Nelle Marche una mostra racconta l’attività Magdalo Mussio e spiega la sua importanza 

Non solo grafico ma artista a tutto tondo. Negli spazi della Casa Museo e Centro Studi Osvaldo Licini la mostra “Senza margine” racconta l'attività vulcanica di Magdalo Mussio, artista a tutto tondo capace di scandagliare nel profondo l'animo umano

Con buona probabilità Magdalo Mussio (Volterra 1925 – Civitanova Marche 2006) è soprattutto conosciuto per il suo lavoro grafico. Il suo contributo, infatti, è stato senza dubbio formidabile nelle sperimentazioni editoriali degli anni Settanta, avendo intercettato e spesso anticipato, le contemporanee ricerche nei campi della linguistica e della semiotica. Tuttavia, la sua opera, il lavoro di una vita, è nettamente più complesso e la mostra organizzata negli spazi della Casa Museo e Centro Studi Osvaldo Licini, curata da Daniela Simoni e Stefano Bracalente, fra carte, taccuini, opere su tela, ha il potere e il merito di scandagliare fra le profondità di un’anima grande, sensibile, anche tormentata. 

Il segno di Magdalo Mussio un’indagine nell’animo umano 

Classe 1925, Mussio si diploma in Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Dettaglio non banale, questa sua formazione radicata nel teatro è ciò che gli permette di avere una visione totalizzante dello spazio, tanto da immaginare qualsiasi supporto, carta o tela, e ogni mezzo, scrittura o pittura, in termini plastici, tridimensionali. Fil rouge della sua opera: il segno. Indizio, prova di qualcosa, elemento di rappresentazione o rappresentato – si pensi alle parole, ai numeri così presenti nel suo linguaggio, tali da farsi immagine e viceversa. Non necessariamente, anzi volutamente non affine, anche se contemporaneo, alle espressioni della poesia verbo-visuale, il segno di Mussio è uno scavo nel profondo dell’umano sentire, una nota in uno schema ritmico non decifrabile, il frammento di un processo creativo Senza Margine

Nella Casa Museo e Centro Studi Osvaldo Licini in mostra “il fare arte” di Magdalo Mussio 

Proprio quest’ultima frase è stata scelta come titolo della mostra non casualmente. Senza Margine, che fa il verso all’omonima rivista romana del 1969, di cui Mussio curò la grafica, rappresenta concettualmente ogni zona periferica che Mussio ha saputo valicare, rifiutando definizioni ed etichette, per lasciare spazio libero al pensiero, pregno di conoscenza e filosofia; un pensiero vagabondo per le vie di un mondo che forse faticava ad abitare. L’esperienza della guerra, la partecipazione alla Resistenza, che lo hanno indubbiamente segnato, lo hanno anche proiettato nella sola verità che accomuna il fare degli uomini, un nonsense che, per assurdo, trova il suo significato più profondo proprio nell’esercizio dell’arte. 

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Maria Letizia Paiato 

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Maria Letizia Paiato

Maria Letizia Paiato

Maria Letizia Paiato storico e critico dell’arte è docente di Stile, Storia dell’Arte e del Costume presso l'Accademia di Belle Arti di Macerata. Dottore di Ricerca (Ph.D) in Storia dell’Arte Contemporanea, Specializzata in Storia dell’Arte e Arti Minori all’Università degli…

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