franz von Stuck, Die Sünde, 1893
Franz von Stuck, Die Sünde, 1893

Con il pittore simbolista-espressionista Franz von Stuck (Tettenweis, 1863 – Monaco di Baviera, 1928) il serpente assume una connotazione misteriosa e seducente, associato in particolare a culti di natura esoterica. Aspetti che si enfatizzano in Die Sunde del 1893, dove insieme a Eva simboleggia la malignità e il peccato primordiale.

Il dualismo del serpente – e del femminile – nella performance di Marina Abramovic

Marina Abramovic, Dragon heads, 1990
Marina Abramovic, Dragon heads, 1990

Era il 1990 quando Marina Abramovic (Belgrado, 1946) diede forma a Dragon Heads, una performance in cui l’artista stringeva a sé dei serpenti. L’allusione dell’azione rimanda al dualismo del femminino, ovvero alla potenza mortifera che annienta tutto da un lato, e dall’altro alla forza generatrice che crea nuova vita.

Valentina Muzi

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Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

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